Questo studio prende in considerazione il nuovo ruolo che può assumere la traduzione nella didattica delle lingue straniere nella scuola secondaria, privilegiando quella superiore, che per età e obiettivi dei discenti meglio si addice alla riproposta di questo strumento pedagogico. Renzo Titone, all’inizio degli anni ’80, sintetizza efficacemente la sorte della traduzione nella didattica delle lingue straniere con la formula “da regina a cenerentola”, che dà il senso di un percorso diseguale punteggiato dall’avvicendarsi di indirizzi teorici e metodologici diversi, che l’hanno portata dal rango di metodo per eccellenza a quello di strumento demonizzato nella teoria quanto nella pratica. Dagli anni ‘80 si registrano con una certa continuità segnali di un cambiamento d’atteggiamento nel panorama teorico e metodologico internazionale, che hanno portato a una riconsiderazione del ruolo che la traduzione può giocare nell’apprendimento delle lingue straniere, alla luce delle acquisizioni di scienze come la linguistica, la psicolinguistica, la sociolinguistica, l’antropologia e la neurolinguistica. All’alba del nuovo millennio, nel Quadro Comune Europeo di Riferimento delle Lingue stabilito dal Consiglio d’Europa la traduzione figura tra le forme di mediazione linguistica e culturale, come elemento chiave in una società sempre più multilinguistica e multiculturale, e pertanto permeata di traduttività. La rilevanza degli scopi pragmatico-comunicativi connessi all’attività traduttiva rende impellente la ridefinizione di un metodo nell’uso didattico della traduzione. Se infatti nella pratica glottodidattica odierna si assiste a un moderato ma innegabile recupero della traduzione, generalmente rivalutata come un’attività complementare e aggiuntiva che può intervenire proficuamente nella progressione dell’apprendimento di una lingua, ponendosi addirittura come un valore aggiunto all’interno di un approccio integrato, nella teoria sembra non corrispondere ancora una definizione metodologica che possa orientarne l’applicazione e individuarne gli obiettivi en classe de langue.

“Il ‘nuovo’ ruolo della traduzione nella glottodidattica" / NANNONI C.. - STAMPA. - (2010), pp. 73-91.

“Il ‘nuovo’ ruolo della traduzione nella glottodidattica"

NANNONI, CATIA
2010

Abstract

Questo studio prende in considerazione il nuovo ruolo che può assumere la traduzione nella didattica delle lingue straniere nella scuola secondaria, privilegiando quella superiore, che per età e obiettivi dei discenti meglio si addice alla riproposta di questo strumento pedagogico. Renzo Titone, all’inizio degli anni ’80, sintetizza efficacemente la sorte della traduzione nella didattica delle lingue straniere con la formula “da regina a cenerentola”, che dà il senso di un percorso diseguale punteggiato dall’avvicendarsi di indirizzi teorici e metodologici diversi, che l’hanno portata dal rango di metodo per eccellenza a quello di strumento demonizzato nella teoria quanto nella pratica. Dagli anni ‘80 si registrano con una certa continuità segnali di un cambiamento d’atteggiamento nel panorama teorico e metodologico internazionale, che hanno portato a una riconsiderazione del ruolo che la traduzione può giocare nell’apprendimento delle lingue straniere, alla luce delle acquisizioni di scienze come la linguistica, la psicolinguistica, la sociolinguistica, l’antropologia e la neurolinguistica. All’alba del nuovo millennio, nel Quadro Comune Europeo di Riferimento delle Lingue stabilito dal Consiglio d’Europa la traduzione figura tra le forme di mediazione linguistica e culturale, come elemento chiave in una società sempre più multilinguistica e multiculturale, e pertanto permeata di traduttività. La rilevanza degli scopi pragmatico-comunicativi connessi all’attività traduttiva rende impellente la ridefinizione di un metodo nell’uso didattico della traduzione. Se infatti nella pratica glottodidattica odierna si assiste a un moderato ma innegabile recupero della traduzione, generalmente rivalutata come un’attività complementare e aggiuntiva che può intervenire proficuamente nella progressione dell’apprendimento di una lingua, ponendosi addirittura come un valore aggiunto all’interno di un approccio integrato, nella teoria sembra non corrispondere ancora una definizione metodologica che possa orientarne l’applicazione e individuarne gli obiettivi en classe de langue.
2010
"Ça a terminé comme ça"
73
91
“Il ‘nuovo’ ruolo della traduzione nella glottodidattica" / NANNONI C.. - STAMPA. - (2010), pp. 73-91.
NANNONI C.
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