Le ragioni dell’utile e quelle del bello in Aristotele (Politica III, 10-11)

Il presente contributo si propone di mostrare come, agli occhi di Aristotele, l’attività politica sia non solo animata da una ricerca dell’utile di governanti e cittadini, ma anche ispirata dal perseguimento di un ideale di bellezza che, nella sua dimensione originaria, è intimamente radicata a proprietà metafisiche di ordine, simmetria e proporzione. Tenterò di mostrare l’intersezione tra le ragioni dell’utile e quelle del bello in Aristotele attraverso l’analisi in un caso particolare: quello della discussione sulla presunta superiorità di un governo di molti individui non virtuosi rispetto a quello di uno o pochi individui (Politica III, 11.1281a40-b10). La mia tesi di fondo è che, anche in un contesto differente da quello della città ideale, la reciproca cooperazione di “virtuosi” e “non virtuosi” può realizzare utilità e bellezza, massimizzando il loro perseguimento entro situazioni strutturalmente impossibilitate a raggiungere il bene assoluto.