Questo studio parte dall’analisi delle moralités di alcuni tra i più noti contes di Perrault (Contes de ma mère l’Oye, 1697), intese come luogo in cui emerge più netta la voce narratoriale a indicare, spesso con inconfondibile ironia, quale insegnamento o riflessione si possa trarre dalla fiaba, sul piano umano e sociale. Il progetto di Perrault è confrontato con la traduzione di Carlo Collodi (I Racconti delle fate, 1875), che, pur dichiarando un’intenzionale fedeltà all’originale, da quest’ultimo di discosta invece deliberatamente proprio nel momento in cui l’istanza del narratore arriva alle conclusioni, che si rivelano adeguate al nuovo orizzonte d’arrivo spazio-temporale e alla specifica fascia di pubblico alla quale è rivolta la traduzione dei contes de fées francesi.
C. NANNONI (2010). “Cosa insegnano le fate: la morale dei Contes de ma mère l’Oye da Perrault a Collodi”. PERUGIA : GUERRA.
“Cosa insegnano le fate: la morale dei Contes de ma mère l’Oye da Perrault a Collodi”
NANNONI, CATIA
2010
Abstract
Questo studio parte dall’analisi delle moralités di alcuni tra i più noti contes di Perrault (Contes de ma mère l’Oye, 1697), intese come luogo in cui emerge più netta la voce narratoriale a indicare, spesso con inconfondibile ironia, quale insegnamento o riflessione si possa trarre dalla fiaba, sul piano umano e sociale. Il progetto di Perrault è confrontato con la traduzione di Carlo Collodi (I Racconti delle fate, 1875), che, pur dichiarando un’intenzionale fedeltà all’originale, da quest’ultimo di discosta invece deliberatamente proprio nel momento in cui l’istanza del narratore arriva alle conclusioni, che si rivelano adeguate al nuovo orizzonte d’arrivo spazio-temporale e alla specifica fascia di pubblico alla quale è rivolta la traduzione dei contes de fées francesi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.