A dispetto del titolo, nel saggio non si fa davvero questione di filologia in senso stretto, se non riflettendo, a partire dalle "cruces" testuali ed interpretative, che in Amleto son forse davvero ovunque, intorno alle complesse, inesauribili questioni ermeneutiche poste dalla più celebre delle tragedie shakespeariane. Si muove dall'osservazione di alcune celebri riscritture moderne ("Hamletmaschine" di Heiner Müller, "Rosencrantz and Guildenstern are dead" di Tom Stoppard, "Ambleto" di Giovanni Testori) e di altre reinvenzioni drammaturgiche date dal teatro d'avanguardia, ma anche dalle molteplici, a volte contraddittorie, interpretazioni offerte dai traduttori novecenteschi - nel caso specifico, italiani, quali D. Angeli, M. Praz., G. Baldini, C. Garboli. Lo studio coniuga poi le suggestioni di illustri studiosi anglosassoni quali Bradley, Kermode, Greenblatt, Elam, con quelle di altri grandi lettori "irregolari" di Shakespeare del nostro tempo - René Girard, Jean Starobinski, Ernst Jones, Carl Schmitt - e con singolari, illuminanti voci italiche (Franco Moretti, Cesare Garboli, Leonardo Sciascia).
L. Weber (2010). Una meditazione filologica su "Amleto". BIBLIOMANIE, 20 (gennaio/marzo 2010), 10-20.
Una meditazione filologica su "Amleto"
WEBER, LUIGI
2010
Abstract
A dispetto del titolo, nel saggio non si fa davvero questione di filologia in senso stretto, se non riflettendo, a partire dalle "cruces" testuali ed interpretative, che in Amleto son forse davvero ovunque, intorno alle complesse, inesauribili questioni ermeneutiche poste dalla più celebre delle tragedie shakespeariane. Si muove dall'osservazione di alcune celebri riscritture moderne ("Hamletmaschine" di Heiner Müller, "Rosencrantz and Guildenstern are dead" di Tom Stoppard, "Ambleto" di Giovanni Testori) e di altre reinvenzioni drammaturgiche date dal teatro d'avanguardia, ma anche dalle molteplici, a volte contraddittorie, interpretazioni offerte dai traduttori novecenteschi - nel caso specifico, italiani, quali D. Angeli, M. Praz., G. Baldini, C. Garboli. Lo studio coniuga poi le suggestioni di illustri studiosi anglosassoni quali Bradley, Kermode, Greenblatt, Elam, con quelle di altri grandi lettori "irregolari" di Shakespeare del nostro tempo - René Girard, Jean Starobinski, Ernst Jones, Carl Schmitt - e con singolari, illuminanti voci italiche (Franco Moretti, Cesare Garboli, Leonardo Sciascia).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.