Dopo un accurato rilievo condotto con la tecnica, allora innovativa, del fotomosaico per addivenire alla reale consistenza costruttiva delle mura e all’effettiva distribuzione ed entità del degrado, è stato progettato un intervento con valenze sperimentali e scientifiche, concordato con le competenti Soprintendenze ai Beni Archeologici e ai Beni Architettonici. L’intuizione tecnologica, non frenata da rigidità e preconcetti, ma originata da spirito scientifico e attenzione culturale, ha consentito di utilizzare le fibre al carbonio in forma innovativa ed efficace per rinforzare i conci di pietra destinati a lavorare a flessione e a taglio.
Carbonara G, Galli C (2004). Note sul restauro delle mura romane di Fano. CASTELLA MARCHIAE, 6/7, 28-43.
Note sul restauro delle mura romane di Fano
GALLI, CLAUDIO
2004
Abstract
Dopo un accurato rilievo condotto con la tecnica, allora innovativa, del fotomosaico per addivenire alla reale consistenza costruttiva delle mura e all’effettiva distribuzione ed entità del degrado, è stato progettato un intervento con valenze sperimentali e scientifiche, concordato con le competenti Soprintendenze ai Beni Archeologici e ai Beni Architettonici. L’intuizione tecnologica, non frenata da rigidità e preconcetti, ma originata da spirito scientifico e attenzione culturale, ha consentito di utilizzare le fibre al carbonio in forma innovativa ed efficace per rinforzare i conci di pietra destinati a lavorare a flessione e a taglio.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


