L'articolo analizza il processo attraverso il quale nella seconda metà degli anni Settanta la radio italiana si è trasformata da sistema monopolistico e controllato dallo stato a panorama dinamico e spesso caotico, con centinaia di emittenti locali sorte lungo tutto il Paese. Molto studiosi hanno rilevato il carattere di anticipazione di questa transizione, nella quale pratiche bottom-up, giudate dalle audience hanno avuto un ruolo cruciale. Esaminando il modo in cui una parola chiave di quegli anni, vale a dire quella di "partecipazione", è stata elaborata nel dibattito sulle radio libere, l'articolo sostiene che la rafiofonia in Fm è stata largamente percepita già all'epoca come un'esperienza multisensoriale, nella quale è possibile stabilire relazioni tattili e visiva tra chi trasmette e chi ascolta, creando così nuove forme di auto-espressione.
P. Noto (2012). Antenne che si vedono. Nascita della radio in FM e cultura partecipativa. BN, 572, 89-95.
Antenne che si vedono. Nascita della radio in FM e cultura partecipativa.
NOTO, PAOLO
2012
Abstract
L'articolo analizza il processo attraverso il quale nella seconda metà degli anni Settanta la radio italiana si è trasformata da sistema monopolistico e controllato dallo stato a panorama dinamico e spesso caotico, con centinaia di emittenti locali sorte lungo tutto il Paese. Molto studiosi hanno rilevato il carattere di anticipazione di questa transizione, nella quale pratiche bottom-up, giudate dalle audience hanno avuto un ruolo cruciale. Esaminando il modo in cui una parola chiave di quegli anni, vale a dire quella di "partecipazione", è stata elaborata nel dibattito sulle radio libere, l'articolo sostiene che la rafiofonia in Fm è stata largamente percepita già all'epoca come un'esperienza multisensoriale, nella quale è possibile stabilire relazioni tattili e visiva tra chi trasmette e chi ascolta, creando così nuove forme di auto-espressione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.