Nell’arco dell’ultimo decennio in Europa si sono registrati numerosi eventi di piena particolarmente intensi, che in alcuni casi hanno prodotto effetti catastrofici (si vedano ad esempio gli allagamenti del 2002 in Europa Centrale, i casi di flash-flood nel regno unito nel 2004 e 2007, o i disastrosi eventi verificatisi nel 2011 in Liguria e Sicilia). Tali episodi alimentano la comune percezione di un crescente rischio idraulico nel continente Europeo. I cambiamenti ambientali occorsi negli ultimi decenni (v. ad es. modifiche nell’uso del suolo, cambiamenti climatici, gestione fluviale inaccurata) possono infatti causare un maggior apporto di volumi idrici alla rete fluviale in occasione degli eventi di piena più significativi e, nel contempo, ridurre l’officiosità idraulica delle sezioni fluviali comportando, a scala locale, un aumento delle probabilità di allagamento. Inoltre, negli ultimi due secoli si è assistito, specie per i più importanti corsi d’acqua, ad un continuo potenziamento (c.d. adeguamento in quota e prolungamento) dei sistemi arginali posti a protezione degli abitati e dei centri produttivi localizzati nelle aree allagabili. Detto rialzo arginale può costituire un elemento di un circolo vizioso, dal momento che, proprio a causa del potenziamento del sistema arginale, la comunità avverte una crescente condizione di sicurezza, gli investimenti nelle aree allagabili tendono a crescere e con essi il rischio idraulico, inteso come danno atteso. Con il termine levee-effect la letteratura scientifica ha messo in evidenza il fenomeno secondo il quale, mentre da una parte il sistema arginale riduce la percezione del rischio aumentando la protezione da frequenti eventi di allagamento, dall’altra, promuovendo lo sviluppo economico nelle aree a rischio, aumenta la vulnerabilità delle stesse in caso di evento di elevata magnitudo. Allo stesso modo, all’aumentare delle quote di sommità arginale, aumenta il potenziale tirante idrico e quindi i potenziali danni in caso di crollo delle arginature. La definizione delle strategie di intervento per la difesa idraulica dei territori potenzialmente allagabili dal Fiume Po, specie lungo il suo tratto medio-inferiore, costituisce un problema complesso, di grande interesse tecnico e scientifico. Le circostanze richiamate ai paragrafi precedenti hanno evidenziato la necessità di definire politiche di intervento alternative al continuo e sistematico rialzo delle quote di sommità degli argini. Detta esigenza è stata recentemente riconosciuta a livello comunitario dalla Direttiva Europea 2007/60/CE sui rischi di esondazione (Flood Directive), il cui principale obiettivo è quello di istituire un quadro per la valutazione e la gestione dei rischi di alluvioni. Il presente studio si concentra sul Fiume Po e illustra la messa a punto di uno strumento utilizzabile su ampia scala geografica per definire e mettere a confronto diversi scenari di allagamento controllato in aree esterne al sistema arginale principale per eventi di piena al limite della prevedibilità, ovvero aventi tempi di ritorno particolarmente elevati e significativamente superiori alla numerosità del campione di osservazioni storiche disponibile.

A.CASTELLARIN, A. DOMENEGHETTI, A.BRATH, P.TABELLINI, F. PUMA, A. COLOMBO (2012). Strategie di intervento per la gestione del rischio alluvionale residuale lungo l’asta principale del fiume Po. ROMA : Accademia dei Lincei.

Strategie di intervento per la gestione del rischio alluvionale residuale lungo l’asta principale del fiume Po

CASTELLARIN, ATTILIO;DOMENEGHETTI, ALESSIO;BRATH, ARMANDO;
2012

Abstract

Nell’arco dell’ultimo decennio in Europa si sono registrati numerosi eventi di piena particolarmente intensi, che in alcuni casi hanno prodotto effetti catastrofici (si vedano ad esempio gli allagamenti del 2002 in Europa Centrale, i casi di flash-flood nel regno unito nel 2004 e 2007, o i disastrosi eventi verificatisi nel 2011 in Liguria e Sicilia). Tali episodi alimentano la comune percezione di un crescente rischio idraulico nel continente Europeo. I cambiamenti ambientali occorsi negli ultimi decenni (v. ad es. modifiche nell’uso del suolo, cambiamenti climatici, gestione fluviale inaccurata) possono infatti causare un maggior apporto di volumi idrici alla rete fluviale in occasione degli eventi di piena più significativi e, nel contempo, ridurre l’officiosità idraulica delle sezioni fluviali comportando, a scala locale, un aumento delle probabilità di allagamento. Inoltre, negli ultimi due secoli si è assistito, specie per i più importanti corsi d’acqua, ad un continuo potenziamento (c.d. adeguamento in quota e prolungamento) dei sistemi arginali posti a protezione degli abitati e dei centri produttivi localizzati nelle aree allagabili. Detto rialzo arginale può costituire un elemento di un circolo vizioso, dal momento che, proprio a causa del potenziamento del sistema arginale, la comunità avverte una crescente condizione di sicurezza, gli investimenti nelle aree allagabili tendono a crescere e con essi il rischio idraulico, inteso come danno atteso. Con il termine levee-effect la letteratura scientifica ha messo in evidenza il fenomeno secondo il quale, mentre da una parte il sistema arginale riduce la percezione del rischio aumentando la protezione da frequenti eventi di allagamento, dall’altra, promuovendo lo sviluppo economico nelle aree a rischio, aumenta la vulnerabilità delle stesse in caso di evento di elevata magnitudo. Allo stesso modo, all’aumentare delle quote di sommità arginale, aumenta il potenziale tirante idrico e quindi i potenziali danni in caso di crollo delle arginature. La definizione delle strategie di intervento per la difesa idraulica dei territori potenzialmente allagabili dal Fiume Po, specie lungo il suo tratto medio-inferiore, costituisce un problema complesso, di grande interesse tecnico e scientifico. Le circostanze richiamate ai paragrafi precedenti hanno evidenziato la necessità di definire politiche di intervento alternative al continuo e sistematico rialzo delle quote di sommità degli argini. Detta esigenza è stata recentemente riconosciuta a livello comunitario dalla Direttiva Europea 2007/60/CE sui rischi di esondazione (Flood Directive), il cui principale obiettivo è quello di istituire un quadro per la valutazione e la gestione dei rischi di alluvioni. Il presente studio si concentra sul Fiume Po e illustra la messa a punto di uno strumento utilizzabile su ampia scala geografica per definire e mettere a confronto diversi scenari di allagamento controllato in aree esterne al sistema arginale principale per eventi di piena al limite della prevedibilità, ovvero aventi tempi di ritorno particolarmente elevati e significativamente superiori alla numerosità del campione di osservazioni storiche disponibile.
2012
XII GIORNATA MONDIALE DELL'ACQUA - IL BACINO DEL PO, RIASSUNTI
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A.CASTELLARIN, A. DOMENEGHETTI, A.BRATH, P.TABELLINI, F. PUMA, A. COLOMBO (2012). Strategie di intervento per la gestione del rischio alluvionale residuale lungo l’asta principale del fiume Po. ROMA : Accademia dei Lincei.
A.CASTELLARIN; A. DOMENEGHETTI; A.BRATH; P.TABELLINI; F. PUMA; A. COLOMBO
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/129683
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