Il saggio indaga l’idea di ‘evento iconico’ in relazione alla complessa interazione tra trauma culturale, memoria e oblio in seno ad una società tecnologicamente complessa. A partire dalla Guerra Civile spagnola, il fotogiornalismo porta a ‘vedere’ la guerra in tempo reale e simultaneamente ai lettori europei e nordamericani. Si può affermare che è a partire da quella guerra che si innesca un meccanismo di schizofrenia percettiva rispetto all’evento storico traumatico: lo spettatore è, ad un tempo, dentro e fuori il fatto grazie al potere testimoniale dei nuovi mediatori di memoria del tempo. Questo paradosso percettivo viene avvertito fin dal suo farsi dagli autori e dagli scrittori che scelgono di vivere quell’esperienza, mandando reportage dalla Spagna o ricordando quella guerra civile in racconti scritti a distanza di tempo. Hemingway viene qui quotato come ‘testimone chiave’ del divenire di nuove dinamiche di costruzione/rimozione dell’evento traumatico: non solo testimoniò la guerra direttamente dal fronte spagnolo, ma offrì ai suoi lettori e in tempo reale riflessioni importanti sul nuovo e potente ruolo giocato dai media nella costruzione di ‘resoconti storici’ e di memorie divise o condivise. “Quando tutto sarà finito, si farà un film. E quello che vedrai sullo schermo sarà quello che ti ricorderai”, scriveva con lungimiranza Hemingway. Il punto è, quindi, interrogarsi su che cosa viene coscientemente o in modo inconscio lasciato fuori dal film che poi ricorderemo. Questo saggio indaga così le forme sottili con le quali l’oblio può essere inteso anche quale forma sottile di censura della quale non siamo immediatamente consapevoli (possiamo, infatti, scegliere di dimenticare solo ciò che abbiamo esperito, anche in forma vicaria). Il saggio aggiorna queste riflessioni alla luce del contesto mass-mediatico del secondo novecento, riflettendo su come nuove forme di comunicazione proprie dell’oralità secondaria introducano nuovi processi di costruzione/decostruzione delle realtà, delle memorie e, quindi, della percezione storica. Il saggio interagisce con la definizione data dalla studiosa nordamericana Patricia Leavy di ‘evento iconico’ per mappare nuove forme di oblio ‘media-indotte’. Per farlo, il saggio indaga e tre fasi interpretative che il modello ‘evento-iconico’ utilizza per dare forma alla percezione collettiva di vecchi e nuovi eventi traumatici (anche al fine di costruire ‘consenso pubblico’): rappresentazione giornalistica, appropriazione politica, adattamenti popolari. Lo scopo è quello di indagare i meccanismi di costruzione di memorie e di oblio in seno ad una società mass-mediatica e altamente tecnologica. La presa di coscienza di questi termini, infatti, diventa pratica di responsabilizzazione del soggetto e attività di impegno civico tesa a superare la ‘Narcosi di Narciso’ di mcluhaniana memoria così da (ri)costruire una cittadinanza attiva.

E. Lamberti (2012). Visibilmente assenti: gli eventi iconici tra oblio e censura.. TRENTO : Fondazione Museo Storico del Trentino.

Visibilmente assenti: gli eventi iconici tra oblio e censura.

LAMBERTI, ELENA
2012

Abstract

Il saggio indaga l’idea di ‘evento iconico’ in relazione alla complessa interazione tra trauma culturale, memoria e oblio in seno ad una società tecnologicamente complessa. A partire dalla Guerra Civile spagnola, il fotogiornalismo porta a ‘vedere’ la guerra in tempo reale e simultaneamente ai lettori europei e nordamericani. Si può affermare che è a partire da quella guerra che si innesca un meccanismo di schizofrenia percettiva rispetto all’evento storico traumatico: lo spettatore è, ad un tempo, dentro e fuori il fatto grazie al potere testimoniale dei nuovi mediatori di memoria del tempo. Questo paradosso percettivo viene avvertito fin dal suo farsi dagli autori e dagli scrittori che scelgono di vivere quell’esperienza, mandando reportage dalla Spagna o ricordando quella guerra civile in racconti scritti a distanza di tempo. Hemingway viene qui quotato come ‘testimone chiave’ del divenire di nuove dinamiche di costruzione/rimozione dell’evento traumatico: non solo testimoniò la guerra direttamente dal fronte spagnolo, ma offrì ai suoi lettori e in tempo reale riflessioni importanti sul nuovo e potente ruolo giocato dai media nella costruzione di ‘resoconti storici’ e di memorie divise o condivise. “Quando tutto sarà finito, si farà un film. E quello che vedrai sullo schermo sarà quello che ti ricorderai”, scriveva con lungimiranza Hemingway. Il punto è, quindi, interrogarsi su che cosa viene coscientemente o in modo inconscio lasciato fuori dal film che poi ricorderemo. Questo saggio indaga così le forme sottili con le quali l’oblio può essere inteso anche quale forma sottile di censura della quale non siamo immediatamente consapevoli (possiamo, infatti, scegliere di dimenticare solo ciò che abbiamo esperito, anche in forma vicaria). Il saggio aggiorna queste riflessioni alla luce del contesto mass-mediatico del secondo novecento, riflettendo su come nuove forme di comunicazione proprie dell’oralità secondaria introducano nuovi processi di costruzione/decostruzione delle realtà, delle memorie e, quindi, della percezione storica. Il saggio interagisce con la definizione data dalla studiosa nordamericana Patricia Leavy di ‘evento iconico’ per mappare nuove forme di oblio ‘media-indotte’. Per farlo, il saggio indaga e tre fasi interpretative che il modello ‘evento-iconico’ utilizza per dare forma alla percezione collettiva di vecchi e nuovi eventi traumatici (anche al fine di costruire ‘consenso pubblico’): rappresentazione giornalistica, appropriazione politica, adattamenti popolari. Lo scopo è quello di indagare i meccanismi di costruzione di memorie e di oblio in seno ad una società mass-mediatica e altamente tecnologica. La presa di coscienza di questi termini, infatti, diventa pratica di responsabilizzazione del soggetto e attività di impegno civico tesa a superare la ‘Narcosi di Narciso’ di mcluhaniana memoria così da (ri)costruire una cittadinanza attiva.
2012
Le sponde della memoria: il ruolo dell'oblio nel panorama mediale contemporaneo
62
75
E. Lamberti (2012). Visibilmente assenti: gli eventi iconici tra oblio e censura.. TRENTO : Fondazione Museo Storico del Trentino.
E. Lamberti
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