Introduzione. Il ruolo dell’acido urico nella patologia aterosclerotica è oggetto di dibattito. Le proprietà antiossidanti dell’acido urico sono ben note, d’altro canto molti studi mostrano una associazione tra elevati livelli di acido urico ed ipertensione, diabete, sindrome metabolica e malattie cardiovascolari. Lo scopo di questo studio era di verificare la relazione tra i livelli di acido urico, la rigidità arteriosa e la aterosclerosi subclinica. Metodi. Il Brisighella Heart Study è uno studio epidemiologico prospettico di popolazione che coinvolge 2939 soggetti scelti casualmente (1491 uomini e 1448 donne), di età compresa tra 14 e 84 anni, privi di malattia cardiovascolare al momento dell’arruolamento, residenti a Brisighella, una città rurale, del centro-nord Italia. Da questo gruppo storico è stato randomizzato un sottocampione di 619 soggetti (248 maschi), di età compresa tra 53,5±11,2 anni. E’ stata valutata la aterosclerosi preclinica misurando lo spessore della intima-media (IMT). La rigidità arteriosa è stata determinata misurando la velocità dell’onda di polso (PWV) carotide-femorale per mezzo di un tonometro validato. Risultati. La analisi di regressione lineare mostrava una relazione significativa fra i livelli di acido urico, i valori di IMT (r=0.20, p<0.0001) e PWV (r=0.12, p=0.003). Tutti i soggetti sono stati suddivisi in quartili in relazione ai valori di acido urico nei maschi e nelle femmine. La relazione tra i livelli di acido urico, PWV ed IMT è stata aggiustata per l’età. I valori di IMT sono risultati significativamente più alti nel 3° e 4° quartile rispetto al 1° e 2° quartile (p>0.001) (global trend: p<0.001). Per quanto riguarda i valori di PWV questi ultimi risultavano più elevati nei quartili 3° (p<0.05) e 4° (p<0.001) se confrontati con il 2°, ma non con il 1°(global trend: p=0.014). Una graduale analisi di regressione ha dimostrato che l’acido urico è stato uno dei principali fattori che ha influenzato l’IMT (standard coef. 0.09, p0.01) insieme alla età (p<0.001), fumo (p<0,001), BMI )p<005), LDL-colesterolo (p<0.01), pressione arteriosa media (p<0.01) e basso livello di frequenza cardiaca (p<0.01). Questo modello era sufficiente a spiegare solo il 42% della variazione della IMT. Al contrario, l’acido urico non è un fattore indipendente nell’influenzare i valori di PWV. I principali fattori che influenzano PWV (R2=42%) erano l’età, BMI, frequenza cardiaca, pressione arteriosa media e bassi valori di colesterolo LDL. Conclusioni. Questo studio ha mostrato una associazione tra il livello di acido urico è rigidità arteriosa ed un possibile ruolo autonomo dell’acido urico sulla malattia aterosclerotica.

Rosticci M., Cicero A.F.G., Salvi P., D'Addato S., Grandi E., Degli Esposti D., et al. (2012). Relazione tra livelli sierici di acido urico e rigidità arteriosa in un campione di adulti-anziani: i dati del Brisighella Heart Study. IPERTENSIONE E PREVENZIONE CARDIOVASCOLARE, 19(3), 121-121.

Relazione tra livelli sierici di acido urico e rigidità arteriosa in un campione di adulti-anziani: i dati del Brisighella Heart Study

CICERO, ARRIGO FRANCESCO GIUSEPPE;D'ADDATO, SERGIO;GRANDI, ELISA;DEGLI ESPOSTI, DANIELA;COSENTINO, EUGENIO ROBERTO;BORGHI, CLAUDIO
2012

Abstract

Introduzione. Il ruolo dell’acido urico nella patologia aterosclerotica è oggetto di dibattito. Le proprietà antiossidanti dell’acido urico sono ben note, d’altro canto molti studi mostrano una associazione tra elevati livelli di acido urico ed ipertensione, diabete, sindrome metabolica e malattie cardiovascolari. Lo scopo di questo studio era di verificare la relazione tra i livelli di acido urico, la rigidità arteriosa e la aterosclerosi subclinica. Metodi. Il Brisighella Heart Study è uno studio epidemiologico prospettico di popolazione che coinvolge 2939 soggetti scelti casualmente (1491 uomini e 1448 donne), di età compresa tra 14 e 84 anni, privi di malattia cardiovascolare al momento dell’arruolamento, residenti a Brisighella, una città rurale, del centro-nord Italia. Da questo gruppo storico è stato randomizzato un sottocampione di 619 soggetti (248 maschi), di età compresa tra 53,5±11,2 anni. E’ stata valutata la aterosclerosi preclinica misurando lo spessore della intima-media (IMT). La rigidità arteriosa è stata determinata misurando la velocità dell’onda di polso (PWV) carotide-femorale per mezzo di un tonometro validato. Risultati. La analisi di regressione lineare mostrava una relazione significativa fra i livelli di acido urico, i valori di IMT (r=0.20, p<0.0001) e PWV (r=0.12, p=0.003). Tutti i soggetti sono stati suddivisi in quartili in relazione ai valori di acido urico nei maschi e nelle femmine. La relazione tra i livelli di acido urico, PWV ed IMT è stata aggiustata per l’età. I valori di IMT sono risultati significativamente più alti nel 3° e 4° quartile rispetto al 1° e 2° quartile (p>0.001) (global trend: p<0.001). Per quanto riguarda i valori di PWV questi ultimi risultavano più elevati nei quartili 3° (p<0.05) e 4° (p<0.001) se confrontati con il 2°, ma non con il 1°(global trend: p=0.014). Una graduale analisi di regressione ha dimostrato che l’acido urico è stato uno dei principali fattori che ha influenzato l’IMT (standard coef. 0.09, p0.01) insieme alla età (p<0.001), fumo (p<0,001), BMI )p<005), LDL-colesterolo (p<0.01), pressione arteriosa media (p<0.01) e basso livello di frequenza cardiaca (p<0.01). Questo modello era sufficiente a spiegare solo il 42% della variazione della IMT. Al contrario, l’acido urico non è un fattore indipendente nell’influenzare i valori di PWV. I principali fattori che influenzano PWV (R2=42%) erano l’età, BMI, frequenza cardiaca, pressione arteriosa media e bassi valori di colesterolo LDL. Conclusioni. Questo studio ha mostrato una associazione tra il livello di acido urico è rigidità arteriosa ed un possibile ruolo autonomo dell’acido urico sulla malattia aterosclerotica.
2012
Rosticci M., Cicero A.F.G., Salvi P., D'Addato S., Grandi E., Degli Esposti D., et al. (2012). Relazione tra livelli sierici di acido urico e rigidità arteriosa in un campione di adulti-anziani: i dati del Brisighella Heart Study. IPERTENSIONE E PREVENZIONE CARDIOVASCOLARE, 19(3), 121-121.
Rosticci M.; Cicero A.F.G.; Salvi P.; D'Addato S.; Grandi E.; Degli Esposti D.; Cosentino E.R.; Bentivenga C.; Borghi C
File in questo prodotto:
Eventuali allegati, non sono esposti

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/129571
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact