I depositi adibiti a discarica controllata sono, nella maggioranza dei casi del territorio emiliano romagnolo, costituiti da cumuli di rifiuti ed inerti con area di base che può comprendere anche alcuni ettari, ed altezza considerevole, fino a 20 – 30 m dal piano campagna. Pertanto, si tratta di vere e proprie “colline artificiali”, che una volta terminata la loro attività come discarica, devono venire sottoposte ad opere di chiusura e ripristino ambientale, fino anche al reinserimento nel contesto urbano, per un nuovo utilizzo dell’area. Il rifiuto urbano ha una composizione estremamente eterogenea, con caratteristiche di variabilità nel tempo piuttosto imprevedibili. Una volta collocato a dimora le componenti organiche del rifiuto iniziano a generare fenomeni di decomposizione biochimica, con produzione principalmente di biogas e calore. Lo sfruttamento del biogas prodotto dalla discarica fino ad oggi ha avuto un ampio studio ed utilizzo, mentre è stato fino ad oggi sottovalutato e quindi anche poco studiato, quello di sfruttare tali depositi artificiali come stoccaggio termico di energia. In seguito infatti alla decomposizione chimica del materiale organico presente all’interno dei cumuli, vengono generate notevoli quantità di calore. Considerata la massa e l’ampiezza delle “colline artificiali”, tale calore viene conservato in modo naturale all’interno di ogni cumulo, e solo una minima parte viene dissipata nell’ambiente circostante. Il presente lavoro intende analizzare un metodo innovativo per il recupero dell’energia termica prodotta in una discarica, che consiste nel prelievo indiretto di tale energia mediante la posa di appositi collettori, solitamente oggi impiegati nei progetti di geotermia superficiale; viene quindi riportato ed analizzato un caso studio realizzato nella discarica per rifiuti non pericolosi di Ravenna, reso possibile grazie allo sforzo congiunto delle aziende HERAMBIENTE S.p.A. (proprietaria della discarica) e Geo-Net s.r.l (proprietaria della strumentazione necessaria per la realizzazione di Test di Risposta Termica). L'articolo si conclude con una stima del quantitativo di energia stoccabile ed estraibile, e con una carrellata di possibili utilizzi dell’energia termica così generata.
D. Biondi, F. Tinti, G. Cesari (2012). Metodo innovativo per le discariche: lo stoccaggio di energia termica. RS RIFIUTI SOLIDI, 3, 135-140.
Metodo innovativo per le discariche: lo stoccaggio di energia termica
TINTI, FRANCESCO;
2012
Abstract
I depositi adibiti a discarica controllata sono, nella maggioranza dei casi del territorio emiliano romagnolo, costituiti da cumuli di rifiuti ed inerti con area di base che può comprendere anche alcuni ettari, ed altezza considerevole, fino a 20 – 30 m dal piano campagna. Pertanto, si tratta di vere e proprie “colline artificiali”, che una volta terminata la loro attività come discarica, devono venire sottoposte ad opere di chiusura e ripristino ambientale, fino anche al reinserimento nel contesto urbano, per un nuovo utilizzo dell’area. Il rifiuto urbano ha una composizione estremamente eterogenea, con caratteristiche di variabilità nel tempo piuttosto imprevedibili. Una volta collocato a dimora le componenti organiche del rifiuto iniziano a generare fenomeni di decomposizione biochimica, con produzione principalmente di biogas e calore. Lo sfruttamento del biogas prodotto dalla discarica fino ad oggi ha avuto un ampio studio ed utilizzo, mentre è stato fino ad oggi sottovalutato e quindi anche poco studiato, quello di sfruttare tali depositi artificiali come stoccaggio termico di energia. In seguito infatti alla decomposizione chimica del materiale organico presente all’interno dei cumuli, vengono generate notevoli quantità di calore. Considerata la massa e l’ampiezza delle “colline artificiali”, tale calore viene conservato in modo naturale all’interno di ogni cumulo, e solo una minima parte viene dissipata nell’ambiente circostante. Il presente lavoro intende analizzare un metodo innovativo per il recupero dell’energia termica prodotta in una discarica, che consiste nel prelievo indiretto di tale energia mediante la posa di appositi collettori, solitamente oggi impiegati nei progetti di geotermia superficiale; viene quindi riportato ed analizzato un caso studio realizzato nella discarica per rifiuti non pericolosi di Ravenna, reso possibile grazie allo sforzo congiunto delle aziende HERAMBIENTE S.p.A. (proprietaria della discarica) e Geo-Net s.r.l (proprietaria della strumentazione necessaria per la realizzazione di Test di Risposta Termica). L'articolo si conclude con una stima del quantitativo di energia stoccabile ed estraibile, e con una carrellata di possibili utilizzi dell’energia termica così generata.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.