Il saggio prende in esame due importanti testi (La voz dormida, 2002, di Dulce Chacón e Decidme cómo es un arbol, 2007, di Fernando Macarro alias Marcos Ana) ascrivibili all’ambito della memoria storica della Spagna contemporanea, quella tendenza culturale e artistica che ha preso le mosse nei primi anni del nuovo secolo e che ha portato alla luce episodi della guerra civile e della repressione franchista fino a pochi anni fa sconosciuti, proponendo innovative interpretazioni di accadimenti militari e politici, rivisitando fatti noti e meno noti. Si sottolinea pertanto il riferimento costante alla testimonianza diretta e alla trasmissione orale come base del racconto. Pur tenendo in considerazione le profonde implicazioni con la postmodernità, l’obiettivo di questi testi è anche quello di dare ascolto ad esigenze etiche e politiche, in linea con la nuova tendenza culturale neomoderna nella quale assume importanza decisiva la preservazione della memoria del trauma. Le due opere prese in considerazione esibiscono principalmente chiare caratteristiche di referenzialità, ma presentano molti passaggi in cui il racconto del narratore scivola inevitabilmente nell’invenzione, creando quel mescolamento tipico del romanzo storico in cui elementi di finzione diventano inscindibili dai dati documentabili. Per questo, la scrittura dei due autori è importante in virtù del progetto etico che essi propongono e della loro funzione performativa, che comporta il riconoscimento del trauma e la costruzione di una memoria collettiva.
Luigi Contadini (2013). Voci dal carcere in Dulce Chacón e Marcos Ana. Trento : Università degli Studi di Trento, Dipartimento di Lettere e Filosofia.
Voci dal carcere in Dulce Chacón e Marcos Ana
CONTADINI, LUIGI
2013
Abstract
Il saggio prende in esame due importanti testi (La voz dormida, 2002, di Dulce Chacón e Decidme cómo es un arbol, 2007, di Fernando Macarro alias Marcos Ana) ascrivibili all’ambito della memoria storica della Spagna contemporanea, quella tendenza culturale e artistica che ha preso le mosse nei primi anni del nuovo secolo e che ha portato alla luce episodi della guerra civile e della repressione franchista fino a pochi anni fa sconosciuti, proponendo innovative interpretazioni di accadimenti militari e politici, rivisitando fatti noti e meno noti. Si sottolinea pertanto il riferimento costante alla testimonianza diretta e alla trasmissione orale come base del racconto. Pur tenendo in considerazione le profonde implicazioni con la postmodernità, l’obiettivo di questi testi è anche quello di dare ascolto ad esigenze etiche e politiche, in linea con la nuova tendenza culturale neomoderna nella quale assume importanza decisiva la preservazione della memoria del trauma. Le due opere prese in considerazione esibiscono principalmente chiare caratteristiche di referenzialità, ma presentano molti passaggi in cui il racconto del narratore scivola inevitabilmente nell’invenzione, creando quel mescolamento tipico del romanzo storico in cui elementi di finzione diventano inscindibili dai dati documentabili. Per questo, la scrittura dei due autori è importante in virtù del progetto etico che essi propongono e della loro funzione performativa, che comporta il riconoscimento del trauma e la costruzione di una memoria collettiva.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.