SOMMARIO: 1. Premessa – 2. La costituzione di organizzazioni sindacali di ministri di culto e laici appartenenti alla BOR - 3. Il riconoscimento della personalità giuridica civile al “Sindicatul Pǎstorul cel Bun”- 4. La questione davanti alla Corte EDU: la preminenza del diritto alla tutela attraverso l’azione sindacale - 5. La Corte EDU e l’esistenza di un “besoin social impérieux” - 6. La risposta della Chiesa ortodossa romena alla sentenza CEDU e l’appello alla Grand Chambre - 7. Alcune considerazioni conclusive Il saggio analizza la sentenza della Corte EDU relativa al mancato riconoscimento della personalità giuridica civile al “Sindicatul Pastorul cel Bun” costituito da ministri di culto e laici della BOR. Questa sentenza è stata impugnata dinnanzi alla Grand Chambre dallo Stato rumeno. Anche in questa prospettiva viene ricostruito il dibattito che accompagna lo sviluppo della vicenda all’interno della BOR in relazione a quanto disposto dall’ordinamento giuridico della Romania, ponendo l’accento sugli aspetti ecclesiologici oltre che giuridici del problema. Pur non trascurando di analizzare l’aspetto lavoristico della vertenza l’A. fornisce elementi di riflessione relativamente al rapporto della decisione della Corte EDU con quanto stabilito all’art 9 della Convenzione sui diritti umani, con riguardo alla tutela della autonomia delle Confessioni religiose e al loro diritto di auto-organizzazione. Il saggio si conclude riflettendo sulla possibilità degli ordinamenti d’imporre la presenza di elementi di democrazia nelle organizzazioni religiose, senza violare il principio di autonomia, separazione e di laicità.
F. Botti (2012). L’esercizio dell’attività sindacale dei ministri di culto nella Chiesa ortodossa rumena. STATO, CHIESE E PLURALISMO CONFESSIONALE, 0, 1-33 [10.13130/1971-8543/2449].
L’esercizio dell’attività sindacale dei ministri di culto nella Chiesa ortodossa rumena
BOTTI, FEDERICA
2012
Abstract
SOMMARIO: 1. Premessa – 2. La costituzione di organizzazioni sindacali di ministri di culto e laici appartenenti alla BOR - 3. Il riconoscimento della personalità giuridica civile al “Sindicatul Pǎstorul cel Bun”- 4. La questione davanti alla Corte EDU: la preminenza del diritto alla tutela attraverso l’azione sindacale - 5. La Corte EDU e l’esistenza di un “besoin social impérieux” - 6. La risposta della Chiesa ortodossa romena alla sentenza CEDU e l’appello alla Grand Chambre - 7. Alcune considerazioni conclusive Il saggio analizza la sentenza della Corte EDU relativa al mancato riconoscimento della personalità giuridica civile al “Sindicatul Pastorul cel Bun” costituito da ministri di culto e laici della BOR. Questa sentenza è stata impugnata dinnanzi alla Grand Chambre dallo Stato rumeno. Anche in questa prospettiva viene ricostruito il dibattito che accompagna lo sviluppo della vicenda all’interno della BOR in relazione a quanto disposto dall’ordinamento giuridico della Romania, ponendo l’accento sugli aspetti ecclesiologici oltre che giuridici del problema. Pur non trascurando di analizzare l’aspetto lavoristico della vertenza l’A. fornisce elementi di riflessione relativamente al rapporto della decisione della Corte EDU con quanto stabilito all’art 9 della Convenzione sui diritti umani, con riguardo alla tutela della autonomia delle Confessioni religiose e al loro diritto di auto-organizzazione. Il saggio si conclude riflettendo sulla possibilità degli ordinamenti d’imporre la presenza di elementi di democrazia nelle organizzazioni religiose, senza violare il principio di autonomia, separazione e di laicità.File | Dimensione | Formato | |
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