Nell'Austria di fine Ottocento - inizio Novecento il genere pantomimico conobbe una grande fortuna. Molti autori importanti sperimentarono con passione questa forma drammatica non-verbale lasciando testimonianze di un'attenzione tutt'altro che superficiale. il potenziale di forme espressive alternative al parlato fu altresì indagato con partecipazione e grande carica innovativa da registi e teorici del teatro alla ricerca di modalità non convenzionali rispetto alla tradizione realistico-natiuralistica e maggiormente in grado di esprimere le istanze della contemporaneità. Il teatro senza parola diviene oggetto di sperimentazione fin dal momento in cui la crisi del linguaggio viene avvertita dagli autori più sensibili e ricettivi. Le necessità di elaborare forme di comunicazione estetica alternative all'espressione fonica si pone come una sorta di imperativo categorico, che si concretizza non solo in produzioni sperimentali, ma viene altresì teorizzato ed elaborato criticamente in lettere, frammenti, aforismi, recensioni da tutti coloro - e sono veramente tanti - che partecipano a questo dibattito critico-letterario.
P. M. Filippi (2012). L'eloquenza del silenzio. Due pantomime viennesi. BOLOGNA : Kolibris.
L'eloquenza del silenzio. Due pantomime viennesi
FILIPPI, PAOLA MARIA
2012
Abstract
Nell'Austria di fine Ottocento - inizio Novecento il genere pantomimico conobbe una grande fortuna. Molti autori importanti sperimentarono con passione questa forma drammatica non-verbale lasciando testimonianze di un'attenzione tutt'altro che superficiale. il potenziale di forme espressive alternative al parlato fu altresì indagato con partecipazione e grande carica innovativa da registi e teorici del teatro alla ricerca di modalità non convenzionali rispetto alla tradizione realistico-natiuralistica e maggiormente in grado di esprimere le istanze della contemporaneità. Il teatro senza parola diviene oggetto di sperimentazione fin dal momento in cui la crisi del linguaggio viene avvertita dagli autori più sensibili e ricettivi. Le necessità di elaborare forme di comunicazione estetica alternative all'espressione fonica si pone come una sorta di imperativo categorico, che si concretizza non solo in produzioni sperimentali, ma viene altresì teorizzato ed elaborato criticamente in lettere, frammenti, aforismi, recensioni da tutti coloro - e sono veramente tanti - che partecipano a questo dibattito critico-letterario.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.