Secoli di storia e di tradizioni hanno illustrato le implicazioni concettuali dell’idea contemplativa come nucleo fondante dell’ 'humanitas' quando legata a 'divinitas' e in opposizione a 'feritas', e del suo rapporto con 'ratio'. A partire da Lattanzio e da Isidoro di Siviglia - tramiti, a loro volta, di concezioni classiche - non c’è stato pensatore od erudito che non l’abbia fatta propria. Le implicazioni che il ‘guardare verso il cielo’ hanno avuto con altri concetti fondamentali per la letteratura, la storia, l’arte, la filosofia, l’antropologia, la religione, la scienza sono innumerevoli ed hanno interessato anche alcuni tardi lessici rinascimentali (Melchior Weinrich, Johann Friedrich Nolte). Indirizzi critici recenti hanno voluto individuare le prerogative dell’ 'humanitas' umanistico-rinascimentale (e la differenza con quella proposta dai testi classici) in 'mores' e 'studia'; si può tuttavia segnalare che il pensiero di quest’epoca ha manifestato serie difficoltà - e fin dalle sue origini - a chiudere dentro specifici argini questa parola davvero ‘straripante’. In questo contributo se ne dà conto, con particolare riguardo per le definizioni di Giannozzo Manetti, Coluccio Salutati, Leonardo Bruni, Platina, Girolamo Manfredi, Giacomo della Croce, Antonio Mancinelli, in relazione sia alle fonti classiche più note (Cicerone, Seneca, Ovidio, Sallustio), sia ad alcune celebri polemiche.

A. Maranini (2012). ‘Igitur alte spectare si voles …’. ‘Humanitas’ e proprietà divine dell’anima. FIRENZE : Franco Cesati.

‘Igitur alte spectare si voles …’. ‘Humanitas’ e proprietà divine dell’anima

MARANINI, ANNA
2012

Abstract

Secoli di storia e di tradizioni hanno illustrato le implicazioni concettuali dell’idea contemplativa come nucleo fondante dell’ 'humanitas' quando legata a 'divinitas' e in opposizione a 'feritas', e del suo rapporto con 'ratio'. A partire da Lattanzio e da Isidoro di Siviglia - tramiti, a loro volta, di concezioni classiche - non c’è stato pensatore od erudito che non l’abbia fatta propria. Le implicazioni che il ‘guardare verso il cielo’ hanno avuto con altri concetti fondamentali per la letteratura, la storia, l’arte, la filosofia, l’antropologia, la religione, la scienza sono innumerevoli ed hanno interessato anche alcuni tardi lessici rinascimentali (Melchior Weinrich, Johann Friedrich Nolte). Indirizzi critici recenti hanno voluto individuare le prerogative dell’ 'humanitas' umanistico-rinascimentale (e la differenza con quella proposta dai testi classici) in 'mores' e 'studia'; si può tuttavia segnalare che il pensiero di quest’epoca ha manifestato serie difficoltà - e fin dalle sue origini - a chiudere dentro specifici argini questa parola davvero ‘straripante’. In questo contributo se ne dà conto, con particolare riguardo per le definizioni di Giannozzo Manetti, Coluccio Salutati, Leonardo Bruni, Platina, Girolamo Manfredi, Giacomo della Croce, Antonio Mancinelli, in relazione sia alle fonti classiche più note (Cicerone, Seneca, Ovidio, Sallustio), sia ad alcune celebri polemiche.
2012
‘Feritas’, ‘humanitas’ e ‘divinitas’ come aspetti del vivere nel Rinascimento
247
271
A. Maranini (2012). ‘Igitur alte spectare si voles …’. ‘Humanitas’ e proprietà divine dell’anima. FIRENZE : Franco Cesati.
A. Maranini
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