Il contributo vuole presentare i risultati del corso di Disegno dell’architettura II della Facoltà di Ingegneria di Bologna, negli A.A. dal 2001 al 2003, articolato sull'elaborazione di esercitazioni pratiche obbligatorie relative alla lettura, allo studio e al ridisegno di esempi di architetture moderne realizzate; prima finalità è stata quindi giungere allo studio ed all’esecuzione di disegni di progetto, sia generali che relativi agli elementi architettonici. La duplice esperienza teorica e applicativa, oltre che agganciare i contenuti delle comunicazioni ad esperienze progettuali realizzate, ha permesso di intraprendere un percorso di conoscenza in grado di esplorare differenti modalità di raffigurazione grafica e visiva; in particolare sono state indagate le specifiche caratteristiche di ogni singolo elaborato, soprattutto in funzione delle finalità che motivano la sua redazione. Obiettivo del corso è stato infatti studiare, attraverso esempi puntuali legati al tema generale del rapporto architettura/natura, il disegno del progetto di architettura, inteso sia come atto espressivo e di comunicazione visiva dell'idea progettuale sia come mezzo conoscitivo delle leggi che governano la struttura formale che anche come strumento per l'analisi dei valori esistenti. In questo senso il disegno di architettura, inteso principalmente come linguaggio grafico applicato al processo progettuale, dalla formazione dell'idea fino alla sua definizione esecutiva, restituisce una serie di elaborati destinati ad usi precisi, per i quali gli elaborati stessi devono essere appositamente progettati. E proprio il progetto di questi elaborati, finalizzati ad indagare e rappresentare la forma dell’oggetto architettonico indagandone i volumi, lo spazio e tutto quanto ne determini la dimensione, l’organizzazione e in generale la realtà fisica dello stesso, diventa il tema e la finalità principale. Gli esempi proposti, scelti con riferimento ai temi generali dei diversi laboratori - “architetture come mimesi di forme naturali”, “architettura e paesaggio”, “architettura e geometrie della natura”, “architettura ed elementi naturali” -, erano allora strumentali a innescare ragionamenti sull’architettura basati su indagini ed elaborazioni formali, considerazioni geometriche per via grafica, studi ancora grafici di comparazione dei volumi e delle superfici con forme naturali. Gli elaborati che ne risultano sono allora una serie di tavole che mostrano, nel minor spazio possibile, il maggior numero di informazioni sull’edificio, rappresentandone compiutamente la forma. Questa organizzazione delle tavole prodotte nel corso, vero e proprio insieme coordinato di disegni in grado di spiegare la forma e lo spazio di un determinato edificio, è però apparentemente poco leggibile all’interno del contributo, che vuole invece mostrare il metodo di lavoro, le tipologie di tavole, i modelli di studio realizzati. Anche questo è un problema di progetto: ogni pezzo di questo “mosaico” di disegni e immagini offre chiavi di lettura e rimandi verso un altro pezzo, in modo da trasmettere il significato degli obiettivi del corso attraverso analogie, accostamenti e relazioni, con il fine ultimo di comprendere nuovi significati del disegno e nuove idee di architettura. L’elemento ordinatore del “mosaico”, il contenitore, è il prospetto verso la città della Facoltà di Ingegneria di Bologna, progettata da Giuseppe Vaccaro: questa scelta è un tributo ad un edificio che ancora oggi, a settanta anni dalla sua inaugurazione e dopo molte modifiche d’uso che ne hanno stravolto l’innovativo schema distributivo/funzionale, rappresenta uno dei migliori esempi di edilizia universitaria italiana.

Architettura e natura. La didattica del disegno della Facoltà di Ingegneria di Bologna

CIPRIANI, LUCA
2004

Abstract

Il contributo vuole presentare i risultati del corso di Disegno dell’architettura II della Facoltà di Ingegneria di Bologna, negli A.A. dal 2001 al 2003, articolato sull'elaborazione di esercitazioni pratiche obbligatorie relative alla lettura, allo studio e al ridisegno di esempi di architetture moderne realizzate; prima finalità è stata quindi giungere allo studio ed all’esecuzione di disegni di progetto, sia generali che relativi agli elementi architettonici. La duplice esperienza teorica e applicativa, oltre che agganciare i contenuti delle comunicazioni ad esperienze progettuali realizzate, ha permesso di intraprendere un percorso di conoscenza in grado di esplorare differenti modalità di raffigurazione grafica e visiva; in particolare sono state indagate le specifiche caratteristiche di ogni singolo elaborato, soprattutto in funzione delle finalità che motivano la sua redazione. Obiettivo del corso è stato infatti studiare, attraverso esempi puntuali legati al tema generale del rapporto architettura/natura, il disegno del progetto di architettura, inteso sia come atto espressivo e di comunicazione visiva dell'idea progettuale sia come mezzo conoscitivo delle leggi che governano la struttura formale che anche come strumento per l'analisi dei valori esistenti. In questo senso il disegno di architettura, inteso principalmente come linguaggio grafico applicato al processo progettuale, dalla formazione dell'idea fino alla sua definizione esecutiva, restituisce una serie di elaborati destinati ad usi precisi, per i quali gli elaborati stessi devono essere appositamente progettati. E proprio il progetto di questi elaborati, finalizzati ad indagare e rappresentare la forma dell’oggetto architettonico indagandone i volumi, lo spazio e tutto quanto ne determini la dimensione, l’organizzazione e in generale la realtà fisica dello stesso, diventa il tema e la finalità principale. Gli esempi proposti, scelti con riferimento ai temi generali dei diversi laboratori - “architetture come mimesi di forme naturali”, “architettura e paesaggio”, “architettura e geometrie della natura”, “architettura ed elementi naturali” -, erano allora strumentali a innescare ragionamenti sull’architettura basati su indagini ed elaborazioni formali, considerazioni geometriche per via grafica, studi ancora grafici di comparazione dei volumi e delle superfici con forme naturali. Gli elaborati che ne risultano sono allora una serie di tavole che mostrano, nel minor spazio possibile, il maggior numero di informazioni sull’edificio, rappresentandone compiutamente la forma. Questa organizzazione delle tavole prodotte nel corso, vero e proprio insieme coordinato di disegni in grado di spiegare la forma e lo spazio di un determinato edificio, è però apparentemente poco leggibile all’interno del contributo, che vuole invece mostrare il metodo di lavoro, le tipologie di tavole, i modelli di studio realizzati. Anche questo è un problema di progetto: ogni pezzo di questo “mosaico” di disegni e immagini offre chiavi di lettura e rimandi verso un altro pezzo, in modo da trasmettere il significato degli obiettivi del corso attraverso analogie, accostamenti e relazioni, con il fine ultimo di comprendere nuovi significati del disegno e nuove idee di architettura. L’elemento ordinatore del “mosaico”, il contenitore, è il prospetto verso la città della Facoltà di Ingegneria di Bologna, progettata da Giuseppe Vaccaro: questa scelta è un tributo ad un edificio che ancora oggi, a settanta anni dalla sua inaugurazione e dopo molte modifiche d’uso che ne hanno stravolto l’innovativo schema distributivo/funzionale, rappresenta uno dei migliori esempi di edilizia universitaria italiana.
2004
L. Cipriani
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