Il comprensorio del Consorzio della Bonifica Burana, ricadente nel bacino idrografico del fiume Panaro, si estende dal crinale tosco-emiliano fino al Po in Lombardia, delimitato a est dal fiume Secchia e a ovest dal torrente Samoggia. Il territorio consortile ricade attualmente in 58 comuni delle province di Modena, Mantova, Ferrara, Bologna e Pistoia per una superficie di 242.536 ettari (80.158 ettari in montagna e 162.378 in pianura). Nel grande reticolo formato dai 2.500 km di canali del comprensorio il regolare deflusso delle acque è garantito da 52 impianti idrovori, oltre 2.000 manufatti, 1 cassa di espansione e 36 stazioni di telerilevamento. Le acque superficiali raggiungono i fiumi percorrendo delle vere e proprie vie d’acqua con incroci, sottopassi, gallerie, ecc. presenti sul territorio del Burana. L’equilibrio tra acqua e suolo va quindi mantenuto con un presidio e una gestione quotidiani, ma può manifestare punti di fragilità quando non vengono rispettati i criteri fondamentali, che regolano l’afflusso ed il percorso delle portate. La crescente cementificazione delle aree di pianura rende particolarmente impegnativo l’allontanamento delle acque dalle zone rurali e dai centri urbani, poiché l’impermeabilizzazione del suolo riduce quasi a zero l’assorbimento delle acque nel terreno, le quali fluiscono molto più rapide e in maggiore quantità in tombini e fognature fino ai canali, che devono essere in grado di riceverle per scaricarle nei fiumi. Canali, impianti idrovori e numerosi altri manufatti che da settembre/ottobre ad aprile/maggio allontanano l’acqua, nel periodo primaverile-estivo, in assenza di eventi critici, vengono utilizzati per creare delle vere e proprie riserve idriche al servizio dell’agricoltura e dell’ambiente. In concreto, mediante opportune manovre idrauliche che impediscono all’acqua di seguire il suo corso verso il mare, vengono trattenute e distribuite nei canali le acque bianche, le acque reflue e le acque provenienti da Po, Secchia, Panaro e Samoggia per consentirne l’attingimento da parte degli agricoltori. Questa fase, nel suo complesso, contribuisce ad un rilevante miglioramento dell’ecosistema grazie all’opportunità di trattenere e distribuire risorsa idrica che altrimenti andrebbe velocemente al mare senza fare ‘tappa’ sul territorio. È essenziale che agricoltura, infrastrutture e insediamenti residenziali e produttivi si armonizzino col governo delle acque: per sostenere lo sviluppo è necessaria un’accorta pianificazione territoriale, sia in montagna, sia in pianura. Alla base dell’impegno del Consorzio nel garantire la sicurezza idraulica, si unisce la sensibilità a migliorare aspetti paesaggistici e favorire la biodiversità, nella consapevolezza che i canali di bonifica e le loro pertinenze, oltre a svolgere la primaria funzione idraulica, caratterizzano il paesaggio, possono contribuire alla valorizzazione ambientale del territorio e al miglioramento qualitativo delle acque, integrando la Rete Natura 2000. Oltre a fornire acqua per le varie zone umide del territorio, il Consorzio realizza fasce boscate lungo i canali e si impegna per la conservazione delle specie rare presenti nei corsi d’acqua, individuate nella lista d’attenzione della flora modenese e nelle liste rosse regionali, nazionali e comunitarie. L’assetto territoriale odierno in cui opera il Consorzio è frutto di grandi interventi di bonifica che tra la fine dell’800 e i primi del ‘900 hanno trasformato le zone paludose della Pianura Padana in zone abitabili e coltivabili. La presenza un tempo diffusa di aree umide naturali nel territorio padano favoriva una vegetazione idro-igrofila altrettanto diffusa e abbondante. I siti di molte specie a distribuzione centro-europea in queste zone rappresentavano un elemento di continuità con areali estesi a tutta la regione europea ed eurasiatica, in grado di garantire la sopravvivenza di popolazioni ed ecotipi locali. La progressiva scomparsa di aree umide dovuta al fort...
Dallai D, Fanti E, Tonelli F, Zampighi C, Buldrini F, Conte L, et al. (2014). Piante di Bonifica: aspetti idrologici e tutela della biodiversità vegetale nei canali della Bonifica Burana. ROMA : Accademia Nazionale dei Lincei - Atti dei Convegni Lincei.
Piante di Bonifica: aspetti idrologici e tutela della biodiversità vegetale nei canali della Bonifica Burana
BULDRINI, FABRIZIO;CONTE, LUCIA;FERRARI, CARLO;
2014
Abstract
Il comprensorio del Consorzio della Bonifica Burana, ricadente nel bacino idrografico del fiume Panaro, si estende dal crinale tosco-emiliano fino al Po in Lombardia, delimitato a est dal fiume Secchia e a ovest dal torrente Samoggia. Il territorio consortile ricade attualmente in 58 comuni delle province di Modena, Mantova, Ferrara, Bologna e Pistoia per una superficie di 242.536 ettari (80.158 ettari in montagna e 162.378 in pianura). Nel grande reticolo formato dai 2.500 km di canali del comprensorio il regolare deflusso delle acque è garantito da 52 impianti idrovori, oltre 2.000 manufatti, 1 cassa di espansione e 36 stazioni di telerilevamento. Le acque superficiali raggiungono i fiumi percorrendo delle vere e proprie vie d’acqua con incroci, sottopassi, gallerie, ecc. presenti sul territorio del Burana. L’equilibrio tra acqua e suolo va quindi mantenuto con un presidio e una gestione quotidiani, ma può manifestare punti di fragilità quando non vengono rispettati i criteri fondamentali, che regolano l’afflusso ed il percorso delle portate. La crescente cementificazione delle aree di pianura rende particolarmente impegnativo l’allontanamento delle acque dalle zone rurali e dai centri urbani, poiché l’impermeabilizzazione del suolo riduce quasi a zero l’assorbimento delle acque nel terreno, le quali fluiscono molto più rapide e in maggiore quantità in tombini e fognature fino ai canali, che devono essere in grado di riceverle per scaricarle nei fiumi. Canali, impianti idrovori e numerosi altri manufatti che da settembre/ottobre ad aprile/maggio allontanano l’acqua, nel periodo primaverile-estivo, in assenza di eventi critici, vengono utilizzati per creare delle vere e proprie riserve idriche al servizio dell’agricoltura e dell’ambiente. In concreto, mediante opportune manovre idrauliche che impediscono all’acqua di seguire il suo corso verso il mare, vengono trattenute e distribuite nei canali le acque bianche, le acque reflue e le acque provenienti da Po, Secchia, Panaro e Samoggia per consentirne l’attingimento da parte degli agricoltori. Questa fase, nel suo complesso, contribuisce ad un rilevante miglioramento dell’ecosistema grazie all’opportunità di trattenere e distribuire risorsa idrica che altrimenti andrebbe velocemente al mare senza fare ‘tappa’ sul territorio. È essenziale che agricoltura, infrastrutture e insediamenti residenziali e produttivi si armonizzino col governo delle acque: per sostenere lo sviluppo è necessaria un’accorta pianificazione territoriale, sia in montagna, sia in pianura. Alla base dell’impegno del Consorzio nel garantire la sicurezza idraulica, si unisce la sensibilità a migliorare aspetti paesaggistici e favorire la biodiversità, nella consapevolezza che i canali di bonifica e le loro pertinenze, oltre a svolgere la primaria funzione idraulica, caratterizzano il paesaggio, possono contribuire alla valorizzazione ambientale del territorio e al miglioramento qualitativo delle acque, integrando la Rete Natura 2000. Oltre a fornire acqua per le varie zone umide del territorio, il Consorzio realizza fasce boscate lungo i canali e si impegna per la conservazione delle specie rare presenti nei corsi d’acqua, individuate nella lista d’attenzione della flora modenese e nelle liste rosse regionali, nazionali e comunitarie. L’assetto territoriale odierno in cui opera il Consorzio è frutto di grandi interventi di bonifica che tra la fine dell’800 e i primi del ‘900 hanno trasformato le zone paludose della Pianura Padana in zone abitabili e coltivabili. La presenza un tempo diffusa di aree umide naturali nel territorio padano favoriva una vegetazione idro-igrofila altrettanto diffusa e abbondante. I siti di molte specie a distribuzione centro-europea in queste zone rappresentavano un elemento di continuità con areali estesi a tutta la regione europea ed eurasiatica, in grado di garantire la sopravvivenza di popolazioni ed ecotipi locali. La progressiva scomparsa di aree umide dovuta al fort...I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.