Lo sviluppo agricolo e industriale della pianura emiliana ha significato la scomparsa di ampie aree palustri e forestali, portando a un paesaggio composto di pochi lembi superstiti a maggior naturalità in una matrice altamente antropizzata. Molte piante ad ampia distribuzione, un tempo comuni, sono oggi scomparse o confinate in piccole zone isolate, o in aree di rifugio originate dalla stessa attività umana, come i canali di bonifica che, sottoposti a regolare manutenzione, svolgono un ruolo notevole per la conservazione biologica. Il Consorzio della Bonifica Burana, ricadente nel bacino idrografico del fiume Panaro, gestisce una rete di canali estesa per 2500 km, su una superficie di 2425,36 km2, di cui 2/3 in pianura, ove cura la difesa idraulica e la distribuzione della risorsa idrica. Per individuare metodi di gestione di questi canali in grado di assicurarne prioritariamente l‘efficienza ma anche la tutela delle specie che ivi si rifugiano (Dallai et al., 2006; Del Prete et al., 2006), è in corso una collaborazione tra gli Enti coinvolti in questo contributo con i seguenti obiettivi: a) individuazione delle specie da tutelare e caratterizzazione ambientale dei siti; b) elaborazione di proposte di gestione in grado di contemperare le esigenze idrauliche con la conservazione biologica; c) organizzazione d‘iniziative pubbliche sui temi inerenti. In un territorio a bassa naturalità come la pianura emiliana, a fronte di alcune centinaia di specie vegetali a rischio di estinzione, il progetto rappresenta un‘occasione per valorizzare gli aspetti di naturalità della rete idrologica consortile e la sua funzione di collegamento di nodi ecologici attualmente presenti. Data l‘estensione del territorio da indagare, è stato prodotto un atlante fotografico con brevi schede di campo da compilarsi a cura degli addetti consortili, che sarà disponibile in rete per promuovere la partecipazione del pubblico all‘iniziativa. Presso l‘Orto Botanico di Modena, si affrontano da anni problemi di tutela di alcune specie particolarmente minacciate, ascritte alle Liste Rosse regionali e nazionali o comunque incluse in liste d'attenzione locali. Su alcune, come Marsilea quadrifolia, Viola pumila, V. elatior, Senecio paludosus, Trapa natans, sono stati svolti (o sono in corso) censimenti delle popolazioni, e in alcuni casi caratterizzazione ecologica dei siti, prove di germinazione e coltivazione ex situ, interventi di rafforzamento. Particolarmente interessanti nel territorio padano sono le specie in condizioni di marginalità di areale come V. pumila (Del Prete et al., 2006; Dallai et al., 2008; Dallai et al., 2009; Buldrini et al., 2010), V. elatior e S. paludosus, di cui è prioritario stabilire la variabilità genetica delle popolazioni locali e le esigenze ecologiche. Il progetto intende affermare la necessità di promuovere azioni condivise per la conservazione biologica fra Istituzioni scientifiche ed Enti di gestione del territorio.
Dallai D., Buldrini F., Conte L., Ferrari C., Fanti E., Fornasiero E., et al. (2011). Gestione della rete idrologica e conservazione della biodiversità vegetale in un territorio di bonifica (bonifica Burana, Emilia orientale).. FIRENZE : Società Botanica Italiana.
Gestione della rete idrologica e conservazione della biodiversità vegetale in un territorio di bonifica (bonifica Burana, Emilia orientale).
BULDRINI, FABRIZIO;CONTE, LUCIA;
2011
Abstract
Lo sviluppo agricolo e industriale della pianura emiliana ha significato la scomparsa di ampie aree palustri e forestali, portando a un paesaggio composto di pochi lembi superstiti a maggior naturalità in una matrice altamente antropizzata. Molte piante ad ampia distribuzione, un tempo comuni, sono oggi scomparse o confinate in piccole zone isolate, o in aree di rifugio originate dalla stessa attività umana, come i canali di bonifica che, sottoposti a regolare manutenzione, svolgono un ruolo notevole per la conservazione biologica. Il Consorzio della Bonifica Burana, ricadente nel bacino idrografico del fiume Panaro, gestisce una rete di canali estesa per 2500 km, su una superficie di 2425,36 km2, di cui 2/3 in pianura, ove cura la difesa idraulica e la distribuzione della risorsa idrica. Per individuare metodi di gestione di questi canali in grado di assicurarne prioritariamente l‘efficienza ma anche la tutela delle specie che ivi si rifugiano (Dallai et al., 2006; Del Prete et al., 2006), è in corso una collaborazione tra gli Enti coinvolti in questo contributo con i seguenti obiettivi: a) individuazione delle specie da tutelare e caratterizzazione ambientale dei siti; b) elaborazione di proposte di gestione in grado di contemperare le esigenze idrauliche con la conservazione biologica; c) organizzazione d‘iniziative pubbliche sui temi inerenti. In un territorio a bassa naturalità come la pianura emiliana, a fronte di alcune centinaia di specie vegetali a rischio di estinzione, il progetto rappresenta un‘occasione per valorizzare gli aspetti di naturalità della rete idrologica consortile e la sua funzione di collegamento di nodi ecologici attualmente presenti. Data l‘estensione del territorio da indagare, è stato prodotto un atlante fotografico con brevi schede di campo da compilarsi a cura degli addetti consortili, che sarà disponibile in rete per promuovere la partecipazione del pubblico all‘iniziativa. Presso l‘Orto Botanico di Modena, si affrontano da anni problemi di tutela di alcune specie particolarmente minacciate, ascritte alle Liste Rosse regionali e nazionali o comunque incluse in liste d'attenzione locali. Su alcune, come Marsilea quadrifolia, Viola pumila, V. elatior, Senecio paludosus, Trapa natans, sono stati svolti (o sono in corso) censimenti delle popolazioni, e in alcuni casi caratterizzazione ecologica dei siti, prove di germinazione e coltivazione ex situ, interventi di rafforzamento. Particolarmente interessanti nel territorio padano sono le specie in condizioni di marginalità di areale come V. pumila (Del Prete et al., 2006; Dallai et al., 2008; Dallai et al., 2009; Buldrini et al., 2010), V. elatior e S. paludosus, di cui è prioritario stabilire la variabilità genetica delle popolazioni locali e le esigenze ecologiche. Il progetto intende affermare la necessità di promuovere azioni condivise per la conservazione biologica fra Istituzioni scientifiche ed Enti di gestione del territorio.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.