Indici di rischio precoci nello sviluppo del linguaggio: uno studio longitudinale

La presente ricerca si basa sull'ipotesi che durante lo sviluppo vi siano continue relazioni tra le diverse competenze linguistiche (Caselli et al., 1999). L'esistenza di queste relazioni ha anche una rilevanza clinica come hanno mostrato alcuni studi che indicano che un ritardo nella produzione lessicale tra i 2 e i 3 anni costituisce un indice di rischio per lo sviluppo successivo (Thal et al., 1997). Tali questioni sono state poco indagate in popolazioni a rischio quale quella dei nati pretermine. La nascita pretermine, infatti, anche in assenza di danni cerebrali, può costituire un fattore di rischio per lo sviluppo a causa dell'interazione, nei primi mesi di vita post-natale, tra un sistema nervoso immaturo e un ambiente, la terapia intensiva neonatale, artificiale, spesso invasivo e non idoneo a favorire gli scambi sociali e comunicativi tra il bambino e i suoi familiari. Questo studio ha quindi l’obiettivo di esaminare longitudinalmente lo sviluppo linguistico di nati pretermine di peso ed età gestazionale molto bassi, focalizzandosi sulle relazioni tra diverse competenze linguistiche a 2 ½, 3 ½ e 6 anni. Un ulteriore obiettivo è quello di analizzare lo sviluppo delle suddette competenze nei bambini risultati a rischio nella produzione lessicale a 2 ½ anni rispetto a quelli non a rischio, al fine di verificare se ritardi linguistici precoci costituiscono indicatori di difficoltà successive. Nella ricerca sarà selezionato un gruppo di bambini nati pretermine, senza danni neurologici, di età gestazionale ≤ 33 settimane. Questi bambini saranno esaminati longitudinalmente a 2 ½ , a 3 ½ e a 6 anni (prima dell’ingresso nella scuola primaria) relativamente alle competenze lessicali, grammaticali e di consapevolezza fonologica.