Le malattie causate da fitoplasmi sono una fonte di preoccupazione sia per l’agricoltura sia per l’ambiente. Non è un caso che molte di queste fitopatie siano considerate malattie di pertinenza di legislazione ad hoc, in genere regolate da decreti di lotta obbligatoria, e che i patogeni ad esse associati vengano spesso indicati come patogeni da quarantena. Le misure di controllo nei confronti di queste malattie si basano essenzialmente sull’estirpo delle piante infette ed il controllo del(i) vettore(i) mediante trattamenti insetticidi. Ad eccezione di alcuni antibiotici, il cui uso fitoiatrico, peraltro, non è ammesso in Italia , non si conoscono finora sostanze in grado di agire direttamente sul patogeno. Negli ultimi anni sono state sviluppate nuove strategie per il controllo delle fitoplasmosi delle specie di interesse agronomico, basate sul potenziamento delle difese della pianta alcune di queste si basano sull’utilizzo di sostanze di origine biotica od abiotica (elicitori), in grado di attivare reazioni di difesa nella pianta; altre, si basano sull’utilizzo di microrganismi endofiti potenziali agenti di biocontrollo o induttori di resistenza(Romanazzi et al., 2009b). Gli endofiti sono funghi, batteri e attinomiceti che espletano parte o tutto il loro ciclo vitale all’interno dei tessuti delle piante. Le ricerche finora condotte si sono rivolte soprattutto alle relazioni in cui il microrganismo endofita contribuisce al miglioramento della fitness della pianta producendo metaboliti secondari, rendendola più resistente a stress abiotici e proteggendola da attacchi di nematodi, insetti predatori, funghi e batteri fitopatogeni (Lugtenberg and Kamilova, 2009). In particolare, gli endofiti sono in grado di ridurre e prevenire i danni provocati dai patogeni attraverso diversi meccanismi(van Loon, 2007): a) competizione per una nicchia ecologica o per un substrato; b) produzione di inibitori allelochimici (antibiotici, enzimi litici, batteriocine);c) induzione di resistenza sistemica (ISR-‘Induced Systemic Resistance’). Le indagini, finora volte a chiarire il fenomeno del recovery, sono state condottesu albicocco, melo e vite (Musetti et al., 2005; Bulgari et al., 2011; Musetti et al.,2007) suggerendo, un possibile coinvolgimento degli endofiti nel risanamento spontaneo. A questo proposito, recentemente è stato dimostrato che Epicoccum nigrum Link è in grado di influenzare lo sviluppo dell’infezione del fitoplasma dello scopazzo del melo in Catharanthus roseus (Musetti et al., 2011). Risultato analogo è stato, inoltre, riscontrato nel Chrysanthemum carinatum infetto da fitoplasmi trattato con Pseudomonas putida (Gamalero et al., 2010). Nel caso della vite, lo studio della comunità endofita ha evidenziato la presenza di Pantoea ag2 glomerans come batterio dominante (Bulgari et al., 2009). Alcuni ceppi di questo batterio sono impiegati come agenti di biocontrollo contro altre fitopatie, come il colpo di fuoco batterico. P. agglomerans, infatti, è in grado di produrre sostanze ad attività anti-microbica, quali Pantocina A e B (Jin et al., 2003), attive nei confronti di Erwinia amylovora. Inoltre, tale batterio viene impiegato nel controllo postraccolta di Monilinia laxa e Rhizopus stolonifer, funghi che danneggiano albicocche e nettarine (Bonaterra et al., 2003). L’effetto di miglioramento della qualità dei frutti e della produttività delle piante, può essere il risultato non solo dell’attività dei batteri endofiti, ma anche dell’utilizzo di sostanze di origine biotica od abiotica in grado di attivare reazioni di difesa nella pianta (elicitori). Numerose ricerche dimostrerebbero inoltre che questi composti posseggono interessanti caratteristiche dal punto di vista tossicologico ed ambientale, in quanto si degradano rapidamente dopo la loro applicazione. Tali considerazioni suggeriscono che questi induttori di resistenza potrebbero avere un interessante utilizzo nel controllo delle malattie da fitoplasmi che colpiscono...

Recovery nelle malattie da fitoplasmi: induzione di resistenza da microrganismi e da elicitori naturali e di sintesi / Bianco P.A.; Bertaccini A; G. Romanazzi. - In: PETRIA. - ISSN 1120-7698. - STAMPA. - 22:(2012), pp. 16-21.

Recovery nelle malattie da fitoplasmi: induzione di resistenza da microrganismi e da elicitori naturali e di sintesi

BERTACCINI, ASSUNTA;
2012

Abstract

Le malattie causate da fitoplasmi sono una fonte di preoccupazione sia per l’agricoltura sia per l’ambiente. Non è un caso che molte di queste fitopatie siano considerate malattie di pertinenza di legislazione ad hoc, in genere regolate da decreti di lotta obbligatoria, e che i patogeni ad esse associati vengano spesso indicati come patogeni da quarantena. Le misure di controllo nei confronti di queste malattie si basano essenzialmente sull’estirpo delle piante infette ed il controllo del(i) vettore(i) mediante trattamenti insetticidi. Ad eccezione di alcuni antibiotici, il cui uso fitoiatrico, peraltro, non è ammesso in Italia , non si conoscono finora sostanze in grado di agire direttamente sul patogeno. Negli ultimi anni sono state sviluppate nuove strategie per il controllo delle fitoplasmosi delle specie di interesse agronomico, basate sul potenziamento delle difese della pianta alcune di queste si basano sull’utilizzo di sostanze di origine biotica od abiotica (elicitori), in grado di attivare reazioni di difesa nella pianta; altre, si basano sull’utilizzo di microrganismi endofiti potenziali agenti di biocontrollo o induttori di resistenza(Romanazzi et al., 2009b). Gli endofiti sono funghi, batteri e attinomiceti che espletano parte o tutto il loro ciclo vitale all’interno dei tessuti delle piante. Le ricerche finora condotte si sono rivolte soprattutto alle relazioni in cui il microrganismo endofita contribuisce al miglioramento della fitness della pianta producendo metaboliti secondari, rendendola più resistente a stress abiotici e proteggendola da attacchi di nematodi, insetti predatori, funghi e batteri fitopatogeni (Lugtenberg and Kamilova, 2009). In particolare, gli endofiti sono in grado di ridurre e prevenire i danni provocati dai patogeni attraverso diversi meccanismi(van Loon, 2007): a) competizione per una nicchia ecologica o per un substrato; b) produzione di inibitori allelochimici (antibiotici, enzimi litici, batteriocine);c) induzione di resistenza sistemica (ISR-‘Induced Systemic Resistance’). Le indagini, finora volte a chiarire il fenomeno del recovery, sono state condottesu albicocco, melo e vite (Musetti et al., 2005; Bulgari et al., 2011; Musetti et al.,2007) suggerendo, un possibile coinvolgimento degli endofiti nel risanamento spontaneo. A questo proposito, recentemente è stato dimostrato che Epicoccum nigrum Link è in grado di influenzare lo sviluppo dell’infezione del fitoplasma dello scopazzo del melo in Catharanthus roseus (Musetti et al., 2011). Risultato analogo è stato, inoltre, riscontrato nel Chrysanthemum carinatum infetto da fitoplasmi trattato con Pseudomonas putida (Gamalero et al., 2010). Nel caso della vite, lo studio della comunità endofita ha evidenziato la presenza di Pantoea ag2 glomerans come batterio dominante (Bulgari et al., 2009). Alcuni ceppi di questo batterio sono impiegati come agenti di biocontrollo contro altre fitopatie, come il colpo di fuoco batterico. P. agglomerans, infatti, è in grado di produrre sostanze ad attività anti-microbica, quali Pantocina A e B (Jin et al., 2003), attive nei confronti di Erwinia amylovora. Inoltre, tale batterio viene impiegato nel controllo postraccolta di Monilinia laxa e Rhizopus stolonifer, funghi che danneggiano albicocche e nettarine (Bonaterra et al., 2003). L’effetto di miglioramento della qualità dei frutti e della produttività delle piante, può essere il risultato non solo dell’attività dei batteri endofiti, ma anche dell’utilizzo di sostanze di origine biotica od abiotica in grado di attivare reazioni di difesa nella pianta (elicitori). Numerose ricerche dimostrerebbero inoltre che questi composti posseggono interessanti caratteristiche dal punto di vista tossicologico ed ambientale, in quanto si degradano rapidamente dopo la loro applicazione. Tali considerazioni suggeriscono che questi induttori di resistenza potrebbero avere un interessante utilizzo nel controllo delle malattie da fitoplasmi che colpiscono...
2012
Recovery nelle malattie da fitoplasmi: induzione di resistenza da microrganismi e da elicitori naturali e di sintesi / Bianco P.A.; Bertaccini A; G. Romanazzi. - In: PETRIA. - ISSN 1120-7698. - STAMPA. - 22:(2012), pp. 16-21.
Bianco P.A.; Bertaccini A; G. Romanazzi
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