La società aperta in cui viviamo oggi gode di livelli di libertà mai prima raggiunti, l’individuo è preminente sul collettivo, ogni principio etico, morale su cui si sono strutturate le società, gli stati, in particolare quelli del mondo occidentale, sono stati e possono essere oggetto oggi di revisione filosofica e sociologica. Tale lavoro di revisione si traduce in cambiamenti dell’uomo e delle aggregazioni che gi uomini attuano per vivere. La fiducia nella technè, sembra avere sostituito nella maggioranza le credenze che nei millenni hanno alleviato l’angoscia insita nell’uomo sin dalla prima presa di coscienza. Forse nel mondo della salute di oggi , da queste trasformazioni profonde derivano da un lato la richiesta imperativa della più avanzata tecnologia per la difesa del sé corporale e intellettuale, la diffusa convinzione della ineluttabilità del risultato positivo di ogni atto medico, dall’altro le azioni legali versus medici ed ospedali e la cosiddetta medicina difensiva anch’essa basata sulla tecnologia, ad evitare l’accusa di omissione. In questo contesto culturale, riduzione delle risorse e distribuzione delle stesse secondo le regole della organizzazione aziendale della Sanità, offerta continua di nuove tecnologie diagnostiche e terapeutiche, innovative quanto costose, richiesta da parte della società di elevati livelli di assistenza, costituiscono gli elementi principali di una equazione di non semplice soluzione E’ comune percezione di Società Scientifiche, dei singoli medici e delle associazioni che li rappresentano e delle persone attente alle trasformazioni degli organi posti a presidio della salute, per esperienza diretta o per sensibilità personale, che non infrequentemente la cura dei pazienti affetti da patologie complesse quali quelle oggetto di questo lavoro, siano influenzate dai fattori sopra menzionati. Il paziente affetto da patologia esofagea candidato alla terapia chirurgica è archetipo del paziente complesso. La complessità è data anche dal fatto che le malattie dell’esofago, neoplastiche e non, sono nella grande maggioranza classificabili come rare (il “Programma d’azione comunitario sulle malattie rare 1999 2003”dell’Unione Europea, definisce “rara” una malattia che colpisce non più di 5 pazienti su 10.000 abitanti). La costituzione di centri di riferimento per la chirurgia esofagea, eventualmente su base regionale, sembra rappresentare la soluzione atta a conseguire il miglioramento della cura a fronte dell’utilizzo ottimale delle risorse impiegate. Sussistono peraltro posizioni e pareri diverse sulle soluzioni organizzative, sui parametri di valutazione del risultato di strutture e di processi di struttura, sugli effetti, della creazione di centri di riferimento sul delicato tessuto del servizio sanitario di una nazione. Nell’ambito della Università di Bologna e del Servizio Sanitario Regionale dell’Emilia-Romagna è attivo da trenta anni il “ centro per lo studio e la terapia delle malattie dell’ esofago “ , gruppo interdisciplinare che ha conseguito nel tempo non trascurabili risultati clinici e scientifici. Scopo del presente lavoro è di fare il punto sugli orientamenti attuali in ordine alla organizzazione della chirurgia esofagea.
Mattioli S, Lugaresi ML (2011). Alta specializzazione e centri di riferimento: la regionalizzazione della chirurgia dell'esofago. BULLETTINO DELLE SCIENZE MEDICHE, ANNO CLXXXIII Fasc.1(1), 63-77.
Alta specializzazione e centri di riferimento: la regionalizzazione della chirurgia dell'esofago
MATTIOLI, SANDRO;LUGARESI, MARIALUISA
2011
Abstract
La società aperta in cui viviamo oggi gode di livelli di libertà mai prima raggiunti, l’individuo è preminente sul collettivo, ogni principio etico, morale su cui si sono strutturate le società, gli stati, in particolare quelli del mondo occidentale, sono stati e possono essere oggetto oggi di revisione filosofica e sociologica. Tale lavoro di revisione si traduce in cambiamenti dell’uomo e delle aggregazioni che gi uomini attuano per vivere. La fiducia nella technè, sembra avere sostituito nella maggioranza le credenze che nei millenni hanno alleviato l’angoscia insita nell’uomo sin dalla prima presa di coscienza. Forse nel mondo della salute di oggi , da queste trasformazioni profonde derivano da un lato la richiesta imperativa della più avanzata tecnologia per la difesa del sé corporale e intellettuale, la diffusa convinzione della ineluttabilità del risultato positivo di ogni atto medico, dall’altro le azioni legali versus medici ed ospedali e la cosiddetta medicina difensiva anch’essa basata sulla tecnologia, ad evitare l’accusa di omissione. In questo contesto culturale, riduzione delle risorse e distribuzione delle stesse secondo le regole della organizzazione aziendale della Sanità, offerta continua di nuove tecnologie diagnostiche e terapeutiche, innovative quanto costose, richiesta da parte della società di elevati livelli di assistenza, costituiscono gli elementi principali di una equazione di non semplice soluzione E’ comune percezione di Società Scientifiche, dei singoli medici e delle associazioni che li rappresentano e delle persone attente alle trasformazioni degli organi posti a presidio della salute, per esperienza diretta o per sensibilità personale, che non infrequentemente la cura dei pazienti affetti da patologie complesse quali quelle oggetto di questo lavoro, siano influenzate dai fattori sopra menzionati. Il paziente affetto da patologia esofagea candidato alla terapia chirurgica è archetipo del paziente complesso. La complessità è data anche dal fatto che le malattie dell’esofago, neoplastiche e non, sono nella grande maggioranza classificabili come rare (il “Programma d’azione comunitario sulle malattie rare 1999 2003”dell’Unione Europea, definisce “rara” una malattia che colpisce non più di 5 pazienti su 10.000 abitanti). La costituzione di centri di riferimento per la chirurgia esofagea, eventualmente su base regionale, sembra rappresentare la soluzione atta a conseguire il miglioramento della cura a fronte dell’utilizzo ottimale delle risorse impiegate. Sussistono peraltro posizioni e pareri diverse sulle soluzioni organizzative, sui parametri di valutazione del risultato di strutture e di processi di struttura, sugli effetti, della creazione di centri di riferimento sul delicato tessuto del servizio sanitario di una nazione. Nell’ambito della Università di Bologna e del Servizio Sanitario Regionale dell’Emilia-Romagna è attivo da trenta anni il “ centro per lo studio e la terapia delle malattie dell’ esofago “ , gruppo interdisciplinare che ha conseguito nel tempo non trascurabili risultati clinici e scientifici. Scopo del presente lavoro è di fare il punto sugli orientamenti attuali in ordine alla organizzazione della chirurgia esofagea.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.