Una ventina di anni fa, nel penultimo capitolo dell’ "Altra musica" (Milano, 1991), Roberto Leydi poneva la questione metodologica dell’importanza sia per l’etnomusicologia sia per la musicologia di studiare non solo i rapporti del nostro mondo musicale con le musiche “altre”, ma anche le relazioni tra queste e quelle europee. Infatti era convinto che i due processi siano due aspetti del medesimo fenomeno e che pertanto vadano proiettati sullo sfondo di un’unica vicenda storica. Per esempio, nello studio dei primi momenti della penetrazione musicale occidentale in Cina, l’etnomusicologo riportava l’attenzione non agli influssi musicali dell’età coloniale, bensì alle trasformazioni seguite all’arrivo di gesuiti francesi che dal 1679 insegnano arie europee sul clavicembalo e all’organo alla corte imperiale a Pechino. Alla luce di tale prospettiva, questo saggio si sofferma sulle questioni relative al significato degli eventi sonori nella comunicazione religiosa, in particolare alle esperienze delle prime schiere di missionari italiani penetrati in Cina già all’inizio del Seicento. Si darà conto in particolare di ricerche avviate di recente sugli scritti di Giulio Aleni (Brescia, 1582- Fukien,1649), missionario in Cina della prima generazione successiva a quella di Matteo Ricci. Se da oltre una ventina di anni storici, geografi, sinologi e filosofi europei e cinesi dedicano studi e traduzioni agli scritti di Aleni, tuttavia la loro conoscenza è stata sinora limitata agli orientalisti e agli specialisti delle scienze religiose. Si sono considerate per la prima volta sub specie musicae e soltanto per exempla, due opere ora disponibili anche in italiano, "Geografia dei paesi stranieri alla Cina" (1623, trad. it. 2009) e "Commento e Immagini della Incarnazione del Signore del Cielo" (1637, trad. it. 2010). Rispettivamente di genere scientifico l’una e religioso l’altra, la loro lettura suggerisce nuove domande allo storico della musica: sull’interesse che gli ambienti colti cinesi del XVI secolo avevano per la musica europea, sulle motivazioni con cui Aleni propone eventi sonori e musiche europee e sul significato che essi potevano avere per la comunicazione religiosa.

“L’altra musica dei paesi stranieri alla Cina”: prime ricerche sui testi del gesuita Giulio Aleni (1582-1649) / D. Restani. - STAMPA. - III:(2013), pp. 1213-1229. (Intervento presentato al convegno Congresso Internazionale di Musica Sacra. in occasione del centenario di fondazione del PIMS tenutosi a Roma nel 26 maggio - 1 giugno 2011).

“L’altra musica dei paesi stranieri alla Cina”: prime ricerche sui testi del gesuita Giulio Aleni (1582-1649)

RESTANI, DONATELLA
2013

Abstract

Una ventina di anni fa, nel penultimo capitolo dell’ "Altra musica" (Milano, 1991), Roberto Leydi poneva la questione metodologica dell’importanza sia per l’etnomusicologia sia per la musicologia di studiare non solo i rapporti del nostro mondo musicale con le musiche “altre”, ma anche le relazioni tra queste e quelle europee. Infatti era convinto che i due processi siano due aspetti del medesimo fenomeno e che pertanto vadano proiettati sullo sfondo di un’unica vicenda storica. Per esempio, nello studio dei primi momenti della penetrazione musicale occidentale in Cina, l’etnomusicologo riportava l’attenzione non agli influssi musicali dell’età coloniale, bensì alle trasformazioni seguite all’arrivo di gesuiti francesi che dal 1679 insegnano arie europee sul clavicembalo e all’organo alla corte imperiale a Pechino. Alla luce di tale prospettiva, questo saggio si sofferma sulle questioni relative al significato degli eventi sonori nella comunicazione religiosa, in particolare alle esperienze delle prime schiere di missionari italiani penetrati in Cina già all’inizio del Seicento. Si darà conto in particolare di ricerche avviate di recente sugli scritti di Giulio Aleni (Brescia, 1582- Fukien,1649), missionario in Cina della prima generazione successiva a quella di Matteo Ricci. Se da oltre una ventina di anni storici, geografi, sinologi e filosofi europei e cinesi dedicano studi e traduzioni agli scritti di Aleni, tuttavia la loro conoscenza è stata sinora limitata agli orientalisti e agli specialisti delle scienze religiose. Si sono considerate per la prima volta sub specie musicae e soltanto per exempla, due opere ora disponibili anche in italiano, "Geografia dei paesi stranieri alla Cina" (1623, trad. it. 2009) e "Commento e Immagini della Incarnazione del Signore del Cielo" (1637, trad. it. 2010). Rispettivamente di genere scientifico l’una e religioso l’altra, la loro lettura suggerisce nuove domande allo storico della musica: sull’interesse che gli ambienti colti cinesi del XVI secolo avevano per la musica europea, sulle motivazioni con cui Aleni propone eventi sonori e musiche europee e sul significato che essi potevano avere per la comunicazione religiosa.
2013
Atti del Congresso internazionale di Musica Sacra
1213
1229
“L’altra musica dei paesi stranieri alla Cina”: prime ricerche sui testi del gesuita Giulio Aleni (1582-1649) / D. Restani. - STAMPA. - III:(2013), pp. 1213-1229. (Intervento presentato al convegno Congresso Internazionale di Musica Sacra. in occasione del centenario di fondazione del PIMS tenutosi a Roma nel 26 maggio - 1 giugno 2011).
D. Restani
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/121693
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