Il tema della globalizzazione è un argomento di grande attualità, che viene generalmente, e giustamente, analizzato nei termini dello sfruttamento che rapporti economici globali determinano sulle realtà locali dei paesi del sud del mondo. Concentrandosi su come il potere economico si sia incentrato nelle mani di soggetti economici dominanti, gli analisti della globalizzazione hanno tuttavia spesso tralasciato di considerare come alcune realtà locali, considerate storicamente marginali, abbiano influenzato trend economici globali. Il caso dell'Africa orientale nel corso del XIX è in questo ambito un caso storico significativo. Il potere d'acquisto degli africani residenti in quest'area conobbe un'ampia crescita nel corso del XIX secolo grazie al loro coinvolgimento nel commercio di avorio, schiavi e copale dalle regioni dell'interno verso la costa, e poi verso l'Europa, l'America e l'India. Questi prodotti venivano acquistati da europei, arabi, indiani e africani con tessuti, perle di vetro e fili d'ottone provenienti dall'Europa, dall'America e dall'Asia. Come è già stato dimostrato nel caso dei tessuti (Prestholdt, 2004) il ruolo delle popolazioni africane interessate da queste reti commerciali nell'influenzare processi economici mondiali è stato decisivo: i gusti ben definiti e la rapidità del cambiamento delle mode delle popolazioni africane, influenzarono, ad esempio, la produzione tessile di centri situati in parti opposte del mondo, come Salem, in Massachusettes e Bombay, in India, contribuendo in maniera decisiva al loro sviluppo industriale. Un discorso parallelo può essere fatto per le perle di vetro prodotte a Venezia. Sebbene considerate in Europa come oggetti senza valore “buoni solo per i selvaggi e i negri”, come veniva affermato al tempo, le conterie veneziane divennero uno dei prodotti più ricercati sui mercati dell’Africa orientale nel XIX secolo, assumendo importanti funzioni economiche, culturali e simboliche. Come quella per i tessuti d’importazione, anche la domanda per le perline veneziane era soggetta a rapidi mutamenti, che causavano non pochi problemi ai commercianti ed esploratori del tempo. Lo scopo di questo articolo è esplorare i fattori, tra cui la moda, alla base dei rapidi mutamenti nella domanda di conterie in Africa orientale nel XIX secolo, ponendo particolare attenzione alla connessione tra il mercato africano e il maggiore centro produttivo di perline di vetro in Europa, Venezia.
K. Pallaver (2010). “I fastidiosi gusti delle donne africane”: aspetti della moda nell’Africa orientale del XIX secolo. AFRICA E MEDITERRANEO, 69-70, 41-46.
“I fastidiosi gusti delle donne africane”: aspetti della moda nell’Africa orientale del XIX secolo
PALLAVER, KARIN
2010
Abstract
Il tema della globalizzazione è un argomento di grande attualità, che viene generalmente, e giustamente, analizzato nei termini dello sfruttamento che rapporti economici globali determinano sulle realtà locali dei paesi del sud del mondo. Concentrandosi su come il potere economico si sia incentrato nelle mani di soggetti economici dominanti, gli analisti della globalizzazione hanno tuttavia spesso tralasciato di considerare come alcune realtà locali, considerate storicamente marginali, abbiano influenzato trend economici globali. Il caso dell'Africa orientale nel corso del XIX è in questo ambito un caso storico significativo. Il potere d'acquisto degli africani residenti in quest'area conobbe un'ampia crescita nel corso del XIX secolo grazie al loro coinvolgimento nel commercio di avorio, schiavi e copale dalle regioni dell'interno verso la costa, e poi verso l'Europa, l'America e l'India. Questi prodotti venivano acquistati da europei, arabi, indiani e africani con tessuti, perle di vetro e fili d'ottone provenienti dall'Europa, dall'America e dall'Asia. Come è già stato dimostrato nel caso dei tessuti (Prestholdt, 2004) il ruolo delle popolazioni africane interessate da queste reti commerciali nell'influenzare processi economici mondiali è stato decisivo: i gusti ben definiti e la rapidità del cambiamento delle mode delle popolazioni africane, influenzarono, ad esempio, la produzione tessile di centri situati in parti opposte del mondo, come Salem, in Massachusettes e Bombay, in India, contribuendo in maniera decisiva al loro sviluppo industriale. Un discorso parallelo può essere fatto per le perle di vetro prodotte a Venezia. Sebbene considerate in Europa come oggetti senza valore “buoni solo per i selvaggi e i negri”, come veniva affermato al tempo, le conterie veneziane divennero uno dei prodotti più ricercati sui mercati dell’Africa orientale nel XIX secolo, assumendo importanti funzioni economiche, culturali e simboliche. Come quella per i tessuti d’importazione, anche la domanda per le perline veneziane era soggetta a rapidi mutamenti, che causavano non pochi problemi ai commercianti ed esploratori del tempo. Lo scopo di questo articolo è esplorare i fattori, tra cui la moda, alla base dei rapidi mutamenti nella domanda di conterie in Africa orientale nel XIX secolo, ponendo particolare attenzione alla connessione tra il mercato africano e il maggiore centro produttivo di perline di vetro in Europa, Venezia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.