La peschicoltura italiana affronta ormai da diverso tempo una fase particolarmente delicata, caratterizzata da risultati economici che, nella maggior parte dei casi, sono stati insoddisfacenti. In talune annate, come quella in corso, la remunerazione del prodotto può addirittura non arrivare a coprire i costi espliciti, vale a dire il reale esborso monetario sostenuto dal frutticoltore. Solamente in rare occasioni il prezzo di mercato è stato sufficiente a garantire anche un’adeguata remunerazione del lavoro e dei capitali apportati dall’imprenditore. Le cause di tale sfavorevole situazione sono indubbiamente numerose e solo attraverso un’attenta lettura delle dinamiche economico – produttive che hanno caratterizzato la peschicoltura nazionale ed europea nel corso degli anni si può comprenderle al meglio e individuare, conseguentemente, possibili soluzioni per il futuro. Alla luce delle dinamiche studiate emergono, tra le principali cause della realtà odierna: - la strutturale sovrapproduzione dell’Unione Europea, rispetto alla domanda; - la crescente competitività degli altri paesi produttori, sia tradizionali, sia emergenti; - il peso sempre maggiore dei grandi gruppi distributivi europei; - la frammentazione e conseguente fragilità del sistema produttivo italiano. L’analisi dell’offerta e dei consumi evidenzia un dato molto significativo: la potenzialità produttiva del nostro Paese è di circa 1,8 milioni di tonnellate per anno, mentre quella dell’intera Unione Europea si colloca attorno a 4-4,5 milioni di tonnellate. Tali valori sono stati costantemente in crescita negli ultimi anni e, a fronte di un tendenziale ristagno dei consumi, originano un eccesso produttivo europeo stimabile attorno alle 400.000 tonnellate. In conseguenza di ciò ogni annata non caratterizzata da eventi climatici negativi si traduce automaticamente in forte surplus di offerta ed in marcate riduzioni dei prezzi riconosciuti al produttore. In questa ottica di forte pressione dell’offerta la competizione tra paesi produttori è destinata a crescere, premiando quelli dotati di una migliore capacità organizzativa. L’ultimo decennio ha visto una consistente crescita produttiva in molti paesi, fra i quali spicca certamente la Spagna e, in prospettiva, la Turchia. A testimonianza del momento di difficoltà, le esportazioni italiane diminuiscono mediamente del 2% ogni anno mentre, contemporaneamente, quelle spagnole aumentano ad un ritmo medio del 14% annuo nel decennio. In pochi anni l’Italia ha perso importanti quote di mercato ed è stata addirittura superata dalla Spagna in termini di valore del prodotto esportato. I crescenti volumi di pesche e nettarine commercializzati attraverso le grandi catene distributive europee determinano poi una marcata dipendenza tra le strategie di queste ultime e la conseguente remuneratività del prodotto. Le politiche di ribasso dei prezzi attuate a livello di distribuzione si traducono immediatamente in flessioni a tutti i livelli della filiera, fino al produttore. La frammentazione dei produttori italiani, infine, è allo stesso tempo causa delle difficoltà del settore e punto di partenza per un possibile rilancio dello stesso. Un primo elemento che emerge dalle considerazioni di cui sopra è la necessità di una effettiva operatività sui mercati di strumenti di aggregazione dell’offerta volti a cercare di realizzare economie di scala e capacità di governo dell’offerta per recuperare una competitività strutturale. Tali organismi, basati su esistenti Organizzazioni o Associazioni, o creati ex novo per aree o per produzioni omogenee, dovrebbero esaltare, la loro funzione programmatoria e riservare la funzione di protezione ai soli momenti di emergenza, riconducibili ad occasionali surplus produttivi. L’OCM ortofrutta affida a loro proprio questo compito, ma perché le OP siano efficaci in tal senso, dovrebbero aggregare a livello europeo una larga maggioranza della produzione. Dal momento che gli ultimi dati disp...

Situazione economico-commerciale del pesco e prospettive di mercato

CANAVARI, MAURIZIO;PALMIERI, ALESSANDRO;PIGNATTI, ERIKA;REGAZZI, DOMENICO
2004

Abstract

La peschicoltura italiana affronta ormai da diverso tempo una fase particolarmente delicata, caratterizzata da risultati economici che, nella maggior parte dei casi, sono stati insoddisfacenti. In talune annate, come quella in corso, la remunerazione del prodotto può addirittura non arrivare a coprire i costi espliciti, vale a dire il reale esborso monetario sostenuto dal frutticoltore. Solamente in rare occasioni il prezzo di mercato è stato sufficiente a garantire anche un’adeguata remunerazione del lavoro e dei capitali apportati dall’imprenditore. Le cause di tale sfavorevole situazione sono indubbiamente numerose e solo attraverso un’attenta lettura delle dinamiche economico – produttive che hanno caratterizzato la peschicoltura nazionale ed europea nel corso degli anni si può comprenderle al meglio e individuare, conseguentemente, possibili soluzioni per il futuro. Alla luce delle dinamiche studiate emergono, tra le principali cause della realtà odierna: - la strutturale sovrapproduzione dell’Unione Europea, rispetto alla domanda; - la crescente competitività degli altri paesi produttori, sia tradizionali, sia emergenti; - il peso sempre maggiore dei grandi gruppi distributivi europei; - la frammentazione e conseguente fragilità del sistema produttivo italiano. L’analisi dell’offerta e dei consumi evidenzia un dato molto significativo: la potenzialità produttiva del nostro Paese è di circa 1,8 milioni di tonnellate per anno, mentre quella dell’intera Unione Europea si colloca attorno a 4-4,5 milioni di tonnellate. Tali valori sono stati costantemente in crescita negli ultimi anni e, a fronte di un tendenziale ristagno dei consumi, originano un eccesso produttivo europeo stimabile attorno alle 400.000 tonnellate. In conseguenza di ciò ogni annata non caratterizzata da eventi climatici negativi si traduce automaticamente in forte surplus di offerta ed in marcate riduzioni dei prezzi riconosciuti al produttore. In questa ottica di forte pressione dell’offerta la competizione tra paesi produttori è destinata a crescere, premiando quelli dotati di una migliore capacità organizzativa. L’ultimo decennio ha visto una consistente crescita produttiva in molti paesi, fra i quali spicca certamente la Spagna e, in prospettiva, la Turchia. A testimonianza del momento di difficoltà, le esportazioni italiane diminuiscono mediamente del 2% ogni anno mentre, contemporaneamente, quelle spagnole aumentano ad un ritmo medio del 14% annuo nel decennio. In pochi anni l’Italia ha perso importanti quote di mercato ed è stata addirittura superata dalla Spagna in termini di valore del prodotto esportato. I crescenti volumi di pesche e nettarine commercializzati attraverso le grandi catene distributive europee determinano poi una marcata dipendenza tra le strategie di queste ultime e la conseguente remuneratività del prodotto. Le politiche di ribasso dei prezzi attuate a livello di distribuzione si traducono immediatamente in flessioni a tutti i livelli della filiera, fino al produttore. La frammentazione dei produttori italiani, infine, è allo stesso tempo causa delle difficoltà del settore e punto di partenza per un possibile rilancio dello stesso. Un primo elemento che emerge dalle considerazioni di cui sopra è la necessità di una effettiva operatività sui mercati di strumenti di aggregazione dell’offerta volti a cercare di realizzare economie di scala e capacità di governo dell’offerta per recuperare una competitività strutturale. Tali organismi, basati su esistenti Organizzazioni o Associazioni, o creati ex novo per aree o per produzioni omogenee, dovrebbero esaltare, la loro funzione programmatoria e riservare la funzione di protezione ai soli momenti di emergenza, riconducibili ad occasionali surplus produttivi. L’OCM ortofrutta affida a loro proprio questo compito, ma perché le OP siano efficaci in tal senso, dovrebbero aggregare a livello europeo una larga maggioranza della produzione. Dal momento che gli ultimi dati disp...
2004
XXV Convegno Peschicolo Nazionale. Book of abstracts
1
2
Canavari M.; Mazzotti V.; Palmieri A.; Pignatti E.; Regazzi D.
File in questo prodotto:
Eventuali allegati, non sono esposti

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/12138
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact