Negli ultimi anni, il mondo delle cooperative, e più in generale quello non profit, sono stati interessati in maniera crescente dai temi della responsabilità e della rendicontazione sociale. Un tratto caratterizzante che si evidenzia, da subito, come peculiare della RSC riguarda la centralità attribuita al fattore umano, in particolare alla figura del socio. Le cooperative nascono, infatti, con una volontà di differenziarsi rispetto all’'impresa tradizionale, che le porta ad adottare modelli di governance democratici, dove ad ogni socio è attribuito un pari potere decisionale, e obiettivi finalizzati alla soddisfazione dei bisogni degli associati, anziché al perseguimento del profitto. In questa logica, Salani evidenza che “il vantaggio di essere una cooperativa è nel fatto che la sua “morale” l’ha scritta nel suo statuto. Ogni cooperativa che si costituisce, rinnova il “patto”, il contratto, che lega i soci tra loro e con l’impresa cooperativa, strumento economico che serve a conseguire questo obiettivo . mentre per l’impresa for profit tutto ciò che è ulteriore alla razionalità del profitto deve essere costruito e dichiarato, per una cooperativa questa cornice esiste già (…)” (Salani, 2004, pag. 245-6). I tratti peculiari della RSC, appena delineati, uniti alle possibilità gradualmente riconosciute dalla normativa alle cooperative, di dotarsi di strumenti finanziari ed accogliere anche dei soci non mutualistici, si ritiene che nel prossimo futuro rappresenteranno un elemento di grande vantaggio competitivo per il modello cooperativo, poiché ne favoriranno il finanziamento, attraverso l’acquisizione di capitali provenienti da forme di investimento eticamente orientate. L’ottenimento di tali vantaggi, si sposerà, tuttavia, in maniera univoca rispetto all’adozione dei due principali strumenti di gestione della RSC: il bilancio sociale, che fino ad oggi ha conosciuto un relativo successo in termini di diffusione, e il codice etico, che risulta invece tutt’ora poco conosciuto. Il bilancio sociale, infatti, consentirà alle cooperative, a consuntivo, da una parte di mettere in evidenza le proprie pecularietà imprenditoriali e connesse responsabilità sociali, e, dall’altra di misurare internamente e rendere conto esternamente le modalità con cui esse vengono perseguite. Viceversa, il codice etico sarà deputato a dichiarare, a preventivo, le norme etiche a cui improntare i comportamenti interni per dar corpo alle proprie responsabilità sociali. L’obiettivo del presente lavoro è in primo luogo quello di tracciare la nascita del tema della responsabilità sociale nel comparto cooperativo, dalle sue origini ad oggi, e in secondo luogo quello di dimostrare quanto tale responsabilità sia in realtà connaturata nella natura stessa del mondo cooperativo, evidenziando i tratti salienti della cosiddetta “responsabilità sociale cooperativa”. A questo primo contributo ne farà seguito un secondo, di carattere empirico, volto ad analizzare alcune esperienze di RSC realizzate nella provincia di Forlì-Cesena. Il presente articolo si struttura successivamente in tre sezioni: nella prima, si descrive il processo evolutivo che ha subito il tema della responsabilità sociale nel mondo cooperativo in Italia; nella seconda, vengono discusse le caratteristiche peculiari del fenomeno della RSC; nella terza, si riportano alcune riflessioni conclusive sul ruolo e la diffusione del bilancio sociale e del codice etico nel modello cooperativo.

B. Siboni, G. Pietropaoli (2012). La Responsabilità sociale nel modello imprenditoriale cooperativo. Evoluzione e tratti caratterizzanti. NON PROFIT, 18(1), 77-92.

La Responsabilità sociale nel modello imprenditoriale cooperativo. Evoluzione e tratti caratterizzanti

SIBONI, BENEDETTA;
2012

Abstract

Negli ultimi anni, il mondo delle cooperative, e più in generale quello non profit, sono stati interessati in maniera crescente dai temi della responsabilità e della rendicontazione sociale. Un tratto caratterizzante che si evidenzia, da subito, come peculiare della RSC riguarda la centralità attribuita al fattore umano, in particolare alla figura del socio. Le cooperative nascono, infatti, con una volontà di differenziarsi rispetto all’'impresa tradizionale, che le porta ad adottare modelli di governance democratici, dove ad ogni socio è attribuito un pari potere decisionale, e obiettivi finalizzati alla soddisfazione dei bisogni degli associati, anziché al perseguimento del profitto. In questa logica, Salani evidenza che “il vantaggio di essere una cooperativa è nel fatto che la sua “morale” l’ha scritta nel suo statuto. Ogni cooperativa che si costituisce, rinnova il “patto”, il contratto, che lega i soci tra loro e con l’impresa cooperativa, strumento economico che serve a conseguire questo obiettivo . mentre per l’impresa for profit tutto ciò che è ulteriore alla razionalità del profitto deve essere costruito e dichiarato, per una cooperativa questa cornice esiste già (…)” (Salani, 2004, pag. 245-6). I tratti peculiari della RSC, appena delineati, uniti alle possibilità gradualmente riconosciute dalla normativa alle cooperative, di dotarsi di strumenti finanziari ed accogliere anche dei soci non mutualistici, si ritiene che nel prossimo futuro rappresenteranno un elemento di grande vantaggio competitivo per il modello cooperativo, poiché ne favoriranno il finanziamento, attraverso l’acquisizione di capitali provenienti da forme di investimento eticamente orientate. L’ottenimento di tali vantaggi, si sposerà, tuttavia, in maniera univoca rispetto all’adozione dei due principali strumenti di gestione della RSC: il bilancio sociale, che fino ad oggi ha conosciuto un relativo successo in termini di diffusione, e il codice etico, che risulta invece tutt’ora poco conosciuto. Il bilancio sociale, infatti, consentirà alle cooperative, a consuntivo, da una parte di mettere in evidenza le proprie pecularietà imprenditoriali e connesse responsabilità sociali, e, dall’altra di misurare internamente e rendere conto esternamente le modalità con cui esse vengono perseguite. Viceversa, il codice etico sarà deputato a dichiarare, a preventivo, le norme etiche a cui improntare i comportamenti interni per dar corpo alle proprie responsabilità sociali. L’obiettivo del presente lavoro è in primo luogo quello di tracciare la nascita del tema della responsabilità sociale nel comparto cooperativo, dalle sue origini ad oggi, e in secondo luogo quello di dimostrare quanto tale responsabilità sia in realtà connaturata nella natura stessa del mondo cooperativo, evidenziando i tratti salienti della cosiddetta “responsabilità sociale cooperativa”. A questo primo contributo ne farà seguito un secondo, di carattere empirico, volto ad analizzare alcune esperienze di RSC realizzate nella provincia di Forlì-Cesena. Il presente articolo si struttura successivamente in tre sezioni: nella prima, si descrive il processo evolutivo che ha subito il tema della responsabilità sociale nel mondo cooperativo in Italia; nella seconda, vengono discusse le caratteristiche peculiari del fenomeno della RSC; nella terza, si riportano alcune riflessioni conclusive sul ruolo e la diffusione del bilancio sociale e del codice etico nel modello cooperativo.
2012
B. Siboni, G. Pietropaoli (2012). La Responsabilità sociale nel modello imprenditoriale cooperativo. Evoluzione e tratti caratterizzanti. NON PROFIT, 18(1), 77-92.
B. Siboni; G. Pietropaoli
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/121248
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