Un gruppo di ricercatori del Dipartimento dell'Università di Bologna incontra e si confronta per tre anni con educatori, insegnanti e genitori in diverse sedi. L'obiettivo è tentare di capire le principali criticità e le possibili risorse sia dei servizi educativi per l'infanzia sia delle famiglie: in un tempo, come il nostro, in cui tali ambiti hanno subito profondi mutamenti e risentono del forte impatto della crisi economico-finanziaria. Emerge un’ esigenza imperante: quella di una reciproca alleanza educativa, espressa come condizione "sine qua non" per superare le rispettive problematicità. Il contributo, in particolare, analizza le criticità presenti nel contesto educativo del gioco e delle condotte motorie dove, spesso, le paure e le ansie dei genitori non consentono alle insegnanti scelte didattiche basate sulla reale libertà di esplorazione e di sperimentazione del bambino. Questo, soprattutto, nel gioco motorio, dove l'esperienza educativa si apre a situazioni che spesso, per chi non conosce le potenzialità infantili, sono considerate "rischiose". L'ambito scelto è quello del nido d'infanzia, fascia d'età considerata tra le più importanti nello sviluppo infantile, per il forte bisogno di azione e movimento che caratterizza il bambino. L’indagine ha verificato lo stato di alleanza-disalleanza dei genitori verso attività, materiali , spazi e situazioni educative proponibili ai bambini all’interno del gioco e delle condotte motorie. La stessa verifica è stata fatta chiedendo alleeducatrici di interpretare l’atteggiamento dei genitori rispetto agli stessi quesiti. In tal modo si è potuto verificare: il reale appoggio dei genitori rispetto alle scelte delle educatrici, dall’altro la percezione di tale status da parte delle educatrici stesse. I dati raccolti mostrano come il dialogo e il confronto con i genitori possano contribuire a porre le premesse per una reale alleanza educativa, anche su attività di gioco motorio a prima vista improponibili. Interessanti differenze di genere emergono, tra mamme e papà, rispetto agli atteggiamenti di maggiore timore o ansia. Si evidenzia, in particolare, la necessità di lavorare insieme, genitori e bambini, per consentire ai primi di verificare le potenzialità dei secondi, uscendo dalla mentalità di sottostima con cui i piccoli vengono interpretati dagli adulti, e aprire a una concreta alleanza che consenta la reale e totale stimolazione delle potenzialità di ciascuno, sia a scuola che nell’ambito familiare.
A. Ceciliani, A.Bortolotti (2012). Alleanze/disalleanze, gioco e condotte motorie nel processo educativo infantile.. ROMA : Carocci.
Alleanze/disalleanze, gioco e condotte motorie nel processo educativo infantile.
CECILIANI, ANDREA;BORTOLOTTI, ALESSANDRO
2012
Abstract
Un gruppo di ricercatori del Dipartimento dell'Università di Bologna incontra e si confronta per tre anni con educatori, insegnanti e genitori in diverse sedi. L'obiettivo è tentare di capire le principali criticità e le possibili risorse sia dei servizi educativi per l'infanzia sia delle famiglie: in un tempo, come il nostro, in cui tali ambiti hanno subito profondi mutamenti e risentono del forte impatto della crisi economico-finanziaria. Emerge un’ esigenza imperante: quella di una reciproca alleanza educativa, espressa come condizione "sine qua non" per superare le rispettive problematicità. Il contributo, in particolare, analizza le criticità presenti nel contesto educativo del gioco e delle condotte motorie dove, spesso, le paure e le ansie dei genitori non consentono alle insegnanti scelte didattiche basate sulla reale libertà di esplorazione e di sperimentazione del bambino. Questo, soprattutto, nel gioco motorio, dove l'esperienza educativa si apre a situazioni che spesso, per chi non conosce le potenzialità infantili, sono considerate "rischiose". L'ambito scelto è quello del nido d'infanzia, fascia d'età considerata tra le più importanti nello sviluppo infantile, per il forte bisogno di azione e movimento che caratterizza il bambino. L’indagine ha verificato lo stato di alleanza-disalleanza dei genitori verso attività, materiali , spazi e situazioni educative proponibili ai bambini all’interno del gioco e delle condotte motorie. La stessa verifica è stata fatta chiedendo alleeducatrici di interpretare l’atteggiamento dei genitori rispetto agli stessi quesiti. In tal modo si è potuto verificare: il reale appoggio dei genitori rispetto alle scelte delle educatrici, dall’altro la percezione di tale status da parte delle educatrici stesse. I dati raccolti mostrano come il dialogo e il confronto con i genitori possano contribuire a porre le premesse per una reale alleanza educativa, anche su attività di gioco motorio a prima vista improponibili. Interessanti differenze di genere emergono, tra mamme e papà, rispetto agli atteggiamenti di maggiore timore o ansia. Si evidenzia, in particolare, la necessità di lavorare insieme, genitori e bambini, per consentire ai primi di verificare le potenzialità dei secondi, uscendo dalla mentalità di sottostima con cui i piccoli vengono interpretati dagli adulti, e aprire a una concreta alleanza che consenta la reale e totale stimolazione delle potenzialità di ciascuno, sia a scuola che nell’ambito familiare.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.