Testimonianza resa intorno allo spettacolo “Papperlapapp”, presentato da Christoph Marthaler al Festival d’Avignone, presso la Corte d’onore del Palazzo dei Papi nell’estate del 2010. Nell'articolo il racconto dello spettacolo si fa pretesto per riflettere intorno ad alcune costanti strutturali del linguaggio registico marthaleriano. Ripercorrendo i vari episodi di quella grottesca epopea della storia del papato che il regista svizzero sceneggia all’interno della sua creazione, uno a uno emergono i costrutti caratteristici delle sue strategie diegetiche – il rapporto virtuosistico con la musica attraversata nelle sue più varie declinazioni dal colto al pop, la sintassi di montaggio, l’ampio ricorso alla figura dell’ironia che non toglie, però, spazio ad affondi di inusitata “crudeltà”… –, così come certi luoghi topici del suo immaginario, in primis il ritorno ossessivo agli interni piccolo borghesi della grande Germania… Al centro di questa esplorazione 'sul campo', una riflessione intorno all’utilizzo marthaleriano delle tecniche di stranimanto nel duplice tentativo di meglio penetrare segreti e possibilità di questa forma espressiva e di meglio definire il rapporto che lega il regista svizzero al teatro di Brecht. In questa prospettiva il teatro di Marthaler, ponendosi nel solco del teatro epico e ad un tempo tentando di aggiornarlo e innovarlo dall’interno, si dà forse come il più compiuto e stimolante tentativo di superamento della scena brechtiana oggi sperimentato in Europa, aggiornato alla nuova realtà culturale postmoderna.

Lettera da Avignone per «Papperlapapp» / C. Longhi. - In: TEATRO E STORIA. - ISSN 0394-6932. - STAMPA. - 31:(2010), pp. 199-207.

Lettera da Avignone per «Papperlapapp»

LONGHI, CLAUDIO
2010

Abstract

Testimonianza resa intorno allo spettacolo “Papperlapapp”, presentato da Christoph Marthaler al Festival d’Avignone, presso la Corte d’onore del Palazzo dei Papi nell’estate del 2010. Nell'articolo il racconto dello spettacolo si fa pretesto per riflettere intorno ad alcune costanti strutturali del linguaggio registico marthaleriano. Ripercorrendo i vari episodi di quella grottesca epopea della storia del papato che il regista svizzero sceneggia all’interno della sua creazione, uno a uno emergono i costrutti caratteristici delle sue strategie diegetiche – il rapporto virtuosistico con la musica attraversata nelle sue più varie declinazioni dal colto al pop, la sintassi di montaggio, l’ampio ricorso alla figura dell’ironia che non toglie, però, spazio ad affondi di inusitata “crudeltà”… –, così come certi luoghi topici del suo immaginario, in primis il ritorno ossessivo agli interni piccolo borghesi della grande Germania… Al centro di questa esplorazione 'sul campo', una riflessione intorno all’utilizzo marthaleriano delle tecniche di stranimanto nel duplice tentativo di meglio penetrare segreti e possibilità di questa forma espressiva e di meglio definire il rapporto che lega il regista svizzero al teatro di Brecht. In questa prospettiva il teatro di Marthaler, ponendosi nel solco del teatro epico e ad un tempo tentando di aggiornarlo e innovarlo dall’interno, si dà forse come il più compiuto e stimolante tentativo di superamento della scena brechtiana oggi sperimentato in Europa, aggiornato alla nuova realtà culturale postmoderna.
2010
Lettera da Avignone per «Papperlapapp» / C. Longhi. - In: TEATRO E STORIA. - ISSN 0394-6932. - STAMPA. - 31:(2010), pp. 199-207.
C. Longhi
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