Giuseppe Barbieri, originario di Termignon, in Savoia (ivi, 1647-Borgo San Donnino, 1733), benchè ancora poco noto e spesso anzi neppure correttamente identificato, ha lasciato importanti testimonianze del suo lavoro di quadraturista nei collegi d’Emilia e non solo. Durante i lavori per il collegio e la comunità gesuitica di Mondovì ove si decorava la chiesa dedicata a San Francesco Saverio, conobbe Andrea Pozzo e l’impronta dell’influenza del teorico e pittore di Trento è riconoscibile nella volta della cappella del Noviziato di Bologna con la Gloria di Sant’Ignazio (1679-1681), nei lavori per la decorazione della cupola, dei pennacchi, del presbiterio e della navata maggiore della chiesa di San Bartolomeo a Modena (1692-1698) con l’immagine divina fatta di pura luce e gli apostoli che fanno corona, nel collegio gesuitico di Fidenza (1704-1709). Vi dipinge l’Ascensione di Cristo, l’Esaltazione della Croce e Santi, l’Assunzione della Vergine con angeli concertanti, Putti col monogramma di Cristo, gli Angeli in prospettiva. Vi utilizza una tavolozza di colori morbidi che permettono alla pittura di saldarsi con efficacia all’architettura, e soprattutto di guidare il pensiero dei fedeli e degli educandi nelle questioni di fede, sollecitandoli alla meditazione. Barbieri inoltre lavora a Cotignola, Brescia, Parma, Reggio, Busseto, Imola. Si sono indagati i temi figurativi e la sua architettura dipinta. In più occasioni è stato evidenziato il significato mnemonico della ritualità esasperata, delle scenografie colorate e simboliche che accompagnarono la Compagnia, la dimensione allegorica che nel Seicento e nel Settecento riusciva a coinvolgere l’emotività dei fedeli fino a far nascere stati di esaltazione collettiva. Le metafore, in scrittura e in pittura, sono state ampiamente utilizzate, sono strumenti paradigmatici utili per meglio e più memorizzare. La critica ha acquisito da tempo il ruolo pedagogico e didattico del teatro gesuitico, l’intento di persuasione e di edificazione delle decorazioni nei collegi e nelle chiese. L’allegoria spaziale di Barbieri esaltante la gloria di Dio e dei santi, è contemporanea al magistero artistico di Andrea Pozzo e alla grande diffusione dei Bibiena in Emilia, in Italia e in Europa.

Giuseppe Barbieri fra Pozzo e i Bibiena

PIGOZZI, MARINELLA
2012

Abstract

Giuseppe Barbieri, originario di Termignon, in Savoia (ivi, 1647-Borgo San Donnino, 1733), benchè ancora poco noto e spesso anzi neppure correttamente identificato, ha lasciato importanti testimonianze del suo lavoro di quadraturista nei collegi d’Emilia e non solo. Durante i lavori per il collegio e la comunità gesuitica di Mondovì ove si decorava la chiesa dedicata a San Francesco Saverio, conobbe Andrea Pozzo e l’impronta dell’influenza del teorico e pittore di Trento è riconoscibile nella volta della cappella del Noviziato di Bologna con la Gloria di Sant’Ignazio (1679-1681), nei lavori per la decorazione della cupola, dei pennacchi, del presbiterio e della navata maggiore della chiesa di San Bartolomeo a Modena (1692-1698) con l’immagine divina fatta di pura luce e gli apostoli che fanno corona, nel collegio gesuitico di Fidenza (1704-1709). Vi dipinge l’Ascensione di Cristo, l’Esaltazione della Croce e Santi, l’Assunzione della Vergine con angeli concertanti, Putti col monogramma di Cristo, gli Angeli in prospettiva. Vi utilizza una tavolozza di colori morbidi che permettono alla pittura di saldarsi con efficacia all’architettura, e soprattutto di guidare il pensiero dei fedeli e degli educandi nelle questioni di fede, sollecitandoli alla meditazione. Barbieri inoltre lavora a Cotignola, Brescia, Parma, Reggio, Busseto, Imola. Si sono indagati i temi figurativi e la sua architettura dipinta. In più occasioni è stato evidenziato il significato mnemonico della ritualità esasperata, delle scenografie colorate e simboliche che accompagnarono la Compagnia, la dimensione allegorica che nel Seicento e nel Settecento riusciva a coinvolgere l’emotività dei fedeli fino a far nascere stati di esaltazione collettiva. Le metafore, in scrittura e in pittura, sono state ampiamente utilizzate, sono strumenti paradigmatici utili per meglio e più memorizzare. La critica ha acquisito da tempo il ruolo pedagogico e didattico del teatro gesuitico, l’intento di persuasione e di edificazione delle decorazioni nei collegi e nelle chiese. L’allegoria spaziale di Barbieri esaltante la gloria di Dio e dei santi, è contemporanea al magistero artistico di Andrea Pozzo e alla grande diffusione dei Bibiena in Emilia, in Italia e in Europa.
2012
Andrea e Giuseppe Pozzo, Atti del Convegno Internazionale di studi,
257
281
M. Pigozzi
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/119702
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