La ricerca degli ultimi decenni ha ben messo a fuoco tanto il ruolo dei Paesi Bassi come centro di mediazione culturale e intellettuale a partire dalla seconda metà del XVII secolo, quanto l’importanza della corrispondenza e dei périodiques savants quali strumenti privilegiati di circolazione e di diffusione del sapere. Quella su cui abbiamo voluto fare un po’ di luce però, è una regione assai meno studiata della République des Lettres, ed una comunità di eletti in senso assai più stretto dell’élite intellettuale cui diedero vita i suoi cittadini. All’indomani della Revoca dell’Editto di Nantes, la soluzione della questione protestante prevede anche, per i sudditi ugonotti refrattari alla conversione, l’esperienza delle galere e la deportazione nei territori d’Oltremare. Di libri e di lettura si parla tantissimo nelle loro testimonianze, siano esse vere e proprie memorie per lo più date alle stampe tra gli ultimi anni del XVII secolo ed i primi del XVIII, o si tratti invece di missive rimaste manoscritte e raccolte solo nei decenni successivi dal pastore Antoine Court assieme ad altro materiale ritenuto utile alla redazione di una storia del protestantesimo francese a partire dalla Revoca dell’Editto di Nantes. Gli studi dedicati alla «société enchaînée» non hanno mancato, certo, di segnalarne la vita intellettuale. Ancora non sufficientemente esplorata rimane tuttavia la produzione di questa zona marginale in relazione a quanto veniva in quegli anni pubblicato nei Paesi a più alta concentrazione di rifugiati. Periodici, relazioni galeotte e libri citati da queste ultime appartengono infatti per lo più allo stesso mondo editoriale, sono opera, come si evince facilmente dai loro nomi, di tipografi francesi emigrati in Olanda «pour cause de religion». Così come del Refuge fanno parte i loro curatori. Quello che vediamo profilarsi dietro le relazioni galeotte è insomma sì un mondo di uomini trasformatisi per necessità da semplici fruitori a cittadini attivi della République des Lettres, ma è anche una macchina complessa, un’impresa internazionale. Mettere meglio a fuoco ciò che ci sta dietro, inserire queste testimonianze nella produzione dell’intero Refuge ha inoltre il fine di capire fino a che punto sia per noi possibile fare su di esse affidamento. Quanto ha contato il fatto che queste relazioni, a detta dei loro stessi autori, volessero o finissero per essere a loro volta, proprio come i volumi in esse citati, proprio come tutte le publicazioni messe in circolazione dai pastori esiliati e destinate al loro gregge, strumenti di esortazione e di consolazione del popolo perseguitato? Un punto di vista diverso, insomma, a partire dal quale crediamo sia ancora possibile offrire un pur piccolo contributo alla ricerca in corso sulla circolazione del libro clandestino all’epoca della crisi della coscienza europea; certo ancora un’occasione per riflettere su quanto caratterizza in ultima analisi, nel suo rapporto con il libro, l’universo protestante.
B. Conconi (2012). Letture galeotte. Libri, lettori e biblioteche nelle galere del Re Sole. RIVISTA DI STORIA E LETTERATURA RELIGIOSA, 2, 323-354.
Letture galeotte. Libri, lettori e biblioteche nelle galere del Re Sole
CONCONI, BRUNA
2012
Abstract
La ricerca degli ultimi decenni ha ben messo a fuoco tanto il ruolo dei Paesi Bassi come centro di mediazione culturale e intellettuale a partire dalla seconda metà del XVII secolo, quanto l’importanza della corrispondenza e dei périodiques savants quali strumenti privilegiati di circolazione e di diffusione del sapere. Quella su cui abbiamo voluto fare un po’ di luce però, è una regione assai meno studiata della République des Lettres, ed una comunità di eletti in senso assai più stretto dell’élite intellettuale cui diedero vita i suoi cittadini. All’indomani della Revoca dell’Editto di Nantes, la soluzione della questione protestante prevede anche, per i sudditi ugonotti refrattari alla conversione, l’esperienza delle galere e la deportazione nei territori d’Oltremare. Di libri e di lettura si parla tantissimo nelle loro testimonianze, siano esse vere e proprie memorie per lo più date alle stampe tra gli ultimi anni del XVII secolo ed i primi del XVIII, o si tratti invece di missive rimaste manoscritte e raccolte solo nei decenni successivi dal pastore Antoine Court assieme ad altro materiale ritenuto utile alla redazione di una storia del protestantesimo francese a partire dalla Revoca dell’Editto di Nantes. Gli studi dedicati alla «société enchaînée» non hanno mancato, certo, di segnalarne la vita intellettuale. Ancora non sufficientemente esplorata rimane tuttavia la produzione di questa zona marginale in relazione a quanto veniva in quegli anni pubblicato nei Paesi a più alta concentrazione di rifugiati. Periodici, relazioni galeotte e libri citati da queste ultime appartengono infatti per lo più allo stesso mondo editoriale, sono opera, come si evince facilmente dai loro nomi, di tipografi francesi emigrati in Olanda «pour cause de religion». Così come del Refuge fanno parte i loro curatori. Quello che vediamo profilarsi dietro le relazioni galeotte è insomma sì un mondo di uomini trasformatisi per necessità da semplici fruitori a cittadini attivi della République des Lettres, ma è anche una macchina complessa, un’impresa internazionale. Mettere meglio a fuoco ciò che ci sta dietro, inserire queste testimonianze nella produzione dell’intero Refuge ha inoltre il fine di capire fino a che punto sia per noi possibile fare su di esse affidamento. Quanto ha contato il fatto che queste relazioni, a detta dei loro stessi autori, volessero o finissero per essere a loro volta, proprio come i volumi in esse citati, proprio come tutte le publicazioni messe in circolazione dai pastori esiliati e destinate al loro gregge, strumenti di esortazione e di consolazione del popolo perseguitato? Un punto di vista diverso, insomma, a partire dal quale crediamo sia ancora possibile offrire un pur piccolo contributo alla ricerca in corso sulla circolazione del libro clandestino all’epoca della crisi della coscienza europea; certo ancora un’occasione per riflettere su quanto caratterizza in ultima analisi, nel suo rapporto con il libro, l’universo protestante.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.