Il saggio analizza gli accordi a sostegno dell'occupazione conclusi nel corso del 2010 dal Gruppo Intesa Sanpaolo, concentrandosi, in particolare, su quelli del 2 febbraio e del 3 novembre. Questi ultimi, non sottoscritti dalla Fisac-Cgil, introducono una deroga peggiorativa rispetto al trattamento retributivo stabilito dal contratto nazionale di categoria ed escludono la computabilità del servizio prestato in loro applicazione dalla maturazione degli scatti di anzianità e degli automatismi economici, oltre che di quanto altro disposto dalla contrattazione integrativa aziendale e dalla normativa aziendale tempo per tempo vigente. Sul piano delle relazioni sindacali l'A. evidenzia come gli accordi contrastino con le regole di organizzazione del sistema contrattuale vigenti per il settore del credito: sia quelle scaturenti dal contratto nazionale dell'8 dicembre 2007 sia quelle più flessibili introdotte dall'accordo quadro del 2009 sull'ammissibilità di deroghe al contratto nazionale di categoria. Sul diverso piano dell'ordinamento statale, se la legittimità della deroga al contratto nazionale non può di per sé essere revocata in dubbio, perplessità permangono in ordine alla coerenza con i principi dell'art. 36 Cost. L'obiettivo di agevolare l'inserimento nel mondo del lavoro, che trova nell'art. 4 Cost. la propria base giuridica, può anche giustificare una parziale "sospensione" dei vincoli scaturenti dall'art. 36 Cost. Tuttavia, un equo contemperamento dei menzionati valori impone comunque di rispettare una serie di cautele e di limiti. Ciò soprattutto qualora la riduzione degli standard retributivi nazionali sia prevista dalla contrattazione di secondo livello al di fuori di un sistema organizzato di regole.

C. Zoli (2011). Sostegno all’occupazione e accordi del Gruppo Intesa San Paolo. DIRITTI LAVORI MERCATI, 2, 253-262.

Sostegno all’occupazione e accordi del Gruppo Intesa San Paolo

ZOLI, CARLO
2011

Abstract

Il saggio analizza gli accordi a sostegno dell'occupazione conclusi nel corso del 2010 dal Gruppo Intesa Sanpaolo, concentrandosi, in particolare, su quelli del 2 febbraio e del 3 novembre. Questi ultimi, non sottoscritti dalla Fisac-Cgil, introducono una deroga peggiorativa rispetto al trattamento retributivo stabilito dal contratto nazionale di categoria ed escludono la computabilità del servizio prestato in loro applicazione dalla maturazione degli scatti di anzianità e degli automatismi economici, oltre che di quanto altro disposto dalla contrattazione integrativa aziendale e dalla normativa aziendale tempo per tempo vigente. Sul piano delle relazioni sindacali l'A. evidenzia come gli accordi contrastino con le regole di organizzazione del sistema contrattuale vigenti per il settore del credito: sia quelle scaturenti dal contratto nazionale dell'8 dicembre 2007 sia quelle più flessibili introdotte dall'accordo quadro del 2009 sull'ammissibilità di deroghe al contratto nazionale di categoria. Sul diverso piano dell'ordinamento statale, se la legittimità della deroga al contratto nazionale non può di per sé essere revocata in dubbio, perplessità permangono in ordine alla coerenza con i principi dell'art. 36 Cost. L'obiettivo di agevolare l'inserimento nel mondo del lavoro, che trova nell'art. 4 Cost. la propria base giuridica, può anche giustificare una parziale "sospensione" dei vincoli scaturenti dall'art. 36 Cost. Tuttavia, un equo contemperamento dei menzionati valori impone comunque di rispettare una serie di cautele e di limiti. Ciò soprattutto qualora la riduzione degli standard retributivi nazionali sia prevista dalla contrattazione di secondo livello al di fuori di un sistema organizzato di regole.
2011
C. Zoli (2011). Sostegno all’occupazione e accordi del Gruppo Intesa San Paolo. DIRITTI LAVORI MERCATI, 2, 253-262.
C. Zoli
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