Il lavoro si propone di avviare un’indagine sulla mobilità studentesca, con un’attenzione specifica per gli studenti di diritto canonico che conclusero gli studi a Bologna nell’arco temporale compreso tra il 1378 e il 1417, condotta essenzialmente sui dati forniti dal Liber secretus iuris pontificii dell’università di Bologna, ovvero di illustrare, in maniera dettagliata e utilizzando sistematicamente le informazioni provenienti da una fonte inedita di primaria importanza, l’incidenza che la divisione interna alla cristianità occidentale ebbe sulla presenza di una categoria di studenti particolarmente sensibile alle vicende dello scisma, gli studenti di diritto canonico, mostrandone l’impatto sulla composizione delle nationes universitarie e, più in generale, sulla fisionomia sociale e culturale della città. Nei primi anni dello scisma lo Studium è ancora il fulcro di una vivace cultura giuridica, particolarmente qualificatasi nel corso del Trecento in senso canonistico e, quindi, particolarmente adatta ad affrontare la delicata questione della legittimità dell’elezione di Urbano VI e del suo rivale Clemente VII, ma anche orientata verso la formazione tecnico-giuridica di un ceto di governo indispensabile per le esigenze degli uffici centrali e periferici della Chiesa. Emblematico, al riguardo, il nutrito gruppo di allievi di Giovanni da Legnano, giurista di fama europea e vicario pontificio a Bologna dal 1377 al 1382, all’interno del quale troviamo elementi destinati a brillanti carriere ecclesiastiche, come il cardinale romano Giacomo Orsini, Cosmato Migliorati da Sulmona, il futuro papa Innocenzo VII (1404-1406), il cardinale padovano Francesco Zabarella, protagonista delle prime fasi del concilio di Costanza. Lo spoglio sistematico del Liber secretus, il confronto con i dati forniti da altre fonti e l’analisi dei dati raccolti consentono di affermare che durante il periodo preso in considerazione non si registra alcun decremento sensibile della percentuale degli scolari ultramontani, il cui apporto rimane considerevole. Questa considerazione ci porta a ridimensionare il fenomeno della “regionalizzazione” del reclutamento: il bacino di raccolta dello Studium bolognese conserva dimensioni continentali e la sua forte capacità di richiamo, anche nei secoli finali del Medioevo, travalica il confine naturale della catena alpina. Il contingente bolognese e romagnolo, pur rafforzato dal contingente tosco-emiliano, non raggiunge mai percentuali tali da evidenziare una base prevalentemente regionale del reclutamento. In estrema sintesi, tra la fine del XIV e i primi decenni del XV secolo, nonostante la crisi profonda determinata dalla doppia elezione pontificia del 1378, lo Studium di Bologna continua a esercitare un potere di attrazione indiscusso su quanti intendono ricevere una formazione superiore nel campo del diritto canonico. I dati forniti dal Liber secretus iuris pontificii ci consentono di negare la pretesa “provincializzazione” dello Studium bolognese. Bologna non si accontenta di formare le élites locali, non rinuncia alla pretesa di plasmare studenti europei, portatori di un idem sentire non ancora infranto dalla formazione delle monarchie nazionali.
B. Pio (2012). La peregrinatio academica nell'età dello scisma: studenti di diritto canonico a Bologna fra XIV e XV secolo. TRIESTE : CERM - Centro Europeo Ricerche Medievali.
La peregrinatio academica nell'età dello scisma: studenti di diritto canonico a Bologna fra XIV e XV secolo
PIO, BERARDO
2012
Abstract
Il lavoro si propone di avviare un’indagine sulla mobilità studentesca, con un’attenzione specifica per gli studenti di diritto canonico che conclusero gli studi a Bologna nell’arco temporale compreso tra il 1378 e il 1417, condotta essenzialmente sui dati forniti dal Liber secretus iuris pontificii dell’università di Bologna, ovvero di illustrare, in maniera dettagliata e utilizzando sistematicamente le informazioni provenienti da una fonte inedita di primaria importanza, l’incidenza che la divisione interna alla cristianità occidentale ebbe sulla presenza di una categoria di studenti particolarmente sensibile alle vicende dello scisma, gli studenti di diritto canonico, mostrandone l’impatto sulla composizione delle nationes universitarie e, più in generale, sulla fisionomia sociale e culturale della città. Nei primi anni dello scisma lo Studium è ancora il fulcro di una vivace cultura giuridica, particolarmente qualificatasi nel corso del Trecento in senso canonistico e, quindi, particolarmente adatta ad affrontare la delicata questione della legittimità dell’elezione di Urbano VI e del suo rivale Clemente VII, ma anche orientata verso la formazione tecnico-giuridica di un ceto di governo indispensabile per le esigenze degli uffici centrali e periferici della Chiesa. Emblematico, al riguardo, il nutrito gruppo di allievi di Giovanni da Legnano, giurista di fama europea e vicario pontificio a Bologna dal 1377 al 1382, all’interno del quale troviamo elementi destinati a brillanti carriere ecclesiastiche, come il cardinale romano Giacomo Orsini, Cosmato Migliorati da Sulmona, il futuro papa Innocenzo VII (1404-1406), il cardinale padovano Francesco Zabarella, protagonista delle prime fasi del concilio di Costanza. Lo spoglio sistematico del Liber secretus, il confronto con i dati forniti da altre fonti e l’analisi dei dati raccolti consentono di affermare che durante il periodo preso in considerazione non si registra alcun decremento sensibile della percentuale degli scolari ultramontani, il cui apporto rimane considerevole. Questa considerazione ci porta a ridimensionare il fenomeno della “regionalizzazione” del reclutamento: il bacino di raccolta dello Studium bolognese conserva dimensioni continentali e la sua forte capacità di richiamo, anche nei secoli finali del Medioevo, travalica il confine naturale della catena alpina. Il contingente bolognese e romagnolo, pur rafforzato dal contingente tosco-emiliano, non raggiunge mai percentuali tali da evidenziare una base prevalentemente regionale del reclutamento. In estrema sintesi, tra la fine del XIV e i primi decenni del XV secolo, nonostante la crisi profonda determinata dalla doppia elezione pontificia del 1378, lo Studium di Bologna continua a esercitare un potere di attrazione indiscusso su quanti intendono ricevere una formazione superiore nel campo del diritto canonico. I dati forniti dal Liber secretus iuris pontificii ci consentono di negare la pretesa “provincializzazione” dello Studium bolognese. Bologna non si accontenta di formare le élites locali, non rinuncia alla pretesa di plasmare studenti europei, portatori di un idem sentire non ancora infranto dalla formazione delle monarchie nazionali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.