By questioning the relationship between the imaginary and memory, especially memories of traumas and violent collective events, the article focuses on the genre of documentary films as a particular example of contemporary imaginaries of 'reality'. The forms and strategies of nowadays externalized memory, that is texts, practices and genres aimed at documenting a different time in a different space, are discussed at the light of a suppsed documentary turn, a new hunger for reality: what does it mean, and how the imaginary of violent past is changing? What are the new, or re-newed strategies of veridiction of "what really happened" are hence discussed by critically exploring the debate and specific case-studies.

L’articolo s’interroga sul rapporto fra immaginario e memoria culturale adottando un punto di vista eminentemente semiotico sia sull’uno che sull’altra, e privilegiando l’analisi dei meccanismi discorsivi e testuali che costruiscono o decostruiscono sia l’immaginario inteso come deposito di possibili percorsi figurativi e immaginativi, sia la memoria culturale come insieme di pratiche segniche che istituiscono l’accesso al passato. In particolare, l’esamina teorica si concentra sul rapporto fra immaginario, memoria culturale, e archivio, inteso come luogo ove si concentrano e si esprimono le pratiche semiotiche della documentalità. Prendendo spunto sia dagli studi sulla memoria, e in particolare dai trauma studies, sia da quelli sull’effetto realtà nella produzione audiovisiva, l’autrice ela- bora, con dovizia di riferimenti teorici ed esempi, una via media dello studio semiotico della memoria traumatica, in cui l’immagine docu- mentaristica non è né reificata nell’esaltazione del suo potere referenziale né avvilita in quanto ipocritamente incapace della sincerità attribuita invece alla finzione, ma considerata come processo di continua rielaborazione del passato attraverso meccanismi sfaccettati, da osservare attraverso la lente analitica della semiotica. Per esemplificare questo approccio, l’articolo propone uno studio approfondito del film The Specialist, di Eyal Sivan e Rony Brauman (1999), mostrando come l’editing filmico di un archivio documentaristico, anch’esso filma- to, conduca alla sostanziale riscrittura della traccia documentale, nonché a una riflessione metalinguistica sullo stesso archivio come dispo- sitivo di scrittura dell’immaginario e della memoria culturale.

C. Demaria (2011). The Imaginary, the Imaginable, and the Un-imaginable. Memory and the Archive of Traumas. LEXIA, 7/8, 453-470 [10.4399/978885484137626].

The Imaginary, the Imaginable, and the Un-imaginable. Memory and the Archive of Traumas

DEMARIA, CRISTINA
2011

Abstract

By questioning the relationship between the imaginary and memory, especially memories of traumas and violent collective events, the article focuses on the genre of documentary films as a particular example of contemporary imaginaries of 'reality'. The forms and strategies of nowadays externalized memory, that is texts, practices and genres aimed at documenting a different time in a different space, are discussed at the light of a suppsed documentary turn, a new hunger for reality: what does it mean, and how the imaginary of violent past is changing? What are the new, or re-newed strategies of veridiction of "what really happened" are hence discussed by critically exploring the debate and specific case-studies.
2011
C. Demaria (2011). The Imaginary, the Imaginable, and the Un-imaginable. Memory and the Archive of Traumas. LEXIA, 7/8, 453-470 [10.4399/978885484137626].
C. Demaria
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/119007
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