L’approccio neuroradiologico agli aneurismi non rotti, incidentali o coincidentali, nella nostra esperienza può essere rappresentato da una serie di domande consecutive: 87 VI Sessione, Sabato 25 Giugno 2005 • Quali aneurismi trattare e quali non trattare? La scelta va fatta sulla base della sede? Delle dimensioni? Della morfologia? Dell’età del paziente? Del contesto anatomo-clinico? È sufficiente l’angiografia o possono essere utili altri esami in questa scelta? • Di quelli da trattare, quali sono da reclutare preferenzialmente per l’approccio endovascolare? La scelta va fatta sulla base della sede? Delle dimensioni? Della morfologia? Dell’età del paziente? Del contesto anatomo-clinico? • In quelli che si sceglie di trattare per via endovascolare, quali peculiarità “di atteggiamento” bisogna avere: essere più prudenti che negli aneurismi che hanno sanguinato o no? Farsi guidare da criteri quali sede, morfologia, età del paziente o essere da essi indipendenti? Utilizzare preferenziamente tecniche e materiali, o non c’è alcuna differenza rispetto agli aneurismi che hanno sanguinato e che si trattano in urgenza? • E la terapia pre- peri- e post-procedurale è la stessa o va variata? • Infine, nei risultati, è da privilegiare il “rate” di esclusione o quello delle complicanze?
Simonetti L, Cenni P, Raffi L, Andreoli A, Calbucci F, Leonardi M. (2005). Aneurismi non rotti: approccio neuro radiologico. RIVISTA DI NEURORADIOLOGIA, 18 (Suppl1):, 86-87.
Aneurismi non rotti: approccio neuro radiologico.
LEONARDI, MARCO
2005
Abstract
L’approccio neuroradiologico agli aneurismi non rotti, incidentali o coincidentali, nella nostra esperienza può essere rappresentato da una serie di domande consecutive: 87 VI Sessione, Sabato 25 Giugno 2005 • Quali aneurismi trattare e quali non trattare? La scelta va fatta sulla base della sede? Delle dimensioni? Della morfologia? Dell’età del paziente? Del contesto anatomo-clinico? È sufficiente l’angiografia o possono essere utili altri esami in questa scelta? • Di quelli da trattare, quali sono da reclutare preferenzialmente per l’approccio endovascolare? La scelta va fatta sulla base della sede? Delle dimensioni? Della morfologia? Dell’età del paziente? Del contesto anatomo-clinico? • In quelli che si sceglie di trattare per via endovascolare, quali peculiarità “di atteggiamento” bisogna avere: essere più prudenti che negli aneurismi che hanno sanguinato o no? Farsi guidare da criteri quali sede, morfologia, età del paziente o essere da essi indipendenti? Utilizzare preferenziamente tecniche e materiali, o non c’è alcuna differenza rispetto agli aneurismi che hanno sanguinato e che si trattano in urgenza? • E la terapia pre- peri- e post-procedurale è la stessa o va variata? • Infine, nei risultati, è da privilegiare il “rate” di esclusione o quello delle complicanze?I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


