Dalla memoria all’Europa: la nascita delle Comunità, l’inizio del processo di integrazione possono essere considerati una risposta alla seconda guerra mondiale, alle dittature, ai campi di concentramento? Negli anni dell’immediato dopoguerra, la costruzione dell’Europa è stata un progetto politico di largo respiro, condiviso dai governi europei che hanno firmato prima il trattato istitutivo della CECA, nel 1952, e poi i trattati di Roma, nel 1957. Per molti politici europei del dopoguerra, a fianco di una sincera fiducia in un’Europa unita e per alcuni anche federale, si trattò di dare una risposta ai propri cittadini senza colpire gli altri cittadini europei. Essi trovarono, cioè, la quadratura del cerchio: soddisfare gli interessi nazionali senza creare problemi ai cittadini delle altre nazioni, ma anzi coniugando nazione ed Europa, come del resto alcuni avevano pensato già un secolo prima. La Shoah è parte integrante della storia europea innanzi tutto per quanto riguarda il contenitore: la Shoah si è compiuta in Europa. Lo spazio geografico è il primo ed immediato elemento che ci parla di una responsabilità collettiva, se pur non condivisa. Anche se, come cercheremo di vedere a breve, la cultura della creazione del nemico e della sua distruzione, fino ad arrivare al genocidio, che è stata alimentata dagli europei, si è sperimentata nella prassi anche altrove, verso altre popolazioni. Dopo la seconda guerra mondiale la memoria della Shoah, così poco riflettuta, è diventata un elemento fondamentale della nostra storia di europei, al quale si è cercato di rispondere attraverso varie costruzioni e istituzioni. Purtroppo, il repentino inizio di una nuova guerra, seppur fredda, del nuovo scontro e della nuova divisione tra europei, ha impedito la nascita di una storia condivisa, basata sul superamento degli antichi conflitti.
Dalla memoria all'Europa / Laschi G.. - STAMPA. - (2012), pp. 177-194.
Dalla memoria all'Europa
LASCHI, GIULIANA
2012
Abstract
Dalla memoria all’Europa: la nascita delle Comunità, l’inizio del processo di integrazione possono essere considerati una risposta alla seconda guerra mondiale, alle dittature, ai campi di concentramento? Negli anni dell’immediato dopoguerra, la costruzione dell’Europa è stata un progetto politico di largo respiro, condiviso dai governi europei che hanno firmato prima il trattato istitutivo della CECA, nel 1952, e poi i trattati di Roma, nel 1957. Per molti politici europei del dopoguerra, a fianco di una sincera fiducia in un’Europa unita e per alcuni anche federale, si trattò di dare una risposta ai propri cittadini senza colpire gli altri cittadini europei. Essi trovarono, cioè, la quadratura del cerchio: soddisfare gli interessi nazionali senza creare problemi ai cittadini delle altre nazioni, ma anzi coniugando nazione ed Europa, come del resto alcuni avevano pensato già un secolo prima. La Shoah è parte integrante della storia europea innanzi tutto per quanto riguarda il contenitore: la Shoah si è compiuta in Europa. Lo spazio geografico è il primo ed immediato elemento che ci parla di una responsabilità collettiva, se pur non condivisa. Anche se, come cercheremo di vedere a breve, la cultura della creazione del nemico e della sua distruzione, fino ad arrivare al genocidio, che è stata alimentata dagli europei, si è sperimentata nella prassi anche altrove, verso altre popolazioni. Dopo la seconda guerra mondiale la memoria della Shoah, così poco riflettuta, è diventata un elemento fondamentale della nostra storia di europei, al quale si è cercato di rispondere attraverso varie costruzioni e istituzioni. Purtroppo, il repentino inizio di una nuova guerra, seppur fredda, del nuovo scontro e della nuova divisione tra europei, ha impedito la nascita di una storia condivisa, basata sul superamento degli antichi conflitti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.