Traumi e interventi chirurgici complessi accanto ad una fase di aumentato dispendio energetico e proteolisi corporea che espone al rischio di calo ponderale e malnutrizione, possono indurre una importante depressione del sistema immunitario che causa una maggiore evenienza di complicanze infiammatorie ed infettive. L’ evento aggressivo attiva di per sé una cascata proinfiammatoria che dai primi giorni postoperatori conduce ad una condizione di ridotta efficienza immunologica (immunoparalisi) che solo successivamente e lentamente tende a riattivarsi. Nella recente storia della ricerca preclinica e clinica sull’ impiego della nutrizione enterale come strumento di supporto dei fabbisogni nutrizionali ma anche di modulazione biologica, molti dati sono stati prodotti riguardo alla possibilità di modulare la risposta infiammatoria ed immunologica mediante la somministrazione di speciali formulazioni per dieta enterale nella cui composizione, accanto a quanto ampiamente codificato essere necessario a coprire I fabbisogni nutrizionali, presentano più farmaconutrienti (arginina, acidi grassi n-3, nucleotidi, glutamina, RNA, antiossidanti, ecc.) che possiedono specifiche proprietà (biologiche) orientate a modificare, in questo contesto fisiopatologico, la sintesi degli eicosaenoidi, la produzione di citokine, la potenza antiossidante e la reattività di alcune componenti della complessa funzione immunitaria. Queste formulazioni vengono oggi raggruppate nella tipologia di diete cosiddette immunomodulanti (IMD), oggetto di ampia ricerca clinica e preclinica e di valutazione metodologica dei suoi risultati. Le IMD sono formulazioni nutrizionalmente bilanciate e complete (contenenti carboidrati, lipidi, proteine, minerali, elementi traccia e vitamine) che sono integrate con accresciute quantità di nutrienti che hanno dimostrato capacità di miglioramento della funzione cellulare immunitaria e di modulare l’ infiammazione. La cura dei pazienti più gravi è costosa e le risorse assegnate alla Sanità risultano sempre più limitate per una serie di fattori (anche oggettivi e intuitivi ai tempi di oggi), situazione che impone, di fatto, il contenimento dei costi e l’assegnazione dei fattori di spesa sulla base di dati oggettivi di efficacia e di beneficio.1 L’ aspetto negativa di questa visione è rappresentata dallo spreco di risorse che può essere definita come lo spendere denaro o allocare risorse ad interventi che non risultano (documentatamente) efficaci o per I quali stessi vantaggi siano offerti da alternative meno costose. 2 Sfortunatamente molti medici ancora oggi sono riluttanti a ragionare di costi e spesa quando debbono decidere I trattamenti ma il (lento) imporsi della EBM traslata in clinica sta agendo da sensibilizzatore e attore di più virtuosi comportamenti. Sempre più nella stesura di raccomandazioni pratiche e di linee guida diagnostico-terapeutiche di provata efficacia viene valorizzata la ricerca, , peraltro più complessa e costosa, indirizzata a determinare quali dei nuovi trattamenti risulti efficace ed efficiente alla luce anche (se non principalmente) di considerazioni e risultati economici. 3 Gli studi centrati sul paziente si debbono quindi arricchire di considerazioni riguardo alle conseguenze economiche (per il paziente e per il sistema) derivate dal confronto (bracci) in studio. Questo tipo di analisi non serve a valorizzare ulteriormente gli studi positivi. già di per sé forti, ma, soprattutto, a dare informazioni aggiuntive agli RCT con risultati privi di effetto o equipotenti (non inferiorità) specie se emerge da un trattamento un contenimento dei costi. Risposte pertinenti alle sopramenzionate domande fondamentali sono date dall’ analisi economica sanitaria (HEA) che, grossolanamente deve rispondere a questo quesito: “ il beneficio in salute atteso dall’ introduzione di un nuovo intervento medico o sanitario giustifica l’ aumento dei costi rispetto alle cure migliori disponibili in quel momento (standard)?” L...
Marco Zanello (2012). Farmaconutrizione preoperatoria: costo-beneficio. FALCONARA (AN) : Errebi Grafiche Ripesi.
Farmaconutrizione preoperatoria: costo-beneficio
ZANELLO, MARCO
2012
Abstract
Traumi e interventi chirurgici complessi accanto ad una fase di aumentato dispendio energetico e proteolisi corporea che espone al rischio di calo ponderale e malnutrizione, possono indurre una importante depressione del sistema immunitario che causa una maggiore evenienza di complicanze infiammatorie ed infettive. L’ evento aggressivo attiva di per sé una cascata proinfiammatoria che dai primi giorni postoperatori conduce ad una condizione di ridotta efficienza immunologica (immunoparalisi) che solo successivamente e lentamente tende a riattivarsi. Nella recente storia della ricerca preclinica e clinica sull’ impiego della nutrizione enterale come strumento di supporto dei fabbisogni nutrizionali ma anche di modulazione biologica, molti dati sono stati prodotti riguardo alla possibilità di modulare la risposta infiammatoria ed immunologica mediante la somministrazione di speciali formulazioni per dieta enterale nella cui composizione, accanto a quanto ampiamente codificato essere necessario a coprire I fabbisogni nutrizionali, presentano più farmaconutrienti (arginina, acidi grassi n-3, nucleotidi, glutamina, RNA, antiossidanti, ecc.) che possiedono specifiche proprietà (biologiche) orientate a modificare, in questo contesto fisiopatologico, la sintesi degli eicosaenoidi, la produzione di citokine, la potenza antiossidante e la reattività di alcune componenti della complessa funzione immunitaria. Queste formulazioni vengono oggi raggruppate nella tipologia di diete cosiddette immunomodulanti (IMD), oggetto di ampia ricerca clinica e preclinica e di valutazione metodologica dei suoi risultati. Le IMD sono formulazioni nutrizionalmente bilanciate e complete (contenenti carboidrati, lipidi, proteine, minerali, elementi traccia e vitamine) che sono integrate con accresciute quantità di nutrienti che hanno dimostrato capacità di miglioramento della funzione cellulare immunitaria e di modulare l’ infiammazione. La cura dei pazienti più gravi è costosa e le risorse assegnate alla Sanità risultano sempre più limitate per una serie di fattori (anche oggettivi e intuitivi ai tempi di oggi), situazione che impone, di fatto, il contenimento dei costi e l’assegnazione dei fattori di spesa sulla base di dati oggettivi di efficacia e di beneficio.1 L’ aspetto negativa di questa visione è rappresentata dallo spreco di risorse che può essere definita come lo spendere denaro o allocare risorse ad interventi che non risultano (documentatamente) efficaci o per I quali stessi vantaggi siano offerti da alternative meno costose. 2 Sfortunatamente molti medici ancora oggi sono riluttanti a ragionare di costi e spesa quando debbono decidere I trattamenti ma il (lento) imporsi della EBM traslata in clinica sta agendo da sensibilizzatore e attore di più virtuosi comportamenti. Sempre più nella stesura di raccomandazioni pratiche e di linee guida diagnostico-terapeutiche di provata efficacia viene valorizzata la ricerca, , peraltro più complessa e costosa, indirizzata a determinare quali dei nuovi trattamenti risulti efficace ed efficiente alla luce anche (se non principalmente) di considerazioni e risultati economici. 3 Gli studi centrati sul paziente si debbono quindi arricchire di considerazioni riguardo alle conseguenze economiche (per il paziente e per il sistema) derivate dal confronto (bracci) in studio. Questo tipo di analisi non serve a valorizzare ulteriormente gli studi positivi. già di per sé forti, ma, soprattutto, a dare informazioni aggiuntive agli RCT con risultati privi di effetto o equipotenti (non inferiorità) specie se emerge da un trattamento un contenimento dei costi. Risposte pertinenti alle sopramenzionate domande fondamentali sono date dall’ analisi economica sanitaria (HEA) che, grossolanamente deve rispondere a questo quesito: “ il beneficio in salute atteso dall’ introduzione di un nuovo intervento medico o sanitario giustifica l’ aumento dei costi rispetto alle cure migliori disponibili in quel momento (standard)?” L...I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


