Chi ama le rose e soprattutto le coltiva, sa bene quanto sia difficile mantenerle in buona salute: in primavera ed in autunno compaiono gli afidi (Macrosiphum rosae) capaci di rallentare lo sviluppo dei fiori, poi, fin da maggio, possono verificarsi infestazioni da cocciniglie (Aulacapsis rosae) e da argidi (Arge pagana), ed in giugno quelli da acari (Tetranychus urticae)….., senza contare le numerose malattie fungine quali oidio, peronospora e ticchiolatura a cui si aggiunge la così detta “Ruggine”. Di questa particolare malattia ci siamo già occupati in passato parlando soprattutto di piante erbacee (iperico, acetosella, lunaria, ecc.), mentre ora prendiamo in esame una fra le più belle e diffuse specie arbustive. Il fungo La “ruggine” è causata dal fungo Phragmidium macronatum (ordine degli Uredinales) che si sviluppa con più facilità alla fine dell’estate e nel periodo autunnale essendo favorito dall’abbondante rugiada notturna che mantiene bagnata la vegetazione per buona parte del mattino, ma anche dall’elevata umidità relativa dell’aria (80-90%) accompagnata da temperature ottimali che si aggirano attorno ai 20-22 °C. Il ciclo biologico di questa ruggine è tipicamente “monoico”, il che significa che si insedia su di un solo ospite (nel nostro caso la rosa). I sintomi I sintomi compaiono sulle foglie e comprendono, sulla pagina inferiore, numerose pustole di colore arancio tendente al rosso, che lasciano fuoriuscire una polvere giallo-ruggine costituita dalle spore, gli elementi di diffusione del patogeno. Sulla pagina superiore delle foglie, in corrispondenza delle pustole, si notano delle tacche angolose di colore giallo. Le rose affette da ruggine perdono entro breve tempo tutte foglie. In aggiunta, in ambienti particolarmente favorevoli alla malattia e su varietà molto suscettibili, possono venire colpiti anche i germogli ed i peduncoli dei fiori. Cosa fare? Verso la fine dell’estate o all’inizio dell’autunno, a partire dalla comparsa delle prime pustole, è necessario eseguire dei trattamenti ogni 8-10 giorni impiegando prodotti a base di mancozeb-80 (irritante) alla dose di 20 gr per 10 litri d’acqua. Per le varietà maggiormente sensibili e nelle zone più favorevoli è bene eseguire una difesa preventiva iniziando i trattamenti intorno alla metà di agosto. Questi interventi eseguiti a fine estate sono utili anche a prevenire gli attacchi da peronospora (Peronospora sparsa). Il controllo della malattia sarà tanto più agevole quanto più sarà tempestivo.

M.G.Bellardi (2012). La "ruggine" sulla Rosa. GIARDINI, 255, 30-30.

La "ruggine" sulla Rosa

BELLARDI, MARIA GRAZIA
2012

Abstract

Chi ama le rose e soprattutto le coltiva, sa bene quanto sia difficile mantenerle in buona salute: in primavera ed in autunno compaiono gli afidi (Macrosiphum rosae) capaci di rallentare lo sviluppo dei fiori, poi, fin da maggio, possono verificarsi infestazioni da cocciniglie (Aulacapsis rosae) e da argidi (Arge pagana), ed in giugno quelli da acari (Tetranychus urticae)….., senza contare le numerose malattie fungine quali oidio, peronospora e ticchiolatura a cui si aggiunge la così detta “Ruggine”. Di questa particolare malattia ci siamo già occupati in passato parlando soprattutto di piante erbacee (iperico, acetosella, lunaria, ecc.), mentre ora prendiamo in esame una fra le più belle e diffuse specie arbustive. Il fungo La “ruggine” è causata dal fungo Phragmidium macronatum (ordine degli Uredinales) che si sviluppa con più facilità alla fine dell’estate e nel periodo autunnale essendo favorito dall’abbondante rugiada notturna che mantiene bagnata la vegetazione per buona parte del mattino, ma anche dall’elevata umidità relativa dell’aria (80-90%) accompagnata da temperature ottimali che si aggirano attorno ai 20-22 °C. Il ciclo biologico di questa ruggine è tipicamente “monoico”, il che significa che si insedia su di un solo ospite (nel nostro caso la rosa). I sintomi I sintomi compaiono sulle foglie e comprendono, sulla pagina inferiore, numerose pustole di colore arancio tendente al rosso, che lasciano fuoriuscire una polvere giallo-ruggine costituita dalle spore, gli elementi di diffusione del patogeno. Sulla pagina superiore delle foglie, in corrispondenza delle pustole, si notano delle tacche angolose di colore giallo. Le rose affette da ruggine perdono entro breve tempo tutte foglie. In aggiunta, in ambienti particolarmente favorevoli alla malattia e su varietà molto suscettibili, possono venire colpiti anche i germogli ed i peduncoli dei fiori. Cosa fare? Verso la fine dell’estate o all’inizio dell’autunno, a partire dalla comparsa delle prime pustole, è necessario eseguire dei trattamenti ogni 8-10 giorni impiegando prodotti a base di mancozeb-80 (irritante) alla dose di 20 gr per 10 litri d’acqua. Per le varietà maggiormente sensibili e nelle zone più favorevoli è bene eseguire una difesa preventiva iniziando i trattamenti intorno alla metà di agosto. Questi interventi eseguiti a fine estate sono utili anche a prevenire gli attacchi da peronospora (Peronospora sparsa). Il controllo della malattia sarà tanto più agevole quanto più sarà tempestivo.
2012
M.G.Bellardi (2012). La "ruggine" sulla Rosa. GIARDINI, 255, 30-30.
M.G.Bellardi
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