A partire dalla definizione di eccellenza, e dalla necessità di contestualizzarla rispetto alla mission consapevole delle singole università, si delineano una serie di necessità incombenti per gli atenei. Tra queste il bisogno di risorse finanziarie aggiuntive, di un efficiente e legittimato sistema di valutazione, di un mondo delle imprese capace di interagire con l’istituzione, ma soprattutto di un assetto di governance in grado di utilizzare i risultati della valutazione, di giustificare un investimento di risorse aggiuntive, di proporre partnership innovative con le imprese. Con i dati della ricerca comparativa alla mano si evidenziano tutti i limiti del caso italiano dove si è assistito ad un continuo ‘tradimento’ degli strumenti di policy adottati negli altri paesi; attraverso il bricolage istituzionale ed il patchwork si è infatti tentato di adattare strumenti e principi innovativi all’esistente, ma di fatto non si è svolto quel ruolo di coordinamento attivo del sistema che ha caratterizzato l’azione degli altri governi europei. In tal senso le università non sono state messe in grado di rispondere in modo coerente, di abbandonare le logiche autoreferenziali, nonché di assumersi la responsabilità di operare scelte selettive.
Uscire da labirinto: eccellenza e governance nelle politiche universitarie / G. Capano. - In: SCUOLA DEMOCRATICA. - ISSN 1129-731X. - STAMPA. - 4:(2012), pp. 160-167.
Uscire da labirinto: eccellenza e governance nelle politiche universitarie
CAPANO, GILIBERTO
2012
Abstract
A partire dalla definizione di eccellenza, e dalla necessità di contestualizzarla rispetto alla mission consapevole delle singole università, si delineano una serie di necessità incombenti per gli atenei. Tra queste il bisogno di risorse finanziarie aggiuntive, di un efficiente e legittimato sistema di valutazione, di un mondo delle imprese capace di interagire con l’istituzione, ma soprattutto di un assetto di governance in grado di utilizzare i risultati della valutazione, di giustificare un investimento di risorse aggiuntive, di proporre partnership innovative con le imprese. Con i dati della ricerca comparativa alla mano si evidenziano tutti i limiti del caso italiano dove si è assistito ad un continuo ‘tradimento’ degli strumenti di policy adottati negli altri paesi; attraverso il bricolage istituzionale ed il patchwork si è infatti tentato di adattare strumenti e principi innovativi all’esistente, ma di fatto non si è svolto quel ruolo di coordinamento attivo del sistema che ha caratterizzato l’azione degli altri governi europei. In tal senso le università non sono state messe in grado di rispondere in modo coerente, di abbandonare le logiche autoreferenziali, nonché di assumersi la responsabilità di operare scelte selettive.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.