Il 2 ottobre 1935, all’inizio della guerra di Etiopia, il Duce pronunciò un discorso in cui definì gli italiani “un popolo di poeti, di artisti, di eroi, di santi, di navigatori, di trasmigratori”. E’ curioso che alcuni anni dopo, quando fu costruito il Palazzo della Civiltà del Lavoro all’EUR, l’elenco, scolpito in travertino sui quattro lati, fosse integrato con pensatori e scienziati. Forse fu un ripensamento, ma quando si vuol fare una caricatura del carattere italico o stigmatizzare giustamente la retorica fascista si citano solo le categorie mussoliniane, rimarcando la tendenza nazionale alla poesia, alla santità (magari) e alla navigazione. Si tende, insomma, a minimizzare il contributo italiano allo sviluppo della scienza e della tecnologia come se Galileo, Cannizzaro, Golgi, Marconi, Volterra, Fermi e Natta fossero degli alieni. Nell’anno in cui si celebra il 150° anniversario dell’Unità Nazionale, questo libro era necessario perché l’Italia l’hanno fatta, e talvolta fatta grande, non solo i poeti, i santi e i navigatori, ma anche gli scienziati i tecnici e gli inventori.
M. Taddia (2011). “L’Italia degli scienziati – 150 anni di storia nazionale” di Angelo Guerraggio, Pietro Nastasi. LA CHIMICA E L'INDUSTRIA, 94(6), 139-139.
“L’Italia degli scienziati – 150 anni di storia nazionale” di Angelo Guerraggio, Pietro Nastasi
TADDIA, MARCO
2011
Abstract
Il 2 ottobre 1935, all’inizio della guerra di Etiopia, il Duce pronunciò un discorso in cui definì gli italiani “un popolo di poeti, di artisti, di eroi, di santi, di navigatori, di trasmigratori”. E’ curioso che alcuni anni dopo, quando fu costruito il Palazzo della Civiltà del Lavoro all’EUR, l’elenco, scolpito in travertino sui quattro lati, fosse integrato con pensatori e scienziati. Forse fu un ripensamento, ma quando si vuol fare una caricatura del carattere italico o stigmatizzare giustamente la retorica fascista si citano solo le categorie mussoliniane, rimarcando la tendenza nazionale alla poesia, alla santità (magari) e alla navigazione. Si tende, insomma, a minimizzare il contributo italiano allo sviluppo della scienza e della tecnologia come se Galileo, Cannizzaro, Golgi, Marconi, Volterra, Fermi e Natta fossero degli alieni. Nell’anno in cui si celebra il 150° anniversario dell’Unità Nazionale, questo libro era necessario perché l’Italia l’hanno fatta, e talvolta fatta grande, non solo i poeti, i santi e i navigatori, ma anche gli scienziati i tecnici e gli inventori.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.