L’Accordo Generale sul Commercio dei Servizi (GATS) racconta soltanto una parte della storia. Liberalizzazione e privatizzazione si sono fatte strada di pari passo, tanto nei singoli paesi come grazie a trattati regionali e bilaterali, spesso in grado superiore anche a quanto prospettato nel GATS. Per potere contrastare questa tendenza é importante concentrarsi su tutti i livelli, nazionale, regionale e locale. Tuttavia, anche in quei paesi in cui la liberalizzazione ha già raggiunto una fase avanzata, il GATS costituisce una particolare minaccia a causa della sua capacità di intrappolare i governi in un meccanismo senza vie di uscita. Sotto il GATS, molte politiche che avrebbero potuto in precedenza essere modificate grazie alla opposizione popolare diverranno irreversibili. Un particolare problema che hanno i governi é che essi devono sottoscrivere i propri impegni alla liberalizzazione del settore dei servizi prima di essere pienamente a conoscenza di quali saranno le conseguenze in campi come l’ambiente e la salute della popolazione. Quando l’accordo GATS venne firmato nel 1994, quasi nessuno, eccetto i suoi negoziatori e un ristretto ma influente gruppo di sostenitori delle multinazionali, poté apprezzare le sue implicazioni e il suo significato. La maggior parte dei cittadini e anche dei loro rappresentanti eletti ancora non si rendono conto degli effetti e della vastità dell’attuale GATS. Eppure i negoziatori sono già sul punto di concretizzare le proprie ambizioni originariamente riposte in un GATS allargato. Il GATS permette il progressivo sfruttamento dei beni pubblici a favore del profitto dei privati. Enormi interessi commerciali internazionali hanno direttamente plasmato l’agenda del GATS. Senza i benefici derivanti da un più ampio dibattito pubblico, dietro le quinte hanno già avuto luogo grandi preparativi. Non c’è da meravigliarsi quindi se quello che ne é uscito é un programma non equilibrato, quasi estremo, che non può che fondarsi sulla segretezza oscurando i veri termini della questione. Anche se la consapevolezza pubblica del GATS e del suo impatto politico é ancora scarsa, essa sta però gradualmente aumentando e uscendo dai ristretti circoli degli “addetti ai lavori”. Molte questioni e problemi rimangono tuttora aperti. Le trattative GATS evidenziano molte delle tensioni che caratterizzano il rapporto tra il programma di espansione commerciale promosso dalle multinazionali e i principi democratici e le priorità insiti nel concetto di cittadinanza su scala mondiale. La preoccupazione della gente comune riguardo all’impatto del GATS non può che aumentare a mano a mano che la comprensione delle implicazioni dell’accordo esce dalla angusta cerchia del mondo degli affari e del commercio globale e diventa sempre più patrimonio pubblico di conoscenza. I compiti che ci aspettano sono: • Analizzare e divulgare su vasta scala le implicazioni che le clausole del GATS hanno sui diversi settori dei servizi, in particolare quello sanitario; • Fornire un supporto analitico agli sforzi dei cittadini tesi a fermare e imprimere una diversa direzione ai negoziati in corso; • Fare pressioni per una riforma strutturale del GATS all’interno della agenda negoziale internazionale. Le esperienze di Seattle, dell’affossamento di un precedente accordo simile al GATS, il MAI (Multilateral Agreement on Investments), e della recente debacle di Cancun hanno dimostrato non soltanto la vitalità di un movimento ben organizzato di cittadini votati al rafforzamento della democrazia, ma anche la consapevolezza da parte dei paesi più poveri che l’unione fa la forza. Esistono buone ragioni per essere ottimisti.

Stefanini A., Martino A. (2004). L'accordo generale sul commercio in servizi: quale possibile impatto su salute ed equità?. POLITICHE SANITARIE, 5(2), 106-112 [10.1706/30.272].

L'accordo generale sul commercio in servizi: quale possibile impatto su salute ed equità?

STEFANINI, ANGELO;MARTINO, ARDIGO'
2004

Abstract

L’Accordo Generale sul Commercio dei Servizi (GATS) racconta soltanto una parte della storia. Liberalizzazione e privatizzazione si sono fatte strada di pari passo, tanto nei singoli paesi come grazie a trattati regionali e bilaterali, spesso in grado superiore anche a quanto prospettato nel GATS. Per potere contrastare questa tendenza é importante concentrarsi su tutti i livelli, nazionale, regionale e locale. Tuttavia, anche in quei paesi in cui la liberalizzazione ha già raggiunto una fase avanzata, il GATS costituisce una particolare minaccia a causa della sua capacità di intrappolare i governi in un meccanismo senza vie di uscita. Sotto il GATS, molte politiche che avrebbero potuto in precedenza essere modificate grazie alla opposizione popolare diverranno irreversibili. Un particolare problema che hanno i governi é che essi devono sottoscrivere i propri impegni alla liberalizzazione del settore dei servizi prima di essere pienamente a conoscenza di quali saranno le conseguenze in campi come l’ambiente e la salute della popolazione. Quando l’accordo GATS venne firmato nel 1994, quasi nessuno, eccetto i suoi negoziatori e un ristretto ma influente gruppo di sostenitori delle multinazionali, poté apprezzare le sue implicazioni e il suo significato. La maggior parte dei cittadini e anche dei loro rappresentanti eletti ancora non si rendono conto degli effetti e della vastità dell’attuale GATS. Eppure i negoziatori sono già sul punto di concretizzare le proprie ambizioni originariamente riposte in un GATS allargato. Il GATS permette il progressivo sfruttamento dei beni pubblici a favore del profitto dei privati. Enormi interessi commerciali internazionali hanno direttamente plasmato l’agenda del GATS. Senza i benefici derivanti da un più ampio dibattito pubblico, dietro le quinte hanno già avuto luogo grandi preparativi. Non c’è da meravigliarsi quindi se quello che ne é uscito é un programma non equilibrato, quasi estremo, che non può che fondarsi sulla segretezza oscurando i veri termini della questione. Anche se la consapevolezza pubblica del GATS e del suo impatto politico é ancora scarsa, essa sta però gradualmente aumentando e uscendo dai ristretti circoli degli “addetti ai lavori”. Molte questioni e problemi rimangono tuttora aperti. Le trattative GATS evidenziano molte delle tensioni che caratterizzano il rapporto tra il programma di espansione commerciale promosso dalle multinazionali e i principi democratici e le priorità insiti nel concetto di cittadinanza su scala mondiale. La preoccupazione della gente comune riguardo all’impatto del GATS non può che aumentare a mano a mano che la comprensione delle implicazioni dell’accordo esce dalla angusta cerchia del mondo degli affari e del commercio globale e diventa sempre più patrimonio pubblico di conoscenza. I compiti che ci aspettano sono: • Analizzare e divulgare su vasta scala le implicazioni che le clausole del GATS hanno sui diversi settori dei servizi, in particolare quello sanitario; • Fornire un supporto analitico agli sforzi dei cittadini tesi a fermare e imprimere una diversa direzione ai negoziati in corso; • Fare pressioni per una riforma strutturale del GATS all’interno della agenda negoziale internazionale. Le esperienze di Seattle, dell’affossamento di un precedente accordo simile al GATS, il MAI (Multilateral Agreement on Investments), e della recente debacle di Cancun hanno dimostrato non soltanto la vitalità di un movimento ben organizzato di cittadini votati al rafforzamento della democrazia, ma anche la consapevolezza da parte dei paesi più poveri che l’unione fa la forza. Esistono buone ragioni per essere ottimisti.
2004
Stefanini A., Martino A. (2004). L'accordo generale sul commercio in servizi: quale possibile impatto su salute ed equità?. POLITICHE SANITARIE, 5(2), 106-112 [10.1706/30.272].
Stefanini A.; Martino A.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/115261
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