La struttura architettonica è un volume tridimensionale e i caratteri che vengono individuati nel corso delle indagini archeologiche (informazioni stratigrafiche, metriche e formali) si distribuiscono nelle tre dimensioni. L’analisi stratigrafica muraria richiede, in genere, prospetti o fotopiani sui quali tracciare i limiti tra una US e l’altra. La componente tridimensionale della stratigrafia non viene registrata poiché ignorata da questi documenti di supporto. Con la fotomodellazione e la stereofotogrammetria è invece possibile registrare lo svolgimento geometrico dei perimetri di US nello spazio tridimensionale. Con queste tecniche si ottengono inoltre copie percettivamente isomorfe dell’oggetto rilevato, vale a dire, modelli con resa fotografica delle superfici che forniscono una visione d’insieme dei volumi architettonici e un quadro dimensionale completo (lunghezza, spessore, larghezza) di oggetti, modanature ed elementi decorativi non assimilabili ad un piano. Dai modelli si possono estrarre le coordinate di qualsiasi punto e derivare i tradizionali grafici (piante, sezioni, prospetti e assonometrie utili alla comprensione del processo di posa in opera degli elementi costruttivi). L’intento di questo articolo è quello di descrivere le procedure adottate per ottenere una restituzione tridimensionale della stratigrafia muraria e definire nuovi protocolli operativi di documentazione incentrati sull’uso della fotomodellazione e della stereofotogrammetria. Partendo da alcuni casi studio si approfondiscono diversi aspetti tecnici, in particolare, la rapidità (del procedimento), l’accuratezza (della misura), il contenuto informativo (della registrazione) e il costo (degli strumenti).
A. Fiorini, V. Archetti (2011). Fotomodellazione e stereofotogrammetria per la creazione di modelli stratigrafici in archeologia dell'architettura. ARCHEOLOGIA E CALCOLATORI, XXII, 199-216.
Fotomodellazione e stereofotogrammetria per la creazione di modelli stratigrafici in archeologia dell'architettura
FIORINI, ANDREA;
2011
Abstract
La struttura architettonica è un volume tridimensionale e i caratteri che vengono individuati nel corso delle indagini archeologiche (informazioni stratigrafiche, metriche e formali) si distribuiscono nelle tre dimensioni. L’analisi stratigrafica muraria richiede, in genere, prospetti o fotopiani sui quali tracciare i limiti tra una US e l’altra. La componente tridimensionale della stratigrafia non viene registrata poiché ignorata da questi documenti di supporto. Con la fotomodellazione e la stereofotogrammetria è invece possibile registrare lo svolgimento geometrico dei perimetri di US nello spazio tridimensionale. Con queste tecniche si ottengono inoltre copie percettivamente isomorfe dell’oggetto rilevato, vale a dire, modelli con resa fotografica delle superfici che forniscono una visione d’insieme dei volumi architettonici e un quadro dimensionale completo (lunghezza, spessore, larghezza) di oggetti, modanature ed elementi decorativi non assimilabili ad un piano. Dai modelli si possono estrarre le coordinate di qualsiasi punto e derivare i tradizionali grafici (piante, sezioni, prospetti e assonometrie utili alla comprensione del processo di posa in opera degli elementi costruttivi). L’intento di questo articolo è quello di descrivere le procedure adottate per ottenere una restituzione tridimensionale della stratigrafia muraria e definire nuovi protocolli operativi di documentazione incentrati sull’uso della fotomodellazione e della stereofotogrammetria. Partendo da alcuni casi studio si approfondiscono diversi aspetti tecnici, in particolare, la rapidità (del procedimento), l’accuratezza (della misura), il contenuto informativo (della registrazione) e il costo (degli strumenti).File | Dimensione | Formato | |
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