Lo scopo del lavoro, realizzato nell'ambito del progetto europeo BIOTROLL , è stato quello di valutare il possibile utilizzo agricolo di tre diversi materiali residui dall’estrazione dell'olio di oliva a due fasi. I composti utilizzati erano la "polpa di olive" (OP) residuo dell'estrazione dell'olio e due effluenti residui della fermentazione della OP per la produzione di idrogeno (EH2) e di metano (ECH4). In particolare, è stato studiato in una prova di laboratorio, il loro effetto sulle trasformazioni dell'azoto (N) nel suolo, misurando sia la variazione netta sia la mineralizzazione lorda dell’N minerale, nonchè la variazione quantitativa delle popolazioni di funghi totali e di batteri culturabili. I risultati ottenuti hanno mostrato che OP ed EH2, ancora ricchi di substrati carboniosi, sono stati in grado di stimolare la crescita microbica, sia batterica che fingina, ed hanno provocato una forte immobilizzazione dell'N minerale nel primo periodo d’incubazione, seguito da un lento rilascio. Al contrario, ECH4 non ha modificato, in maniera significativa rispetto al controllo, né la dinamica dell'N minerale, né la crescita microbica. Per quanto riguarda la mineralizzazione lorda, lo stimolo maggiore si è avuto con OP sia all'inizio che per circa metà del periodo d’incubazione. Dai dati ottenuti sembra dunque molto promettente la possibilità di impiegare questi reflui per la fertilizzazione delle colture tipiche dell’area mediterranea.
P. Gioacchini, L. Manici, N.A. Ramieri, C. Marzadori, C. Ciavatta (2005). Potenzialità d’uso agricolo di reflui di estrazione dell'olio d’oliva a due fasi.. PERUGIA : Università degli Studi di Perugia.
Potenzialità d’uso agricolo di reflui di estrazione dell'olio d’oliva a due fasi.
GIOACCHINI, PAOLA;MARZADORI, CLAUDIO;CIAVATTA, CLAUDIO
2005
Abstract
Lo scopo del lavoro, realizzato nell'ambito del progetto europeo BIOTROLL , è stato quello di valutare il possibile utilizzo agricolo di tre diversi materiali residui dall’estrazione dell'olio di oliva a due fasi. I composti utilizzati erano la "polpa di olive" (OP) residuo dell'estrazione dell'olio e due effluenti residui della fermentazione della OP per la produzione di idrogeno (EH2) e di metano (ECH4). In particolare, è stato studiato in una prova di laboratorio, il loro effetto sulle trasformazioni dell'azoto (N) nel suolo, misurando sia la variazione netta sia la mineralizzazione lorda dell’N minerale, nonchè la variazione quantitativa delle popolazioni di funghi totali e di batteri culturabili. I risultati ottenuti hanno mostrato che OP ed EH2, ancora ricchi di substrati carboniosi, sono stati in grado di stimolare la crescita microbica, sia batterica che fingina, ed hanno provocato una forte immobilizzazione dell'N minerale nel primo periodo d’incubazione, seguito da un lento rilascio. Al contrario, ECH4 non ha modificato, in maniera significativa rispetto al controllo, né la dinamica dell'N minerale, né la crescita microbica. Per quanto riguarda la mineralizzazione lorda, lo stimolo maggiore si è avuto con OP sia all'inizio che per circa metà del periodo d’incubazione. Dai dati ottenuti sembra dunque molto promettente la possibilità di impiegare questi reflui per la fertilizzazione delle colture tipiche dell’area mediterranea.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.