Il rapporto tra Giordano Bruno e Raimondo Lullo costituisce certo una questione di indiscutibile complessità, ma anche una prospettiva molto feconda e molto precoce di interpretazione della «Nolana filosofia», così come, sul piano storiografico, un terreno di costante confronto per gli studiosi. A partire dall’analisi di una testimonianza finora sconosciuta sulle lezioni di logica lulliana tenute da Bruno a Wittenberg tra il 1586 e il 1588, individuata in un volume custodito dalla Biblioteka Uniwersytecka di Wrocław, il saggio si interroga sui caratteri della ricezione presso i contemporanei, soprattutto in area riformata, di un insegnamento, di un’attività di commento e di un percorso editoriale costantemente ispirato all’esibito proposito di accostarsi all’«ars Raymundi» non certo con il limitato intento di illustrarla o compendiarla, ma con l’ambizione di portarla ‘dentro’ la propria concezione filosofica e di farla reagire con le sue diverse componenti (prima fra tutte, la mnemotecnica), restituendola poi in forme potenziate e ormai «condotte a compimento». Nella seconda parte del lavoro vengono poi ripercorsi e tratteggiati i caratteri e i passaggi fondamentali dell’interpretazione del lullismo di Bruno fra Settecento e Novecento, riservando particolare attenzione al nesso fra ars lulliana e metafisica bruniana istituito da Hegel; ai motivi che fondano la lettura fortemente riduttiva di Felice Tocco; alle prospettive originali e innovative aperte dalle analisi di Frances Yates, e soprattutto di Paolo Rossi, sulla «logica fantastica» del Nolano.
Bruno e i «munera Lulliani ingenii». Appunti per una rilettura / S. Bassi; E. Scapparone. - In: RINASCIMENTO. - ISSN 0080-3073. - STAMPA. - L:(2010), pp. 55-85.
Bruno e i «munera Lulliani ingenii». Appunti per una rilettura
SCAPPARONE, ELISABETTA
2010
Abstract
Il rapporto tra Giordano Bruno e Raimondo Lullo costituisce certo una questione di indiscutibile complessità, ma anche una prospettiva molto feconda e molto precoce di interpretazione della «Nolana filosofia», così come, sul piano storiografico, un terreno di costante confronto per gli studiosi. A partire dall’analisi di una testimonianza finora sconosciuta sulle lezioni di logica lulliana tenute da Bruno a Wittenberg tra il 1586 e il 1588, individuata in un volume custodito dalla Biblioteka Uniwersytecka di Wrocław, il saggio si interroga sui caratteri della ricezione presso i contemporanei, soprattutto in area riformata, di un insegnamento, di un’attività di commento e di un percorso editoriale costantemente ispirato all’esibito proposito di accostarsi all’«ars Raymundi» non certo con il limitato intento di illustrarla o compendiarla, ma con l’ambizione di portarla ‘dentro’ la propria concezione filosofica e di farla reagire con le sue diverse componenti (prima fra tutte, la mnemotecnica), restituendola poi in forme potenziate e ormai «condotte a compimento». Nella seconda parte del lavoro vengono poi ripercorsi e tratteggiati i caratteri e i passaggi fondamentali dell’interpretazione del lullismo di Bruno fra Settecento e Novecento, riservando particolare attenzione al nesso fra ars lulliana e metafisica bruniana istituito da Hegel; ai motivi che fondano la lettura fortemente riduttiva di Felice Tocco; alle prospettive originali e innovative aperte dalle analisi di Frances Yates, e soprattutto di Paolo Rossi, sulla «logica fantastica» del Nolano.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.