In tanta parte della didattica soprattutto delle discipline tecniche, esistono tendenze che la fanno degenerare dalla formazione dello spirito critico, verso forme di “addestramento”, che limitano i processi mentali di astrazione così importanti per chi voglia accedere a livelli superiori di studio e di professionalità. Da ciò derivano vari problemi, in particolare la negazione di dignità culturale, a cui nei fatti la Tecnologia si vede oggi condannata. Si tratta di un problema estremamente difficile, anche limitandolo ai soli aspetti puramente didattico-culturali (non volendo in questo articolo affrontare quelli di natura sociale). Occorre il coraggio di invertire la tendenza all’addestramento per passare a un approccio formativo, per evitare che la “dignità culturale” della tecnologia scivoli ancora più in basso, nè serviranno, a frenare la discesa, i cosiddetti “licei tecnologici” che si trovano oggigiorno di fronte alle stesse difficoltà in cui si dibattono da tempo gli Istituti Tecnici e Professionali. Tanto vale dunque fin da subito tentare di risolvere il problema principale: inventare una didattica che sappia coniugare la semplicità con il rigore scientifico in modo che una materia tecnologica possa acquisire una valenza formativa paragonabile a quella di materie da sempre accreditate a livelli di dignità indiscussa (italiano, latino, matematica ecc.). Dare risposta definitiva a questa esigenza è la vera sfida culturale di chi si proponga di sviluppare e diffondere la cultura tecnica. La “Ricerca metodologico-disciplinare” (RMD) potrebbe fornire gli strumenti metodologici per dare una risposta è[1]. Un tipo di ricerca i cui protagonisti sono i docenti stessi delle varie discipline, in quanto gli spunti metodologici volti a migliorare la didattica di ogni materia (anche umanistica) partono appunto dai contenuti disciplinari e richiedono che ad elaborarli siano esperti della materia stessa. La RMD è nata in Emilia-Romagna diversi anni fa da iniziative di ricerca in comune fra docenti dell’Università e della Media Superiore. Ha avuto vita non facile, ma negli ultimi anni, ha avuto adesioni da parte di centinaia di docenti disciplinaristi sull’intero territorio nazionale. Un’adesione fondata sull’idea che l’insegnante debba arricchire la propria professionalità di una capacità da ricercatore di metodi nell’ambito della propria disciplina, per alimentare la propria didattica e migliorare il rendimento degli allievi.

Strumenti Metodologici di apprendimento e di valutazione per il recupero logico linguistico

SACCANI, CESARE
2007

Abstract

In tanta parte della didattica soprattutto delle discipline tecniche, esistono tendenze che la fanno degenerare dalla formazione dello spirito critico, verso forme di “addestramento”, che limitano i processi mentali di astrazione così importanti per chi voglia accedere a livelli superiori di studio e di professionalità. Da ciò derivano vari problemi, in particolare la negazione di dignità culturale, a cui nei fatti la Tecnologia si vede oggi condannata. Si tratta di un problema estremamente difficile, anche limitandolo ai soli aspetti puramente didattico-culturali (non volendo in questo articolo affrontare quelli di natura sociale). Occorre il coraggio di invertire la tendenza all’addestramento per passare a un approccio formativo, per evitare che la “dignità culturale” della tecnologia scivoli ancora più in basso, nè serviranno, a frenare la discesa, i cosiddetti “licei tecnologici” che si trovano oggigiorno di fronte alle stesse difficoltà in cui si dibattono da tempo gli Istituti Tecnici e Professionali. Tanto vale dunque fin da subito tentare di risolvere il problema principale: inventare una didattica che sappia coniugare la semplicità con il rigore scientifico in modo che una materia tecnologica possa acquisire una valenza formativa paragonabile a quella di materie da sempre accreditate a livelli di dignità indiscussa (italiano, latino, matematica ecc.). Dare risposta definitiva a questa esigenza è la vera sfida culturale di chi si proponga di sviluppare e diffondere la cultura tecnica. La “Ricerca metodologico-disciplinare” (RMD) potrebbe fornire gli strumenti metodologici per dare una risposta è[1]. Un tipo di ricerca i cui protagonisti sono i docenti stessi delle varie discipline, in quanto gli spunti metodologici volti a migliorare la didattica di ogni materia (anche umanistica) partono appunto dai contenuti disciplinari e richiedono che ad elaborarli siano esperti della materia stessa. La RMD è nata in Emilia-Romagna diversi anni fa da iniziative di ricerca in comune fra docenti dell’Università e della Media Superiore. Ha avuto vita non facile, ma negli ultimi anni, ha avuto adesioni da parte di centinaia di docenti disciplinaristi sull’intero territorio nazionale. Un’adesione fondata sull’idea che l’insegnante debba arricchire la propria professionalità di una capacità da ricercatore di metodi nell’ambito della propria disciplina, per alimentare la propria didattica e migliorare il rendimento degli allievi.
2007
Atti DIDAMATICA 2007
217
232
Contadini S.; Ciampolini F.; Rocchi S.; Saccani C.
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