Il fenomeno della performance epica non si esaurisce nelle frastagliate estensioni del teatro di narrazione, ma tende a travalicare gli ambiti del teatro e delle competenze teatrali. Il saggio affronta, adattando all'argomento gli strumenti della teatrologia e della storiografia teatrale, alcuni di questi recenti sviluppi, dei quali si da qui succintamente atto. Numerosi giornalisti e scrittori (come, per non fare che alcuni nomi, Corrado Augias, Travaglio, Peluso, Erri de Luca, Stefano Benni, Roberto Saviano, Stefano Tassinari) hanno individuato nelle relazioni dirette con lo spettatore, e cioè nello spettacolo della comunicazione dal vivo, un veicolo di “cultura attiva” che spazia dagli argomenti della cronaca e della politica a quelli della poesia, dell’autobiografia e della storia. Televisivamente, l’approccio etico e narrativo alla conoscenza del reale, già sperimentato, nel 1996, dall’«orazione civile» di Marco Paolini sulla tragedia del Vajont, è stato ripreso, con ancora maggiorati riscontri Auditel, dai «racconti civili» pronunciati da Roberto Saviano nell’ambito della trasmissione Vieni via con me. Agli audio-libri letti da attori si aggiungono, negli scaffali dell’editoria multimediale, delle presentazioni dei classici fatte da noti intellettuali le cui voci illustrano, non tanto le parole di un testo letterario o le movenze di una narrazione, bensì il pensare e la personalità dello stesso relatore: soluzione che delinea un’inedita categoria di saggistica orale. In teatro, gli attori solisti sviluppano sempre più le possibilità extra-drammatiche dell’enunciazione verbale, ora, suscitando eventi misti di narrazione e musica, ora, ponendoci al centro d’una spettacolarità complessa che incardina al loro raccontare movimenti, spazi, immagini. Va infine ricordato l’affermazione internazionale e l’enorme successo di pubblico del Festival della letteratura di Mantova, che si basa, per l’appunto, sull’idea che la presenza e il discorrere degli autori sia un fattore di richiamo e aggregazione pari, se non superiore, a quello di uno spettacolo teatrale.
G. Guccini (2011). Recitare la nuova perfermance epica. ACTING ARCHIVES REVIEW, 2, 65-90.
Recitare la nuova perfermance epica
GUCCINI, GERARDO
2011
Abstract
Il fenomeno della performance epica non si esaurisce nelle frastagliate estensioni del teatro di narrazione, ma tende a travalicare gli ambiti del teatro e delle competenze teatrali. Il saggio affronta, adattando all'argomento gli strumenti della teatrologia e della storiografia teatrale, alcuni di questi recenti sviluppi, dei quali si da qui succintamente atto. Numerosi giornalisti e scrittori (come, per non fare che alcuni nomi, Corrado Augias, Travaglio, Peluso, Erri de Luca, Stefano Benni, Roberto Saviano, Stefano Tassinari) hanno individuato nelle relazioni dirette con lo spettatore, e cioè nello spettacolo della comunicazione dal vivo, un veicolo di “cultura attiva” che spazia dagli argomenti della cronaca e della politica a quelli della poesia, dell’autobiografia e della storia. Televisivamente, l’approccio etico e narrativo alla conoscenza del reale, già sperimentato, nel 1996, dall’«orazione civile» di Marco Paolini sulla tragedia del Vajont, è stato ripreso, con ancora maggiorati riscontri Auditel, dai «racconti civili» pronunciati da Roberto Saviano nell’ambito della trasmissione Vieni via con me. Agli audio-libri letti da attori si aggiungono, negli scaffali dell’editoria multimediale, delle presentazioni dei classici fatte da noti intellettuali le cui voci illustrano, non tanto le parole di un testo letterario o le movenze di una narrazione, bensì il pensare e la personalità dello stesso relatore: soluzione che delinea un’inedita categoria di saggistica orale. In teatro, gli attori solisti sviluppano sempre più le possibilità extra-drammatiche dell’enunciazione verbale, ora, suscitando eventi misti di narrazione e musica, ora, ponendoci al centro d’una spettacolarità complessa che incardina al loro raccontare movimenti, spazi, immagini. Va infine ricordato l’affermazione internazionale e l’enorme successo di pubblico del Festival della letteratura di Mantova, che si basa, per l’appunto, sull’idea che la presenza e il discorrere degli autori sia un fattore di richiamo e aggregazione pari, se non superiore, a quello di uno spettacolo teatrale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


