La Bolognina ed i suoi futuri interventi Il nuovo Palazzo della Provincia. Il complesso della nuova sede provinciale in Via Bigari dovrebbe essere ultimato nel 2015. Il condizionale resta d’obbligo, considerando le polemiche sul futuro dell’opera: dati i costi e la crisi economica, è infatti partito tra le polemiche il “via libera” dell’amministrazione al primo stanziamento per la progettazione dell’opera; anche se con la nuova Sede potranno essere lasciate le altre sedi provinciali (Malvasia, Silvani, Borgo San Pietro, ecc.) con un risparmio di 1,6 milioni di euro all'anno, la stima dei costi di realizzazione -circa 31 milioni di euro- lascia ancora spazio a dubbi e perplessità. Incertezze che sembrano consolidarsi ulteriormente sul fronte della qualità architettonica ed ambientale dell’opera, sia per una collocazione interclusa, né strategica, né qualificante sotto il profilo urbanistico (il complesso è incastrato tra Via Bigari, l’area dell’Istituto di Salesiani a sud e la fascia ferroviaria), sia per la risoluzione volumetrica (una giustapposta addizione di pesanti parallelepipedi per 5 piani e 5.700 m² di uffici, 300 m² di ristorazione, oltre al Museo trasporti). Una strutturazione spaziale non proprio convincente, che almeno potrà essere compensata dalla mitigazione percettiva di una altrettanto dubbia localizzazione urbana. Il piano del Navile. L’area dell’ex Mercato Ortofrutticolo, vasto comparto di oltre 30 ettari a ridosso della stazione ferroviaria, abbandonato dopo lo spostamento delle attività, è oggi teatro di grandi trasformazioni urbane, redatte anche grazie al contributo dei cittadini e delle associazioni (laboratorio di progettazione partecipata, 2007): una partecipazione pubblica seguita, poi, da interventi privati, a partire dal concorso bandito dall’impresa Valdadige (che ha acquisito l’area da CARISBO) che ha visto vincitori Cino Zucchi (Navile1 e Navile2) e Jaspert Steffens Watrin Drehsen JSWD (Navile3). Ha così avuto inizio il programma di trasformazione “Trilogia Navile” che ha nel nome stesso la sua identità: tre grandi complessi per tre destinazioni d'uso, abitazioni, uffici, negozi. Il progetto di Cino Zucchi Architetti, redatto secondo CasaClima -contenimento delle emissioni inquinanti, uso di fonti rinnovabili, risparmio energetico-, prevede l’alternarsi di edifici alti e bassi che, nel tentativo di richiamare la città compatta a sud, provano a misurarsi con il paesaggio del parco a nord. Il richiamo alla variabilità della città consolidata è anche nell’uso dei materiali: campiture in mattoni di diverse tonalità, tettoie e pannelli grigi, azzurri, fotovoltaici, parapetti in vetro e acciaio. Ma l’altalena volumetrica degli edifici e le tessere di involucro -elementi quasi discretizzati e riassemblati in una trama mutevole- si oppongono ad ogni ipotesi di continuità con il tessuto urbano e con il paesaggio materiale della città antica e della Bolognina storica.

Come e dove cambia (Bologna) / A. Ferrante. - In: IL GIORNALE DELL'ARCHITETTURA. - ISSN 1721-5463. - STAMPA. - 100:(2011), pp. 18-18.

Come e dove cambia (Bologna)

FERRANTE, ANNARITA
2011

Abstract

La Bolognina ed i suoi futuri interventi Il nuovo Palazzo della Provincia. Il complesso della nuova sede provinciale in Via Bigari dovrebbe essere ultimato nel 2015. Il condizionale resta d’obbligo, considerando le polemiche sul futuro dell’opera: dati i costi e la crisi economica, è infatti partito tra le polemiche il “via libera” dell’amministrazione al primo stanziamento per la progettazione dell’opera; anche se con la nuova Sede potranno essere lasciate le altre sedi provinciali (Malvasia, Silvani, Borgo San Pietro, ecc.) con un risparmio di 1,6 milioni di euro all'anno, la stima dei costi di realizzazione -circa 31 milioni di euro- lascia ancora spazio a dubbi e perplessità. Incertezze che sembrano consolidarsi ulteriormente sul fronte della qualità architettonica ed ambientale dell’opera, sia per una collocazione interclusa, né strategica, né qualificante sotto il profilo urbanistico (il complesso è incastrato tra Via Bigari, l’area dell’Istituto di Salesiani a sud e la fascia ferroviaria), sia per la risoluzione volumetrica (una giustapposta addizione di pesanti parallelepipedi per 5 piani e 5.700 m² di uffici, 300 m² di ristorazione, oltre al Museo trasporti). Una strutturazione spaziale non proprio convincente, che almeno potrà essere compensata dalla mitigazione percettiva di una altrettanto dubbia localizzazione urbana. Il piano del Navile. L’area dell’ex Mercato Ortofrutticolo, vasto comparto di oltre 30 ettari a ridosso della stazione ferroviaria, abbandonato dopo lo spostamento delle attività, è oggi teatro di grandi trasformazioni urbane, redatte anche grazie al contributo dei cittadini e delle associazioni (laboratorio di progettazione partecipata, 2007): una partecipazione pubblica seguita, poi, da interventi privati, a partire dal concorso bandito dall’impresa Valdadige (che ha acquisito l’area da CARISBO) che ha visto vincitori Cino Zucchi (Navile1 e Navile2) e Jaspert Steffens Watrin Drehsen JSWD (Navile3). Ha così avuto inizio il programma di trasformazione “Trilogia Navile” che ha nel nome stesso la sua identità: tre grandi complessi per tre destinazioni d'uso, abitazioni, uffici, negozi. Il progetto di Cino Zucchi Architetti, redatto secondo CasaClima -contenimento delle emissioni inquinanti, uso di fonti rinnovabili, risparmio energetico-, prevede l’alternarsi di edifici alti e bassi che, nel tentativo di richiamare la città compatta a sud, provano a misurarsi con il paesaggio del parco a nord. Il richiamo alla variabilità della città consolidata è anche nell’uso dei materiali: campiture in mattoni di diverse tonalità, tettoie e pannelli grigi, azzurri, fotovoltaici, parapetti in vetro e acciaio. Ma l’altalena volumetrica degli edifici e le tessere di involucro -elementi quasi discretizzati e riassemblati in una trama mutevole- si oppongono ad ogni ipotesi di continuità con il tessuto urbano e con il paesaggio materiale della città antica e della Bolognina storica.
2011
Come e dove cambia (Bologna) / A. Ferrante. - In: IL GIORNALE DELL'ARCHITETTURA. - ISSN 1721-5463. - STAMPA. - 100:(2011), pp. 18-18.
A. Ferrante
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/112796
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