Il relativismo deve relativizzare sé stesso, oppure va inteso come una dottrina assolutamente vera? E se si autoriflette in termini relativi, è tenuto ad andare d’accordo con qualunque affermazione empirica o opzione etico-politica? Questo saggio sostiene che l’accordo e il disaccordo sono parte di un’unico processo di confronto, il quale si svolge nel tempo e spesso segue certe proprie regole e pratiche condivise. Si argomenta inoltre che quella del disaccordo, cioè di restare ognuno della propria opinione, è una possibilità sempre aperta per il relativismo, che in particolare non pone ipoteche sull’esito finale del processo. Il rischio dell’irenismo è certamente da non sottovalutare, ma non vi sono scorciatoie che permettano di dare per scontato un accordo o disaccordo fin dall’inizio, né tantomeno di dichiarare (o supporre come riserva mentale) in partenza la superiorità dell’uno o dell’altro punto di vista. Si conclude esaminando due esempi storici di pratiche solitamente considerate come paradigmi di inaccettabilità morale, la persecuzione delle streghe in età moderna e le mutilazioni genitali femminili. La conclusione è semplicemente che occorre una conoscenza attenta e completa di ciascun caso prima di decidere un accordo o un disaccordo. L’unico disaccordo “colpevole” è il disaccordo affrettato, il che vale anche per l’accordo.
R. Brigati (2011). Accordi e disaccordi del relativismo. DIRITTO & QUESTIONI PUBBLICHE, 11, 157-194.
Accordi e disaccordi del relativismo
BRIGATI, ROBERTO
2011
Abstract
Il relativismo deve relativizzare sé stesso, oppure va inteso come una dottrina assolutamente vera? E se si autoriflette in termini relativi, è tenuto ad andare d’accordo con qualunque affermazione empirica o opzione etico-politica? Questo saggio sostiene che l’accordo e il disaccordo sono parte di un’unico processo di confronto, il quale si svolge nel tempo e spesso segue certe proprie regole e pratiche condivise. Si argomenta inoltre che quella del disaccordo, cioè di restare ognuno della propria opinione, è una possibilità sempre aperta per il relativismo, che in particolare non pone ipoteche sull’esito finale del processo. Il rischio dell’irenismo è certamente da non sottovalutare, ma non vi sono scorciatoie che permettano di dare per scontato un accordo o disaccordo fin dall’inizio, né tantomeno di dichiarare (o supporre come riserva mentale) in partenza la superiorità dell’uno o dell’altro punto di vista. Si conclude esaminando due esempi storici di pratiche solitamente considerate come paradigmi di inaccettabilità morale, la persecuzione delle streghe in età moderna e le mutilazioni genitali femminili. La conclusione è semplicemente che occorre una conoscenza attenta e completa di ciascun caso prima di decidere un accordo o un disaccordo. L’unico disaccordo “colpevole” è il disaccordo affrettato, il che vale anche per l’accordo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.