In questo breve contributo l'autrice intende dare conto dell'eccezionalità del pensiero di Walter Benjamin, tracciandone il profilo intellettuale e mettendo in luce la sua attualità. La radicalità del pensiero critico di Walter Benjamin ne ha fatto uno dei pensatori più controversi del XX secolo. Indagatore delle ragioni profonde dell’epoca moderna, ma anche capace di prefigurare un possibile cammino di cambiamento, Benjamin ha intersecato con audacia la tradizione messianica a quella materialista. Il radicalismo dell’ebreo-tedesco Benjamin è motivato anche da una vicenda biografica segnata dall’esperienza del nazismo e della persecuzione. La riflessione sull’arte, sulle sue forme e tecniche, è uno dei punti nevralgici del pensiero benjaminiano. Fin dalla tesi di laurea, Il concetto di critica nel romanticismo tedesco (1919), Benjamin intraprende una interrogazione filosofica delle opere d’arte e della loro «verità», del loro valore di conoscenza, che proseguirà nel saggio sulle Affinità elettive di Goethe (1924/25) e nel lavoro sul dramma barocco. Poi incontrerà la prospettiva materialista, dando luogo ad una intensa lettura di Baudelaire e a considerazioni sui mutamenti introdotti dalle nuove tecnologie, la fotografia e il cinema (per altri aspetti la radio), che continuano a costituire un punto di riferimento e una lezione di metodo per chi oggi si chiede come stiano mutando le forme di comunicazione del sapere nell’epoca dei nuovi media.
G. Benvenuti (2011). Profilo di Walter Benjamin. IL MULINO, 2, 302-307 [10.1402/34160].
Profilo di Walter Benjamin
BENVENUTI, GIULIANA
2011
Abstract
In questo breve contributo l'autrice intende dare conto dell'eccezionalità del pensiero di Walter Benjamin, tracciandone il profilo intellettuale e mettendo in luce la sua attualità. La radicalità del pensiero critico di Walter Benjamin ne ha fatto uno dei pensatori più controversi del XX secolo. Indagatore delle ragioni profonde dell’epoca moderna, ma anche capace di prefigurare un possibile cammino di cambiamento, Benjamin ha intersecato con audacia la tradizione messianica a quella materialista. Il radicalismo dell’ebreo-tedesco Benjamin è motivato anche da una vicenda biografica segnata dall’esperienza del nazismo e della persecuzione. La riflessione sull’arte, sulle sue forme e tecniche, è uno dei punti nevralgici del pensiero benjaminiano. Fin dalla tesi di laurea, Il concetto di critica nel romanticismo tedesco (1919), Benjamin intraprende una interrogazione filosofica delle opere d’arte e della loro «verità», del loro valore di conoscenza, che proseguirà nel saggio sulle Affinità elettive di Goethe (1924/25) e nel lavoro sul dramma barocco. Poi incontrerà la prospettiva materialista, dando luogo ad una intensa lettura di Baudelaire e a considerazioni sui mutamenti introdotti dalle nuove tecnologie, la fotografia e il cinema (per altri aspetti la radio), che continuano a costituire un punto di riferimento e una lezione di metodo per chi oggi si chiede come stiano mutando le forme di comunicazione del sapere nell’epoca dei nuovi media.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.