L’acquisto di carne è divenuto nell’ultima decade un’esperienza particolarmente impegnativa per il consumatore italiano. Dopo essere stato terrorizzato dal rischio della “mucca pazza”, è passato attraverso il panico da carni alla diossina, l’angoscia da influenza aviaria e varie afte epizootiche. Questa serie di eventi ha trasformato un bene cosiddetto “di esperienza”, valutato dopo il consumo, in un bene soggetto a “ricerca”, nella speranza di desumere qualità e sicurezza da informazioni precedenti all’acquisto. Operazione non facile, che ha in realtà esaltato le caratteristiche “fiduciarie”, cioè quelle su cui è possibile informarsi non direttamente durante l’acquisto o il consumo del prodotto, ma solo indirettamente tramite una serie di fonti di informazione (mass media, ecc.). Diventa quindi importante capire in quali termini la fiducia del consumatore possa rendere più “oggettiva” la percezione del rischio, mitigando gli effetti negativi dell’incertezza. Utilizzando un particolare modello di simulazione che lega acquisti a fiducia e percezione del rischio (oltre ad altre determinanti psicologiche ed economiche), è stata valutata la relazione tra fiducia nelle fonti di informazione sulla sicurezza degli alimenti e la propensione ad acquistare. Il lavoro è limitato alla carne di pollo, ma è presumibile che i risultati siano almeno in parte generalizzabili. I risultati mostrano che se la costruzione della fiducia non ha particolare impatto in tempi ordinari, è un’autentica “assicurazione” rispetto alla comunicazione di notizie allarmanti, soprattutto se la fiducia è indirizzata ai diretti attori della produzione alimentare, dall’agricoltore al distributore.
Ragona M., Mazzocchi M. (2008). Fiducia dei consumatori e comportamenti di consumo per il comparto della carne. AGRIREGIONIEUROPA, 13, 19-21.
Fiducia dei consumatori e comportamenti di consumo per il comparto della carne
RAGONA, MADDALENA;MAZZOCCHI, MARIO
2008
Abstract
L’acquisto di carne è divenuto nell’ultima decade un’esperienza particolarmente impegnativa per il consumatore italiano. Dopo essere stato terrorizzato dal rischio della “mucca pazza”, è passato attraverso il panico da carni alla diossina, l’angoscia da influenza aviaria e varie afte epizootiche. Questa serie di eventi ha trasformato un bene cosiddetto “di esperienza”, valutato dopo il consumo, in un bene soggetto a “ricerca”, nella speranza di desumere qualità e sicurezza da informazioni precedenti all’acquisto. Operazione non facile, che ha in realtà esaltato le caratteristiche “fiduciarie”, cioè quelle su cui è possibile informarsi non direttamente durante l’acquisto o il consumo del prodotto, ma solo indirettamente tramite una serie di fonti di informazione (mass media, ecc.). Diventa quindi importante capire in quali termini la fiducia del consumatore possa rendere più “oggettiva” la percezione del rischio, mitigando gli effetti negativi dell’incertezza. Utilizzando un particolare modello di simulazione che lega acquisti a fiducia e percezione del rischio (oltre ad altre determinanti psicologiche ed economiche), è stata valutata la relazione tra fiducia nelle fonti di informazione sulla sicurezza degli alimenti e la propensione ad acquistare. Il lavoro è limitato alla carne di pollo, ma è presumibile che i risultati siano almeno in parte generalizzabili. I risultati mostrano che se la costruzione della fiducia non ha particolare impatto in tempi ordinari, è un’autentica “assicurazione” rispetto alla comunicazione di notizie allarmanti, soprattutto se la fiducia è indirizzata ai diretti attori della produzione alimentare, dall’agricoltore al distributore.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.