All'interno di un volume composto da 26 contributi ed edito in occasione del bicentenario della nascita di Garibaldi, il saggio, basato sull'analisi di alcuni quotidiani e periodici della stampa nazionale e locale, intende ricostruire l'atteggiamento della stampa italiana in epoca fascista nei confronti del condottiero in camicia rossa e le difficoltà nel trattarne la memoria e il mito da parte del regime, puntando anche sulla figura del nipote del Generale, quell'Ezio Garibaldi che sfruttò il nome del nonno e fu strumentalizzato dal fascismo per avvalorare l'idea di un consonanza tra camicia rossa e camicia nera. Un 'impresa non facile e destinata al fallimento: Garibaldi era infatti simbolo irriducibile della lotta per la libertà dei popoli e degli oppressi, in nome di un umanitarismo illuministico, intriso di venature romantiche, che mal si conciliava con il dispotismo tendenzialmente totalitario del fascismo. Ciò spiega il sostanziale silenzio sulla sua figura nella stampa quotidiana italiana fino al 1932 (cinquantenario della morte), quando Mussolini fu 'costretto' ad affrontarlo, puntando però più sulla moglie Anita (cui fu dedicato il monumento equestre inaugurato al Gianicolo) che sul Generale stesso. La cerimonia ufficiale da parte del regime diede finalmente la stura a una serie di celebrazioni in tutta Italia, ma in particolare in alcune aree particolarmente legate alla memoria garibaldina e dove il suo mito era estremamente vivo, in primo luogo la Sardegna (suo luogo di adozione) e la Romagna (legata dal ricordo del salvataggio dagli austriaci nel 1849), dove Ezio si recò più volte. Nella seconda metà del decennio, il rinsaldarsi delle maglie ideologiche del fascismo e lo stringersi dell'alleanza con il nazismo annullarono progressivamente lo spazio di manovra di Ezio e la possibilità di sopravvivenza di qualsiasi ipotesi di garibaldinismo fascista. Non a caso il nome di Garibaldi progressivamente scomparve dalla stampa quotidiana e lo stesso Ezio fu oggetto di pesanti attacchi da parte dei gerarchi più intransigenti, fino a scomparire del tutto dalla scena pubblica.

ll mito garibaldino nella stampa di epoca fascista / A. Malfitano. - STAMPA. - (2011), pp. 179-195. (Intervento presentato al convegno Giuseppe Garibaldi. Il mito, l'Unità d'Italia e la Sardegna tenutosi a La Maddalena (SS) nel 30 maggio - 1° giugno 2007).

ll mito garibaldino nella stampa di epoca fascista

MALFITANO, ALBERTO
2011

Abstract

All'interno di un volume composto da 26 contributi ed edito in occasione del bicentenario della nascita di Garibaldi, il saggio, basato sull'analisi di alcuni quotidiani e periodici della stampa nazionale e locale, intende ricostruire l'atteggiamento della stampa italiana in epoca fascista nei confronti del condottiero in camicia rossa e le difficoltà nel trattarne la memoria e il mito da parte del regime, puntando anche sulla figura del nipote del Generale, quell'Ezio Garibaldi che sfruttò il nome del nonno e fu strumentalizzato dal fascismo per avvalorare l'idea di un consonanza tra camicia rossa e camicia nera. Un 'impresa non facile e destinata al fallimento: Garibaldi era infatti simbolo irriducibile della lotta per la libertà dei popoli e degli oppressi, in nome di un umanitarismo illuministico, intriso di venature romantiche, che mal si conciliava con il dispotismo tendenzialmente totalitario del fascismo. Ciò spiega il sostanziale silenzio sulla sua figura nella stampa quotidiana italiana fino al 1932 (cinquantenario della morte), quando Mussolini fu 'costretto' ad affrontarlo, puntando però più sulla moglie Anita (cui fu dedicato il monumento equestre inaugurato al Gianicolo) che sul Generale stesso. La cerimonia ufficiale da parte del regime diede finalmente la stura a una serie di celebrazioni in tutta Italia, ma in particolare in alcune aree particolarmente legate alla memoria garibaldina e dove il suo mito era estremamente vivo, in primo luogo la Sardegna (suo luogo di adozione) e la Romagna (legata dal ricordo del salvataggio dagli austriaci nel 1849), dove Ezio si recò più volte. Nella seconda metà del decennio, il rinsaldarsi delle maglie ideologiche del fascismo e lo stringersi dell'alleanza con il nazismo annullarono progressivamente lo spazio di manovra di Ezio e la possibilità di sopravvivenza di qualsiasi ipotesi di garibaldinismo fascista. Non a caso il nome di Garibaldi progressivamente scomparve dalla stampa quotidiana e lo stesso Ezio fu oggetto di pesanti attacchi da parte dei gerarchi più intransigenti, fino a scomparire del tutto dalla scena pubblica.
2011
Giuseppe Garibaldi. Il mito, l'Unità d'Italia e la Sardegna
179
195
ll mito garibaldino nella stampa di epoca fascista / A. Malfitano. - STAMPA. - (2011), pp. 179-195. (Intervento presentato al convegno Giuseppe Garibaldi. Il mito, l'Unità d'Italia e la Sardegna tenutosi a La Maddalena (SS) nel 30 maggio - 1° giugno 2007).
A. Malfitano
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/111429
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