Sia la tecnica GPR che la Sismica Passiva si sono rivelate preziose nel fornire una mappa del suolo al disotto delle chiese di San Pietro e Santa Maria Maggiore, fornendo nuovi elementi oggettivi per ricostruire le loro vicissitudini architettoniche. In particolare, in San Pietro e’ stato possibile localizzare 1) il pavimento della antica chiesa romanica, 2) una sepoltura non nota e, davanti ad essa nella via Indipendenza, 3) il pavimento antico, probabilmente di epoca romana. Nella navata destra della basilica di Santa Maria Maggiore e’ invece risultata evidente un’inclusione, probabilmente una sepoltura, nonche’, all’esterno sulla via Galliera, una pavimentazione antica forse riconducibile all’epoca romana e forse coeva alla prima edificazione della chiesa nel IV-V secolo. Sono anche apparsi evidenti alcuni limiti delle tecniche. In particolare, il GPR si e’ rivelato praticamente “cieco” all’interno di Santa Maria Maggiore, molto probabilmente a causa di uno strato solidificato di limi di esondazione fluviale dell’Aposa, che hanno costituito uno strato di materiale conduttivo che impedisce la propagazione delle onde elettromagnetiche. Allo stesso tempo, la Sismica Passiva si e’ dimostrata di difficile interpretazione nel caso di stratificazioni a rigidita’ maggiore sovrastanti strati a rigidita’ minore, il che si verifica quasi sempre nel caso di pavimentazioni lapidee. Fig
Maestri A., Mulargia F., Romito P. (2010). Indagini geofisiche del sottosuolo della cattedrale metropolitana di san Pietro e della basilica di Santa Maria Maggiore in Bologna. IL GEOLOGO, 39, 37-43.
Indagini geofisiche del sottosuolo della cattedrale metropolitana di san Pietro e della basilica di Santa Maria Maggiore in Bologna
MULARGIA, FRANCESCO;
2010
Abstract
Sia la tecnica GPR che la Sismica Passiva si sono rivelate preziose nel fornire una mappa del suolo al disotto delle chiese di San Pietro e Santa Maria Maggiore, fornendo nuovi elementi oggettivi per ricostruire le loro vicissitudini architettoniche. In particolare, in San Pietro e’ stato possibile localizzare 1) il pavimento della antica chiesa romanica, 2) una sepoltura non nota e, davanti ad essa nella via Indipendenza, 3) il pavimento antico, probabilmente di epoca romana. Nella navata destra della basilica di Santa Maria Maggiore e’ invece risultata evidente un’inclusione, probabilmente una sepoltura, nonche’, all’esterno sulla via Galliera, una pavimentazione antica forse riconducibile all’epoca romana e forse coeva alla prima edificazione della chiesa nel IV-V secolo. Sono anche apparsi evidenti alcuni limiti delle tecniche. In particolare, il GPR si e’ rivelato praticamente “cieco” all’interno di Santa Maria Maggiore, molto probabilmente a causa di uno strato solidificato di limi di esondazione fluviale dell’Aposa, che hanno costituito uno strato di materiale conduttivo che impedisce la propagazione delle onde elettromagnetiche. Allo stesso tempo, la Sismica Passiva si e’ dimostrata di difficile interpretazione nel caso di stratificazioni a rigidita’ maggiore sovrastanti strati a rigidita’ minore, il che si verifica quasi sempre nel caso di pavimentazioni lapidee. FigI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.