L'umbra Sarsina, importante centro di frontiera sui monti fra Romagna e Toscana, con popolazione eterogenea già in età romana e prestigiosi monumenti funerari di cultura ellenistico-microasiatica, statue orientali e un vasto apparato epigrafico, legata a Ravenna per l'approvvigionamento della base navale di Classe, comincia a emergere, come il suo territorio, nella veste tardoantica e medievale. Nuovi dati, fra cui una basilica del quartiere episcopale, immettono in orizzonti culturali ampi: dai "gruppi di chiese", alle "basiliche doppie", ai caratteri dei marmi che ricordano anche Bizantini e Barbari, a basiliche vescovili "di rifugio", a rocche e santuari, pure a una cattedrale-santuario, a contatti del vescovo, Vicinio, col grande culto dell'Arcangelo, a esorcismi, al riuso delle alture e al reimpiego, anche in urbe, dell'impianto antico. E' una città che permane e rinasce: diversa, coll'ampio quartiere episcopale prospiciente l'antico foro, con impianti medievali in parte nascosti in strutture recenti, con cardini sotto abitazioni antiche. Sono nuove piste di ricerca tra monti e mare tra ciò che unisce e divide, tra Alpes Appenninae e sponde non solo adriatiche, da cui giunsero, Marino e Leo, i santi scalpellini.
Sarsina, la nuova città tardoantica e medievale e i suoi orizzonti / R. Budriesi. - In: KAčIć. - ISSN 0453-0578. - STAMPA. - 41-43:(2011), pp. 721-776.
Sarsina, la nuova città tardoantica e medievale e i suoi orizzonti
BUDRIESI, ROBERTA
2011
Abstract
L'umbra Sarsina, importante centro di frontiera sui monti fra Romagna e Toscana, con popolazione eterogenea già in età romana e prestigiosi monumenti funerari di cultura ellenistico-microasiatica, statue orientali e un vasto apparato epigrafico, legata a Ravenna per l'approvvigionamento della base navale di Classe, comincia a emergere, come il suo territorio, nella veste tardoantica e medievale. Nuovi dati, fra cui una basilica del quartiere episcopale, immettono in orizzonti culturali ampi: dai "gruppi di chiese", alle "basiliche doppie", ai caratteri dei marmi che ricordano anche Bizantini e Barbari, a basiliche vescovili "di rifugio", a rocche e santuari, pure a una cattedrale-santuario, a contatti del vescovo, Vicinio, col grande culto dell'Arcangelo, a esorcismi, al riuso delle alture e al reimpiego, anche in urbe, dell'impianto antico. E' una città che permane e rinasce: diversa, coll'ampio quartiere episcopale prospiciente l'antico foro, con impianti medievali in parte nascosti in strutture recenti, con cardini sotto abitazioni antiche. Sono nuove piste di ricerca tra monti e mare tra ciò che unisce e divide, tra Alpes Appenninae e sponde non solo adriatiche, da cui giunsero, Marino e Leo, i santi scalpellini.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.